‘Ndrangheta in Valle d’Aosta: nei primi sei mesi del 2019, la DIA ha registrato 41 “reati spia”
La nostra regione, si è "conquistata" uno spazio significativo nella relazione semestrale dell'antimafia.
‘Ndrangheta in Valle d’Aosta: nei primi sei mesi del 2019, la DIA ha registrato 41 “reati spia”.
Proprio il giorno in cui il gup di Torino Alessandra Danieli ha disposto cinque rinvii a giudizio nell’ambito del procedimento penale nato dall’operazione Geenna, sul sito della Direzione investigativa antimafia è stata pubblicata la Relazione semestrale relativa ai primi sei mesi del 2019.
Neanche a dirlo, nel documento vi sono vari riferimenti all’operazione anti-‘ndrangheta che a gennaio dell’anno scorso aveva portato all’arresto di 16 persone, tra cui Marco Sorbara, Monica Carcea, Nicola Prettico, i fratelli Roberto Alex e Marco Fabrizio Di Donato (imputati che hanno scelto il rito abbreviato) e il presunto boss Bruno Nirta (anche lui sarà giudicato a Torino dal gup Danieli).
Già nelle “premesse”, la DIA scrive che la mafia calabrese risulta «tendenzialmente silente, ma più che mai viva» e che continua «a far germogliare cellule criminali fuori dalla Calabria, tanto che nel semestre è stata giudiziariamente scoperta l’esistenza di un nuovo Locale di ‘ndrangheta, operante in Valle d’Aosta».
Secondo i dati dell’antimafia, da gennaio a giugno 2019, in Valle si sono registrati 41 “reati spia”, mentre i soggetti segnalati per reati sintomatici della criminalità organizzata sono stati 27: uno per omicidio doloso, cinque per danneggiamento seguito da incendio, dieci per estorsione, nove per associazione di tipo mafioso e due per scambio elettorale politico mafioso.
Sono state invece 80 le operazioni finanziarie approfondite dalla Direzione, in particolare al fine di prevenire episodi di riciclaggio.
Il servizio completo su Gazzetta Matin in edicola lunedì 20 gennaio.