‘ndrangheta, da Geenna a Egomnia: trema Palazzo regionale
Con l'ipotesi di corruzione elettorale, la Dda di Torino ha aperto un'inchiesta relativa alle elezioni regionali del 2018 in Valle d'Aosta. Fosson, Laniène, Rollandin, Viérin, Testolin, Borrello, Bianchi tra i nomi eccellenti che emergono
Da Geenna a Egomnia. Quasi un’anno dopo il terremoto provocato il 23 gennaio dall’operazione coordinata dalla DDA di Torino su presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta, una nuova inchiesta fa tremare piazza Deffeyes. La DDA di Torino e i Carabinieri del Nucleo investigativo di Aosta hanno puntato i fari sulle regionali del 2018 e il quadro che emerge parrebbe essere sconcertante.
Ipotizzando il reato di corruzione elettorale, nell’inchiesta denominata Egomnia (ancora coperta da segreto), infatti, il pm torinese Valerio Longi (che ha coordinato anche l’inchiesta Geenna insieme al collega Stefano Castellani) avrebbe provato a fare luce negli angoli più bui che legherebbero il mondo della politica al presunto Locale ‘ndranghetista.
E’ comunque bene precisare che non è ancora noto quale sia l’esito dell’inchiesta in esame. Ciò che è certo è che il pm Longi ha depositato nuove carte (800 pagine) appena prima dell’udienza preliminare di Geenna, chiedendo al gup di farle confluire nel fascicolo (ancora in fase di definizione). E proprio leggendo tra le righe di quelle carte emerge la “costola” di Geenna.
In base a quanto appreso, comunque, il magistrato sarebbe arrivato alla conclusione che – in occasione delle Regionali del 2018 – la consorteria criminale sgominata a gennaio avrebbe influenzato la tornata elettorale, incidendo sulle scelte elettorali di una parte degli elettori al fine di soddisfare gli interessi o le esigenze del sodalizio. La strategia del sodalizio ‘ndranghetista sarebbe stata quella di godere di un debito di riconoscenza da parte degli esponenti dei maggiori partiti autonomisti valdostani e di avere un maggior numero di consiglieri fedeli nel consesso regionale.
Alle elezioni di maggio 2018, in particolare, il Locale avrebbe sostenuto i candidati di tutti i principali partiti autonomisti. Nel dettaglio, secondo la DDA, l’attività elettorale del presunto Locale si sarebbe svolta in favore di Laurent Viérin (assessore regionale all’Agricoltura in quota Union valdotaine progressiste, oggi Alliance Valdotaine), di Luca Bianchi, Marco Sorbara, Augusto Rollandin e Renzo Testolin (mentre il primo è un consigliere regionale in carica e Testolin è l’attuale vice presidente della Regione e assessore alle Finanze in quota Union valdotaine, Sorbara e Rollandin sono consiglieri sospesi), Stefano Borrello (attuale assessore regionale alle Opere pubbliche di Stella alpina) e Antonio Fosson (attuale presidente della Regione). Lo riporta l’Ansa.
Sarebbe anche emerso che tre ex presidenti della Regione, nel periodo della campagna elettorale, avrebbero incontrato o quantomeno provato a incontrare i fratelli Marco Fabrizio e Roberto Alex Di Donato (ritenuti dagli inquirenti esponenti di spicco del Locale).
Sempre riguardo alla figura del presidente della Regione (che riveste anche il ruolo di prefetto), nell’inchiesta Egomnia, sarebbero anche emersi alcuni rapporti tra l’attuale presidente della Regione Antonio Fosson e un anziano pensionato di origine calabrese che, secondo gli investigatori, sarebbe vicino agli esponenti del presunto Locale ‘ndranghetista. In aggiunta, i Carabinieri avrebbero documentato anche un incontro tra Fosson e Antonio Raso, uno degli indagati nell’ambito dell’inchiesta Geenna in quanto sospettato di essere uno dei membri dell’associazione criminale. In una nota, il presidente della Regione si è detto sereno e ha voluto manifestare la fiducia nella Magistratura “che non potrà che accertare la mia totale estraneità”.
Come se non bastasse, la DDA avrebbe rilevato un interessamento del Locale alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 volto a favorire Albert Lanièce (candidato al Senato di Uv, Uvp e Pd) e Giampaolo Marcoz (candidato alla Camera da Alpe, Stella Alpina e Pnv).
(f.d.)