CCS Cogne: respinto il ricorso presentato dalla Regione in via d’urgenza
Il giudice del Tribunale di Aosta, Davide Paladino, ha respinto le istanze con cui la Regione chiedeva l'immediato sgombero dei locali dello storico palazzo di corso Battaglione
«Le attività del CCS Cogne vanno avanti. Riprenderanno come di consueto nel mese di settembre». Lo ha afferma il presidente del CCS Cogne Giorgio Giovinazzo precisando che, questa mattina, il giudice Davide Paladino «ha respinto il ricorso della Regione (che chiedeva l’immediato sgombero dei locali di Palazzo Cogne con un provvedimento d’urgenza ndr), condannandola al pagamento delle spese processuali. Il ricorso – continua Giovinazzo – è stato ritenuto inammissibile in quanto non c’erano i presupposti».
Aggiunge: «Un ringraziamento particolare va all’avvocato Piercarlo Carnelli, che ha gestito la questione con particolare attenzione e professionalità».
Proprio Carnelli afferma: «Il giudice ha ritenuto che non fosse chiara la richiesta della Regione, non sono precisamente individuati i presupposti per adottare il provvedimento chiesto» dall’ente pubblico. Oggi la Regione ha perso, «ma noi ci auguriamo di poter discutere e trovare una soluzione condivisa. Di fronte a noi c’è l’estate, il circolo sospende attività dal 3 di luglio alla fine di settembre. Si potrebbe verificare cosa c’è che non va e magari intervenire sulle criticità, senza fare catastrofismi», afferma il legale.
«Il CCS Cogne non è una banda imprudenti – continua l’avvocato -, nessuno pensa di mettere a repentaglio chi passa il proprio tempo libero a palazzo Cogne. Il CCS cogne ha chiesto più volte una verifica congiunta, ma la Regione ha detto sempre no» e ha diffidato il circolo a fare interventi di propria iniziativa «per sistemare ciò che non va bene».
Le criticità strutturali
L’obiettivo dell’ente pubblico era la liberazione dei locali per consentire la messa in sicurezza; a seguito di un ultima perizia dell’ingegnere Sandro Pariset, era emerso come tutti gli spazi del palazzo tra corso Battaglione e via Elter fossero da ritenersi inagibili.
Giovinazzo precisa: «Le potenziali criticità riscontrate potevano, possono e dovranno essere messe in sicurezza. Ora mi aspetto che intervenga la Regione dove ha segnalato le presunte criticità. Soprattutto che intervenga per riparare le infiltrazioni che continuano a danneggiare lo stabile».
In secondo luogo, il presidente del circolo si aspetta che l’amministrazione regionale «intervenga per far fronte al potenziale pericolo di sfondellamento, che loro ritengono essere presente nei locali».
«Una brutta pagina per la città di Aosta»
«Nessuno fa i salti di gioia perché la regione ha perso – ammette Giovinazzo -. Rimane comunque una brutta pagina per la città di Aosta. Se il giudice avesse ritenuto ammissibile il ricorso, sarebbe stata la comunità aostana a pagarne le conseguenze. Il Cral Cogne è l’espressione del tempo libero della gente. Toglierlo alla disponibilità dei valdostani sarebbe un gravissimo errore».
Il presidente del CCS Cogne punta poi il dito contro la politica: «Si tratta di uno scivolone politico pazzesco. Parlano di aggregazione e decadenza del Quartiere Cogne, si riempiono la bocca di mille buone idee ma non le mettono mai in pratica. Quando c’è realtà che fa aggregazione e socializzazione tu (Regione ndr) lo vuoi chiudere?».
Il credito vantato dalla Regione
Per ottobre, è previsto un altro appuntamento in Tribunale tra il CCS e la Regione. In quella sede, “oggetto del contendere” sarà il credito vantato dall’ente pubblico nei confronti del circolo. Nel frattempo, Giovinazzo auspica che il CCS e l’ente pubblico possano sedersi a un tavolo per confrontarsi sulla questione.
(f.d.)