Da De Ceglie a Nicolussi, quanti valdostani (e valdostani d’adozione) nella Juve
Hanno giocato anche in Champions League e vinto scudetti
Sarà la vicinanza geografica con l’area metropolitana di Torino, sarà perché la cittadina di Châtillon è stata la sede dei ritiri estivi della Vecchia Signora negli anni novanta e, nuovamente, nel 2012 e 2013: tra la Juventus e la Valle d’Aosta c’è sempre stato (e c’è ancora) un profondo legame che, ieri come oggi, ha visto i migliori talenti calcistici valdostani finire a giocare per la più ambita delle maglie bianconere.
Lelio Antoniotti
Si parte da Lelio Antoniotti, detto Lello, attaccante atipico nato a Bard ma cresciuto calcisticamente a Novara. Non dotato di un fisico da corazziere, Antoniotti riusciva a coprire più aree della fase offensiva; insomma, era una sorta di Roberto Baggio dei nostri tempi, un centravanti dal tocco magico, capace anche di poter servire l’ultimo passaggio prima del gol al proprio compagno di squadra. I suoi anni migliori in Serie A sono stati quelli vissuti con la Pro Patria. Nel 1956 passa alla Juventus dove un imberbe Umberto Agnelli era appena diventato presidente a 22 anni. In squadra con Antoniotti vi erano Giampiero Boniperti e Kurt Hamrin. Tuttavia, complice una brutta pleurite che lo aveva colpito sin dai tempi della Pro Patria, Antoniotti non riuscì ad esprimersi in tutto il suo potenziale, segnando solo 2 gol in 18 presenze, lasciando la squadra l’anno successivo per giocare col Vicenza e finire la sua carriera nella città della Cupola di San Gaudenzio, Novara, dove è vissuto fino alla sua morte avvenuta nel 2014.
Paolo De Ceglie
Chiudiamo parlando di due giocatori valdostani che più di recente si sono distinti per la loro juventinità. Il primo è Paolo De Ceglie, come Torricelli terzino sinistro che da Aosta a 10 anni si è trasferito a Torino per inseguire il sogno del calcio professionistico. Mai completamente sbocciato, De Ceglie è stato pedina fondamentale della formazione bianconera dal 2008 al 2013. Ha giocato, tra le varie, anche col Genoa, col Parma ed in Svizzera con il Servette.
Oggi De Ceglie vive a Miami, in Florida, dove è giocatore-talent scout del Miami FC, squadra fondata da Paolo Maldini e dall’imprenditore Riccardo Silva che milita nella seconda divisione di calcio statunitense.
Hans Nicolussi Caviglia
La nuova speranza del calcio valdostano è, invece, Hans Nicolussi Caviglia, centrocampista classe 2000 nato ad Aosta. Nel giro della Nazionale Under-21, il giovane aostano dai capelli biondi ha giocato in Serie C con la Juve U23, prima di finire nella selezione maggiore bianconera e fare il suo esordio in Serie A nel marzo del 2019.
Si è fatto le ossa lo scorso anno in Serie B con il Perugia, mentre quest’anno ha accettato di andare a giocare in prestito a Parma, restando in Serie A. Tuttavia, un bruttissimo infortunio rimediato a fine 2020 lo costringerà a stare lontano dai campi per i prossimi mesi. Ma il destino di Nicolussi è quello di diventare grande.
Il suo idolo sin da piccolo, infatti, non era né Cristiano Ronaldo, né Lionel Messi, bensì un campione del passato, il profeta del gol Johan Cruijff, il Pelè bianco, l’interprete per eccellenza del calcio totale dell’Olanda degli anni settanta. Nicolussi si ispira all’ex campione del Barcellona e dell’Ajax quando è in campo e, siamo certi, appena ripresosi dall’infortunio, si rimetterà al lavoro per diventare grande e acclamato da tutti, come il suo eroe olandese.
Moreno Torricelli
Passiamo ad un altro calciatore assai famoso che non è nato in Valle d’Aosta ma qui, e precisamente nella valle di Gressoney, ha scelto di vivere insieme ai suoi tre figli ormai da dieci anni. Ci riferiamo a Moreno Torricelli, alias Geppetto (nomignolo affibbiatogli da Alex Del Piero), uno dei migliori terzini che sono passati sui campi della Serie A e oggi responsabile del settore giovanile del Pont Donnaz.
Nativo della provincia di Como, Torricelli lavorava come falegname (da qui il soprannome di Geppetto) in una delle tante fabbriche di mobili della provincia di Monza. Il suo hobby era il calcio e si dilettava giocando tra i dilettanti, prima a Oggiono e poi per la Caratese in Serie D. Nel corso di un’amichevole con la Juventus, Giovanni Trapattoni si innamora di lui e la Vecchia Signora lo prende in prova nella primavera del 1992. Quella stessa estate diventa un effettivo dei bianconeri: è l’inizio della favola di Torricelli.
Con Marcello Lippi in panchina, Torricelli diventa titolare inamovibile della fascia sinistra. Era la Juventus che negli anni novanta dominava in lungo in largo in Italia ed in Europa, l’ultima formazione della Vecchia Signora capace di alzare al cielo la coppa dalle grandi orecchie., così come raccontato in un recente articolo Torricelli fu eletto miglior giocatore della finale di Champions di Roma contro l’Ajax apparso sul quotidiano La Repubblica.
A distanza di 25 anni (e solo dopo varie finali perse), la Juventus odierna, che è rimasta nel cuore di Geppetto, potrebbe finalmente provare a bissare quel successo, così come si legge nelle quote delle scommesse Champions League dei migliori operatori sportivi come Betway.