‘ndrangheta, processo Altanum: tutto rinviato al 18 marzo
La DDA di Reggio Calabria ha ricostruito una faida tra due cosche calabresi per il controllo in Valle d'Aosta
‘ndrangheta, processo Altanum: tutto rinviato al 18 marzo.
Per un legittimo impedimento dell’avvocato difensore di uno degli imputati, il gup di Reggio Calabria Filippo Aragona ha disposto il rinvio dell’udienza al 18 marzo.
Giovedì 5 marzo, ennesimo rinvio dunque, per il procedimento calabrese nato dall’inchiesta Altanum condotta dai Carabinieri e coordinata dalla DDA di Reggio Calabria.
Alla sbarra vi sono 18 imputati. Sono accusati a vario titolo di associazione di stampo mafioso, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti e omicidio; il 17 luglio dello scorso anno erano finite in manette tredici persone, tra Calabria, provincia di Bologna e Valle d’Aosta.
Tra questi erano finiti in carcere Roberto Raffa (classe 1975, residente ad Aosta), Vincenzo Raso (classe 1953, residente ad Aosta) e Vincenzo Raffa (classe 1976, residente a San Giorgio Morgeto).
Nel processo si costituirà parte civile anche la Regione autonoma Valle d’Aosta.
Nel corso delle indagini, gli inquirenti avevano acceso i fari su una fase di contrapposizione tra il Locale di San Giorgio Morgeto e la cosca Facchineri. Le due fazioni si sarebbero scontrate anche al fine di mantenere o conquistare il controllo sul territorio valdostano.
Nell’ordinanza firmata dal gip Valentina Fabiani a luglio, veniva fornita un’inedita analisi dei fatti relativi a due episodi di tentata estorsione ai danni di due imprenditori valdostani di origine calabrese.
L’inchiesta
La nuova inchiesta, infatti, aveva «consentito una più approfondita chiave di lettura della vicenda estorsiva – avevano comunicato gli inquirenti a luglio -, collocandola in un contesto di associazione mafiosa e volta da una parte a ottenere risorse economiche per perseguire le finalità della cosca (Facchineri ndr) e dall’altra a ribadire che, pur operando in altra regione d’Italia, le attività economiche condotte da soggetti originari del reggino devono dare conto alla famiglia mafiosa dominante».
E proprio per i due episodi estorsivi, sarebbero nati forti contrasti tra alcuni componenti del Locale di San Giorgio e i Facchineri.
Per gli inquirenti, l’omicidio di Salvatore Raso (ucciso nel 2011 a San Giorgio Morgeto con 10 colpi di “pallettoni”) rientrerebbe nel contesto di tale faida e avrebbe avuto il duplice scopo di portare a buon esito l’azione estorsiva da parte dei Facchineri, ma soprattutto di ribadire e confermare il proprio dominio nel comune sangiorgese e riprendere quello in Valle d’Aosta.
Anche a seguito delle risultanze dell’inchiesta Altanum, il comune di San Giorgio Morgeto è stato sciolto per mafia.
(fe.do.)