Courmayeur Open: Adaptive Tennis Randstad regala emozioni
Mattinata speciale allo Sport Center grazie all'esibizione di tennisti con disabilità appartenenti a quattro associazioni
Emozioni forti, nella mattinata di oggi, giovedì 28, allo Sport Center.
A regalarle, però, non sono state le protagoniste del Courmayeur Open. Anzi, le protagoniste del WTA 250 valdostano sono state le prime a emozionarsi.
L’esibizione di Adaptive Tennis Randstad regala emozioni
La dimostrazione di Adaptive Tennis è stata organizzata da Randstad Italia.
La disciplina mette in risalto le qualità atletiche e umane di atleti con vari tipi di disabilità.
Deus ex machina dell’iniziativa è stato Massimiliano Manfredi, stella di bronzo al merito sportivo paralimpico.
In campo sono scesi giocatori di quattro associazioni in rappresentanza di altrettante disabilità; Bionic People (2 “standing”), Real Eyes Sport (2 “blind”), Novara (2 “Fisdir”) e Lab 3.11 (2 “wheelchair”).
Una dimostrazione di tecnica e umanità emozionante
Più volte le giocatrici professioniste impegnate in allenamento si sono interrotte per osservare la dimostrazione di Adaptive Tennis.
I loro sguardi erano ammirati verso la capacità, la volontà e la forza di questi loro colleghi speciali.
Dayana Yastremska: «Mi ricorderò per sempre questa esperienza»
Dayana Yastremska, numero 79 del mondo e decima testa di serie del torneo, non ha nascosto la sua emozione.
«Mi ricorderò per sempre questa esperienza, rimarrà davvero indimenticabile – ha detto l’ucraina -. Sono molto toccata: la persona cieca con cui ho palleggiato è stata davvero incredibile. Mia madre ha avuto problemi con la vista, che ha superato e, quindi, l’esperienza è stata ancor più emozionante».
I protagonisti di una mattina indimenticabile
Gianluca Cappiello, 24 anni di Cassago Brianza, categoria B3 “blind”, ipovedente dalla nascita: «Ho 1/20 da un occhio e 1/50 dall’altro, vedo qualcosa, la figura, spesso non la faccia, mi aiuto coi colori di com’è vestita la persona. Sfortunato io? C’è chi non vede proprio niente, non mi lamento».
Emanuele “Lele” Bezzi, 28 anni di Cameri, categoria C1, atleta con sindrome di Down della FISDIR: «Il tennis è la mia vita, gioco due volte la settimana alla Polisportiva ASH di Novara, e due coi normodotati al TC Cameri, fra non molto voglio provare anche il Padel».
Gabriele Vietti, 49 anni di Vigevano, tennista con la sindrome di Down, campione mondiale 2016, star degli Special Olympics anche nel nuoto, nel basket e nel tennis tavolo.
Giorgio Napoli, 23 anni di Luino, due anni fa ha perso una gamba in un incidente stradale: «La prima reazione, quando i medici mi hanno informato che mi avevano dovuto amputare una gamba, è stata quella di dire: “Devo andare avanti, devo reagire anche per la gente che rivuole bene, per la mia famiglia. Oggi, da Bionic People Standing, studio alla IULM e dico che l’incidente mi ha reso migliore e mi ha dato una forza maggiore nel proseguire, nell’avere un obiettivo».
Gregory Leperdi, 48 anni di Torino, anche lui amputato della Bionic People e nazionale di para ice hockey.
Giulia Capocci, 30 anni di Arezzo che vive a Torino, sulla sedia rotelle a causa di una malattia: «Ho dovuto interrompere l’attività agonistica per i problemi alla schiena, allenavo e andavo in giro per il mondo 25-26 settimane all’anno, proprio come i professionisti. Adesso lavoro a Torino alla LAB3 11 srl, sigla che sta per laboratorio terzo piano stanza 11.
La forza di Costantino Perna
Proprio in quella stanza è stato ricoverato Costantino Perna dopo l’incidente d’auto del 2010 che l’ha reso un paraplegico incompleto.
«Fortunatamente qualche muscolo funziona, riesco a camminare col bastone e posso giocare a tennis sia pure in carrozzina, contro i miei figli che stanno in piedi», racconta Perna.
Lui era già un artigiano nel campo della meccanica.
Durante i nove mesi di degenza, ha ragionato sulle sedie a rotelle e ha capito che, personalizzandole, avrebbe alleviato il disagio di chi le deve usare.
«Nel 2013 ho brevettato la Advantage, sedia a rotelle regolabile in base all’atleta, che ora vendiamo a 2000 euro ed esportiamo – aggiunge -; la cifra viene spesso colmata dal Rotary, dal circolo, dal comune o dalle famiglie di riferimento della persona che la richiede. Ultimamente stiamo rispondendo anche alla richiesta di tantissimi bambini. Il nostro distributore è Decathlon, abbiamo lanciato un progetto-scuola molto interessante che a Cremona ha il suo acme. Abbiamo un accordo con la FIT nel quadro di “Racchette di Classe”, e sono orgoglioso del fatto che 2 giocatori su 8 del Master finale wheelchair da lunedì ad Orlando sono nostri testimonial: l’argentino Gustavo Fernandez e lo spagnolo Martin De la Puente».
(d.p.)