La manifestazione di Coldiretti VdA per sensibilizzare sul cinghiale
POLITICA & ECONOMIA
di Alessandro Bianchet  
il 08/07/2021

Coldiretti VdA: flash mob per lanciare l’allarme cinghiale

L'associazione dei coltivatori diretti è scesa in Place Deffeyes ad Aosta per sensibilizzare su un problema che sta diventando anche di ordine pubblico

Un flash mob per puntare i fari su quello che sta diventando un’emergenza e un problema anche di ordine pubblico e sicurezza, il proliferare del cinghiale. Questo lo scopo della manifestazione organizzata giovedì mattina da Coldiretti VdA, che si è ritrovata in Place Deffeyes per far sentire la propria voce come nel resto d’Italia.

Problema cinghiale

La legislazione prima e il lockdown poi, insomma, sembrano aver amplificato il problema legato alla presenza dei cinghiali, che vede gli agricoltori combattere, sostanzialmente, contro i mulini a vento.

«Abbiamo organizzato un flash mob a livello nazionale per evidenziare una problematica trasversale in tutta Italia, legata all’invasione dei cinghiali, che ormai sta assumendo caratteristiche emergenziali» sottolinea il presidente di Coldiretti VdA, Alessio Nicoletta.

Cinghiale in Valle d’Aosta

Il presidente, sceso in piazza col supporto di alcuni associati e del direttore Elio Gasco, analizza a fondo la situazione.

«Non è corretto dire che la nostra Regione versi in condizioni pietose come altre parti d’Italia – ammette Nicoletta -. Da noi, infatti, esiste una legge che garantisce un minimo di equilibrio tra agricoltura e salvaguardia del cinghiale, anche se rimane un po’ sbilanciata».

Il problema, però, si è acuito col lockdown.

«Non bisogna abbassare la guardia – esclama ancora il presidente di Coldiretti VdA -. Il blocco della caccia legato al lockdown, infatti, ha visto aumentare la popolazione di cinghiali e di conseguenza i gravi danni arrecati. Bisogna ritrovare il corretto equilibrio».

Proposte

Da qui le proposte di Coldiretti sia a livello nazionale che locale.

«Abbiamo fatto due proposte di legge – spiega ancora Alessio Nicoletta -. La prima, a livello statale, andrebbe a modificare la legge 157/1992 e sarebbe poi da portare all’attenzione di Place Deffeyes».

Ma ce n’è un’altra di carattere regionale.

«Serve per dare una “rinfrescata” e per modernizzare alcuni passaggi della legge regionale – ammette ancora il presidente -. Affronta alcuni aspetti particolari, legati, ad esempio, anche al consumo della carne».

Abbandono del territorio

Il problema, secondo Coldiretti VdA, comunque, non è più procrastinabile, visto anche la prolificità della specie, che ha visto la popolazione di cinghiali crescere di 2.3 milioni di unità negli ultimi anni.

«La giornata di sensibilizzazione è nata anche per mettere in luce il fatto che il cinghiale sta diventando un problema per gli automobilisti – conclude Nicoletta -. Inoltre, ad esempio, in alcune zone dell’alessandrino non puoi nemmeno piantare il mais, sarebbe inutile. Ecco, non vogliamo che anche in Valle si arrivi a questo punto. Purtroppo, in alta montagna, molti agricoltori stanno già alzando bandiera bianca, perché stufi di questa situazione. Per questo motivo molti terreni vengono abbandonati, con tutte le conseguenze del caso in materia di dissesto idrogeologico».

Audizione in Regione

Al termine del flash mob, Alessio NicolettaElio Gasco, il vicepresidente Fabrizio Chenal, insieme al presidente e direttore di Arev,  Omar Tonino e Edy HenrietMarino Denarier e al delegato regionale di Giovani Impresa, Jair Vidi, sono stati ricevuti dal presidente della Regione, Erik Lavevaz e dall’assessore all’Agricoltura, Davide Sapinet.

«Il governo regionale ha dimostrato grande attenzione – sottolinea Nicoletta -. Abbiamo consegnato loro le proposte di modifiche normative, una a livello nazionale e una a livello regionale ad integrazione del programma regionale di controllo della specie cinghiale».

«Il nostro auspicio è che la Valle, anche se non coinvolta dal problema in modo drammatico come altri territori, ponga la massima attenzione sul tema e accolga le nostre proposte per rendere ancora più efficaci sia la legge regionale sulla gestione della fauna selvatica sia il piano di controllo del cinghiale» conclude Elio Gasco.

(alessandro bianchet)

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