Green pass e obbligo vaccinale: il Savt scrive al premier Draghi e al ministro Speranza
«Se chi è chiamato a gestire l'emergenza sanitaria ritiene che il vaccino sia l'unico strumento a disposizione per combattere la pandemia da Covid-19, deve avere il coraggio di sancire l'obbligo vaccinale»
Green pass e obbligo vaccinale: il Savt scrive al premier Draghi e al ministro Speranza.
La lettera
«Come SAVT – “Syndicat Autonome Valdôtain des Travailleurs” abbiamo fin dall’inizio della campagna vaccinale cercato di affrontare la tematica in maniera concreta, senza lasciare spazio a posizioni che a volte sembrano da tifoseria calcistica e che molto poco hanno di scientifico. Proprio per essere costruttivi, abbiamo organizzato, nel mese di febbraio 2021, un convegno al quale hanno preso parte diversi esperti, tra i quali il virologo Fabrizio Pregliasco, dal titolo “Il vaccino, unica frontiera per superare il Covid?
Nelle scorse settimane, alla luce dei dati positivi relativi all’utilizzo dei vaccini che sono stati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità, abbiamo ribadito come fosse importante continuare nella strada dell’informazione e della sensibi-lizzazione a favore della campagna vaccinale, sempre nel rispetto delle sensibilità di tutti. In questa direzione, abbiamo assistito di recente agli accorati appelli lanciati da Papa Francesco e dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Tutto questo percorso virtuoso, però, rischia di entrare in crisi a causa delle divisioni che si stanno creando in ogni ambito in merito all’utilizzo del Green Pass, uno strumento che sicuramente è stato immaginato per cercare di dare un nuovo impulso alla campagna vaccinale stessa, ma che rischia al contrario di diventare un vero e proprio boomerang, considerate le innegabili difficoltà che il suo utilizzo comportano.
Quello che ci chiediamo è se tutte queste polemiche siano utili nella lotta alla pandemia, visto che tutti quanti siamo sicuramente uniti almeno da un pensiero comune: bisogna fare di tutto per evitare un nuovo lockdown. L’eventuale chiusura delle attività sarebbe devastante a livello socio-economico e non ce lo potremmo assolutamente permettere. A questo punto è lecito chiedersi perché il Governo non decida di assumere delle scelte definitive e nette, che non lascino spazio ad interpretazioni. Se chi è chiamato a gestire l’emergenza sanitaria ritiene, e i dati che vengono diffusi dalle massime istituzioni sanitarie sembrano fino ad oggi confermare questa tesi, che il vaccino sia l’unico strumento a disposizione per combattere la pandemia da Covid-19, deve avere il coraggio di sancire l’obbligo vaccinale, visto che la Costituzione italiana prevede questa possibilità in situazioni come quella che stiamo vivendo.
Al contrario, qualora non si voglia per qualche ragione percorrere questa strada, bisogna allora evitare di approvare norme che possano alimentare divisioni e discussioni e che a volte rischiano di creare assurde contraddizioni. Soprattutto bisogna evitare di demandare le responsabilità ai cittadini e prevedere che siano le Istituzioni a farsi carico della corretta applicazione delle norme stesse. Non è infatti immaginabile, ad esempio, che si chieda agli esercenti, ai datori di lavoro e/o ai lavoratori stessi, di vigilare sul fatto che le persone siano in possesso del Green Pass. Così come ci si deve organizzare affinché le persone che scelgono per qualsiasi motivo legittimamente di non vaccinarsi, qualora non si decidesse di andare verso l’obbligo, possano praticare l’alternativa di fare il tampone ogni 48 ore. Devono essere appunto le Istituzioni a mettere i cittadini nelle condizioni di rispettare le norme e a vigilare sul fatto che tutto ciò accada. Non il contrario. E, in particolare in questo momento, tutto serve tranne che correre il rischio di alimentare le divisioni e di innalzare il livello di tensione sociale .
Nella speranza che queste riflessioni possano essere utili, in qualche modo, alle discussioni in corso su quale sia il percorso migliore per uscire dalla fase di emergenza sanitaria, si coglie l’occasione per porgere distinti saluti e si rimane a disposizione qualora ci fosse la volontà di approfondire ulteriormente le tematiche sollevate».
(Claudio Albertinelli, segretario Savt)