Inquinamento ambientale: la Procura chiede l’archiviazione dell’inchiesta sulla Cogne Acciai Speciali
Erano indagati l'amministratore delegato Monica Pirovano e quattro tra dirigenti ed ex dirigenti con deleghe all'ambiente: Rosario Langella, Flavio Bego, Ferruccio Trombini e Lorenzo Viotto
Il pubblico ministero Eugenia Menichetti ha chiesto al gip l’archiviazione del fascicolo per inquinamento ambientale incentrato sulla Cogne Acciai Speciali. Erano indagati l’amministratore delegato Monica Pirovano e quattro tra dirigenti ed ex dirigenti con deleghe all’ambiente: Rosario Langella, Flavio Bego, Ferruccio Trombini e Lorenzo Viotto.
A seguito di alcune segnalazioni, la Procura della Repubblica di Aosta aveva avviato alcuni accertamenti, da cui era emersa una «situazione fortemente indiziaria in ordine alla concreta possibilità che l’attività siderurgica esercitata dalla CAS potesse cagionare una compromissione della matrice ambientale» delle acque, dell’aria e del suolo.Dai primi atti d’indagine, infatti, era emerso come l’attività produttiva avesse avuto negli anni ripercussioni sull’ambiente; le criticità maggiormente significative riguardavano l’emissione diffusa di polveri dal reparto acciaieria (con immissione in atmosfera di particelle di nichel e cromo), un “pennacchio” di contaminazione delle acque sotterranee sia da cromo esavalente sia da floruri e nichel), l’insufficienza della rete di piezometri allestita nell’impianto (con la conseguente inidoneità della stessa di costituire un efficace strumento di controllo e monitoraggio degli scarichi), il livello delle deposizioni di metalli sul suolo (ovvero di nichel) della città di Aosta, la diluizione degli scarichi aziendali di CAS medianti il recapito delle acque del canale Paravera e delle acque meteoriche e il loro convogliamento in apposita tubazione «in palese spregio alla normativa ambientale».
In aggiunta, gli investigatori avevano riscontrato l’assenza di uno studio, da parte dell’Ausl, circa di tasso d’incidenza dei casi di malattie cancerogene nel territorio regionale e la possibile correlazione con l’esposizione a determinati cancerogeni, «nonostante la presenza di un’acciaieria nel tessuto urbano, tra le maggiori in Italia, e i numerosi casi di mesotelioma pleurico insorti in Valle negli ultimi decenni».
Iscritti i cinque nomi nel registro degli indagati, la pm Menichetti aveva quindi disposto una consulenza tecnica.
Dopo quattro accessi nello stabilimento e numerosi prelievi ed esami da parte di Arpa Piemonte, il 19 maggio 2020 i consulenti hanno depositato una corposa relazione, da cui emerge un quadro ambientale per nulla confortante, ma – per la Procura – privo dei necessari elementi a sostegno della responsabilità penale degli indagati.
E qui arrivano le note dolenti. Secondo gli inquirenti, sebbene sia emerso il formale rispetto dei limiti previsti dall’AIA da parte della Cogne, sarebbe anche venuto alla luce «un quadro di silente rassegnazione, se non addirittura di accettazione, da parte della Regione, di un meccanismo di aggiramento della normativa, con particolare riguardo al divieto di diluizione degli scarichi».
Di più: per la Procura «il sistema dei controlli previsti pare essere accuratamente progettato proprio per evitare che emergano contestazioni a carico dell’azienda». Si tratterebbe comunque di presunte condotte risalenti nel tempo, «che tuttavia non hanno visto nessun intervento successvo, amministrativo o legislativo, volto a rivedere quel sistema carente e latamente protettivo che, nei fatti, ha permesso all’azienda di proseguire la sua attività senza affrontare i gravosi esborsi necessari per fronteggiare interventi strutturali a tutela dell’ambiente».
In esito alle risultanze dei consulenti, la pm ha però chiesto l’archiviazione perché, come detto, seppur il quadro ambientale non sia per nulla confortante, non vi sono elementi a sostegno della responsabilità penale degli indagati. Tuttavia, nella richiesta di archiviazione la pm precisa come sia stato accertato come la vetustità dell’impianto non sia idonea a garantire la sicurezza ambientale a fronte di eventuali dispersioni di fluidi.
(f.d.)