Manifestazioni e fine Ramadan: «Non possiamo censurare a colpi di manganello»
Polemica nel Consiglio di Aosta e in quello regionale per le manifestazione del 24 aprile e 1° maggio in piazza Chanoux e per la Festa di fine Ramadan
«Abbiamo fatto tutto quanto in nostro potere, non si può intervenire e censurare a colpi di manganello». È secca e piccata la risposta del sindaco di Aosta, Gianni Nuti, in merito alle iniziative di Rinascimento Valle d’Aosta e Forza Italia che, in consiglio comunale, chiedevano conto delle manifestazioni “sfuggite di mano” del 24 aprile e del 1° maggio in piazza Chanoux, nonché della Festa di fine Ramadan del 16 maggio. Celebrazione, quest’ultima, che ha infiammato anche il consiglio regionale, per mano della Lega.
Qui Rinascimento
«Dopo la manifestazione del 24 aprile, il flash mob “degenerato”, che conteneva la crème culturale di Aosta e che era quantomeno sconveniente in questo momento, pensavamo di aver visto tutto» ha esordito il capogruppo di Rinascimento, Giovanni Girardini, che poi ha allargato il raggio.
«Sono sicuro di non essere persona razzista, e ne sono fiero, ma credo che le regole debbano essere fatte rispettare a tutti – ha continuato -. Io, molto religioso, ho dovuto rinunciare per due volte alla Settimana santa, le chiese sono vuote, non si può fare la Comunione, ma a quanto pare ai musulmani è sembrato quasi non fregare niente, in barba alle rinunce fatte dal mondo dell’imprenditoria e del commercio».
Girardini ha poi evidenziato la presenza di «sindaco, del suo braccio destro e dell’assessore alla Cultura vicino a un buffet». Da questi si sarebbe aspettato «che uscissero, non che accettassero la logica dei due pesi e due misure».
«Capisco che non ci si voglia contrapporre a un’intera comunità – ha chiosato -, ma noi operatori subiamo continui controlli; altrimenti fate un’ordinanza liberatoria per tutti quanti».
Qui Forza Italia
Sulla stessa lunghezza d’onda Forza Italia.
«La manifestazione del 24 aprile doveva essere presa a esempio per non ricadere nell’errore, doveva essere un campanello d’allarme – ha evidenziato Paolo Laurencet -. Invece, sabato 1° maggio abbiamo assistito a un flash mob che è diventato un corteo non autorizzato, poi alla Festa di fine Ramadan, mentre tante persone, che ne avrebbero avuto diritto, hanno rinunciato a manifestare per evitare di violare le regole. Ci vuole rispetto».
Mentre Eleonora Baccini (Rinascimento) ha evidenziato come sia stata strana «la presenza di un buffet» nella festa del Montfleuri, Renato Favre di Forza Italia ha chiesto di «coinvolgere maggiormente la polizia locale».
Il sindaco
Seccata la replica del primo cittadino, che ha evidenziato come la «manifestazione spontanea del 1° maggio non era né prevista né autorizzata, è stata altra roba rispetto a quella del 24 aprile – ha detto -. È un’iniziativa nata su Facebook, che noi abbiamo intercettato e che abbiamo segnalato alla Questura», che peraltro ha deciso di «convogliare tutte le forze a disposizione», rimanendo sul luogo anche «alle 10, quando qualche trasgressore ha deciso di violare il coprifuoco».
E ha attaccato. «Prendetevela con i cittadini che non rispettano le regole – ha continuato Nuti -, anche con quelle persone che se ne sono fregate dopo aver messo la faccia per promuovere comportamenti contrari: se avete la bacchetta magica accomodatevi».
Festa di fine Ramadan
Gianni Nuti ha poi rincarato la dose sulla Festa di fine Ramadan.
«Ricordo al consigliere Girardini che anch’io sono praticante, che mi sono goduto la Pasqua e che le chiese non sono vuote, ma hanno gli ingressi contingentati – ha tuonato il sindaco -. Preciso che al Montfleuri non sono mai stato vicino al buffet, ho presenziato cinque minuti e sono andato via; l’ho fatto solo per rendere omaggio a una comunità importante».
Il sindaco ha poi evidenziato come «il buffet erano quattro torte e qualche bottiglia di bibite» e ha ricordato che «non si può intervenire e censurare i comportamenti a colpi di manganello – ha concluso -. Bisogna essere attenti e segnalare, cosa che abbiamo fatto, ma visto che da decreto era possibile spostarsi anche tra le Regioni per manifestare, evidentemente il Governo ha scelto di lasciare delle piccole brecce per controllare la possibile “rivolta sociale”. Noi non siamo la Cina».
Consiglio regionale
Il caso Festa di fine Ramadan, come detto, è approdato anche in consiglio regionale, per mano dell’iniziativa presentata dalla leghista Raffaella Foudraz.
La consigliera ha chiesto conferme «sull’autorizzazione all’effettuazione di questa iniziativa» e sul rispetto «di tutti i protocolli per il contenimento del contagio da Covid», visto che la Valle era «in zona arancione – ha tuonato -. Come è stato possibile procedere a distribuire all’interno di una struttura chiusa bevande e alimenti»?
Il Capogruppo Andrea Manfrin ha invece ricordato come il Presidente Lavevaz avesse «affermato che tutti i focolai sono stati creati in ambito familiare o in momenti di convivialità», avesse «espresso criticità sulla manifestazione non autorizzata che si è tenuta in piazza Chanoux», ma si sarebbe poi ben guardato da lanciare «gridi di allarme» per la festa in questione.
Il Presidente Lavevaz
Il Presidente Erik Lavevaz ha puntualizzato come «il fatto dei contagi in ambito familiare sia purtroppo un’evidenza dimostrata», richiamando «i protocolli che disciplinano le funzioni religiose in tempo di Covid, che affidano alle autorità religiose la responsabilità del rispetto delle prescrizioni di sicurezza».
E ha poi specificato. «Questa festa non necessita di alcuna autorizzazione specifica, come nessuna festività religiosa di qualunque confessione professata in Italia – ha continuato -. Lo svolgimento della festività è stato preventivamente comunicato alla Questura, mentre il Comune aveva autorizzato l’utilizzo della pista di rotellistica, ma per ragioni meteorologiche la festività è stata celebrata all’interno della tensostruttura. Nel caso specifico, la manifestazione si è tenuta nel rispetto delle distanze e dell’obbligo di indossare le mascherine», con tanto di «servizio d’ordine».
Somministrazione di bevande e alimenti
E sulla somministrazione di bevande e alimenti ha concluso.
«A quanto risulta, non vi è stata nessuna somministrazione», intesa come «forma di commercio al dettaglio che prevede la vendita di alimenti e bevande – ha chiosato -. La festività in argomento si chiama “Festa della rottura del digiuno” e prevede alla fine delle preghiere la consumazione da parte dei fedeli di dolciumi, piatti tradizionali e bevande».
«Cittadini di serie A e serie B»
A chiudere, ancora Raffaella Foudraz.
«Non ci devono essere cittadini di serie A e di serie B – ha chiosato -. Il 13 maggio la nostra regione era in zona arancione, non erano consentite diverse attività: sostare all’interno di un bar, festeggiare con la famiglia le Comunioni o le Cresime, assistere alle Batailles des Reines. E tutto questo per contenere la diffusione del virus. Peccato poi che arrivino le immagini di questa festa. Non è questo che le persone che rispettano le regole, magari hanno perso il lavoro, vogliono vedere».
(al.bi.)