Impianti a fune: nessun ripensamento sul potenziamento dei comprensori sciistici
Nessuna intenzione del governo di farsi influenzare dai partner di Rete civica, contrari ai mega domaines skiables
Impianti a fune: sull’ampliamento dei comprensori sciistici si avanti. Per l’assessore ai Trasporti Luigi Bertschy non c’è piattaforma Riccarand che tenga. L’argomento è stato evocato in Consiglio Valle dal consigliere del M5S Luigi Vesan.
I cambiamenti climatici
«Sulle Alpi le aree innevata diminuiranno nei prossimi anni dall’84% al 62% e nel 2030 non ci saranno precipitazioni certe al di sotto dei 1300 metri». Snocciola alcuni dati Vesan a sostegno della sua interpellanza. Riflette in aula consiliare. «Ciò vuol dire che ad Antey Saint-André e a Courmayeur gli spazzaneve non serviranno più. E la temperatura continuerà ad aumentare. Sulla scorta di questi dati scientifici chiediamo alla giunta e alla maggioranza, confidiamo che ci sia stato l’innesto di qualche anticorpo (leggi Rete civica contraria ai mega comprensori sciistici), quali progetti strategici intendano perseguire in merito agli ampliamenti dei domaines skiables». Cita Monte Rosa-Cervino (Alpilinks), Pila-Cogne e La Thuile e Coumayeur. Chiede: «esiste ancora la volontà di investire un quantitativo non indifferente di risorse quando dati scientifici lo sconsigliano. Non ci sarà neppure la possibilità di sparare con i cannoni».
La replica di Bertschy
L’assessore ai trasporti Luigi Bertschy ironizza. «La mia non sarà una risposta condivisa sulla piattaforma Riccarand (neo alleato intransigente sui temi ambientali ndr). Abbiamo un’idea diversa sugli investimenti sugli impianti a fune. Stiamo affrontando l’argomento anche tenendo d’occhio gli studi scientifici. L’obiettivo è quello di realizzare impianti a fune che diano risposte all’economia dei paesi di montagna; che facciano sciare le persone e non guardare i prati. Le nostre quote medie sono all’incirca sopra i 2000 metri; chi dovrà progettare i futuri impianti dovrà tenere conto di un’altezza tra i 2000 e 3000 metri. Non tutti gli impianti hanno una funzionalità sciistica ma di collegamento delle vallate. Ci sono una serie di progetti. La green way (il collegamento Pila-Cogne) la vediamo in termini di valenza trasportistica. Guardiamo alla qualità complessiva, ai benefici».
Ricorda che nel 2019 sono stati investiti negli impianti a fune 8 milioni di euro e ipotizza un investimento di 10 milioni di euro nel 2020; i biglietti venduti nella stagione scorsa hanno fruttato 85 milioni di euro. Conclude l’assessore. «Non vorremmo affidarci a sogni spaziali ma a dati certi. Le visioni politiche sono legittime ma non creano occupazione».
Vesan all’attacco
Va all’attacco Vesan. «Dunque la sensibilità verso i cambiamenti climatici si tradurrà in attenzione alla progettazione. La vostra malattia è sufficientemente grave da non essere intaccabile dagli anticorpi degli alleati. Il fatturato si calcola anche a fronte delle spese. L’utile – che fa fede e non i biglietti venduti – è inferiore agli 8 milioni investiti. La realizzazione di impianti in quota è la vostra visione strategica per affrontare i cambiamenti climatici. Peccato che il limite della neve continuerà a salire in quota. Vorrei che l’attenzione verso i cambiamenti climatici portasse i consiglieri a rinunciare al parcheggio in centro e al pass autostradale a favore di un abbonamento sui mezzi pubblici».
(da.ch.)