Bankitalia, Valle d’Aosta: segnali di ripresa, ma ci sono nubi all’orizzonte
Presentata l'analisi congiunturale della filiale valdostana di Banca d'Italia; il 2021 segna una ripresa, ma materie prime, pandemia e mancanza di manodopera frenano gli entusiasmi
La ripresa nel 2021 si vede, le premesse per il 2022 sono buone, anche se all’orizzonte si stagliano nubi di incertezza legate all’evolversi della pandemia, alla crisi e all’aumento della materia prime, nonché alla difficoltà di reperire manodopera. Questo in estrema sintesi, lo stato dell’economia della Valle d’Aosta, presentato nella nota di aggiornamento congiunturale preparata da Bankitalia e relativa ai primi tre trimestri dell’anno.
La nota
Il documento, preparato da Luciana Aimone della divisione analisi e ricerca economica della sede di Bankitalia di Torino, è stata presentata mercoledì insieme al direttore della sede della Banca d’Italia della Valle d’Aosta, Simone D’Inverno, e al vice capo filiale, Paolo Emilio Mistrulli.
L’economia in Valle d’Aosta
Come detto, l’analisi presenta una situazione in cui i primi mesi del 2021 risentono degli influssi della pandemia, a causa principalmente del prolungamento delle chiusure nella nostra Regione.
In tal senso, a risentirne maggiormente sono stati turismo e commercio, nodi strategici della realtà rossonera, con l’estate, e agosto in particolare, ad aver portato respiro, seppur con livelli più bassi rispetto al periodo pre-Covid.
Le imprese
A parlare delle imprese è Paolo Emilio Mistrulli, che ricorda come il 2020 abbia portato un «calo del Pil del -9%», con chiari segnali di ripresa nel 2021.
Partendo dal turismo, i primi otto mesi del 2021 vedono una riduzione delle presenze del 34.2%, che va ad aggiungersi al 39.5% del 2020.
Batosta per le presenze straniere (-65.4%), mentre tengono almeno in parte gli italiani.Questo, però, porta «attese positive per l’inverno – spiega Mistrulli -, anche se rimangono incertezze legate alle restrizioni alla mobilità».
Ci sarà, però, tanto da recuperare, visto che nei mesi invernali del periodo in esame le presenze sono il «4.9%» di quanto registrato nel 2019.
Il tutto porta, per le imprese del terziario, «un calo di fatturato nei primi nove mesi del 2021 – continua Mistrulli -, riscontrato nei tre quarti delle imprese rispetto al 2019».
Industria
Dato in controtendenza per quanto riguarda l’industria, dove i due terzi delle imprese «nel 2021 vedono un aumento del fatturato sull’anno precedente – sottolinea il vice capo filiale -. Le previsioni sono positive, anche se in calo sul 2019».
Investimenti
Gli investimenti sono «la variabile più sensibile» evidenzia Mistrulli.
Le aziende valdostane, infatti, hanno realizzato «il 60% di quelli programmati» e la maggior parte di esse «hanno ridotto le risorse», in controtendenza rispetto al resto d’Italia, dove «gli investimenti sono stati più vicini alle previsioni».
Per il 2022, però, «prevalgono le previsioni di aumento e stabilità».
Export
L’export, dato relativo per la nostra regione, è particolarmente «legato al comparto siderurgico – rivela Mistrulli -. Si registra un 31.3% di crescita, contro il 24.2% italiano».
Balzo, questo, legato «anche all’aumento dei prezzi».
Costruzioni
Il dato più positivo riguarda le costruzioni, settore caratterizzato da una ripresa cominciata nel 2020 e concretizzata a fine 2021, «superando il livello 2019 – rivela il vice capo filiale -. Il tutto, ovviamente, è legato all’attività residenziale, spinta dai vari bonus, ma anche da investimenti in espansione nel campo degli enti locali».
Questo, nonostante la cronica «difficoltà a trovare manodopera – spiega ancora -. Non solo specializzata, ma anche generica: la crisi degli anni passati ha portato molte persone a cambiare settore».
Il trend positivo, comunque, si ripercuote anche sul mercato immobiliare, con un buon aumento di transazioni e, di conseguenza, dei prezzi.
Redditività
I segnali di ripresa, però, al momento non si ripercuotono sugli utili.
«Il 2021 non ha ancora visto un balzo rispetto a un 2020 di bassa redditività – ricorda Mistrulli -. La liquidità è in leggera contrazione, ma questo non è necessariamente un dato negativo; magari significa solo minore incertezza».
Credito
A livello di credito, infine, cresce il ricorso soprattutto per le piccole aziende.
Questo, sostanzialmente, è legato «ad aiuti e fondi pubblici – conclude Mistrulli -. Negli ultimi mesi si è vista una contrazione, con la qualità del credito rimasta stabile, con un lieve peggioramento da settembre».
Famiglie
Luciana Aimone ha puntato il mirino sulla situazione delle famiglie, che vede i riflessi della ripresa sul mercato del lavoro.
«Le assunzioni sono cresciute con la ripresa del turismo – spiega Aimone -. In prevalenza si parla di contratti a termine, ma è una caratteristica legata alla stagionalità diffusa in Valle d’Aosta».
Dato particolare riguarda le poche cessazioni.
«Nel periodo invernale non ci sono state assunzioni – spiega la responsabile della divisione analisi e ricerca economica della sede di Bankitalia di Torino – e così mancano le conseguenti chiusure dei contratti».
Ammortizzatori sociali e aiuti
Risulta alto, ovviamente, il ricorso ad ammortizzatori sociali.
Se nei primi nove mesi del 2021 «i dati sono inferiori al 2020», rimangono però «molto elevati rispetto agli anni precedenti – continua Aimone -, con tanti settori che non ne avevano mai usufruito».
Stesso discorso per il sostegno al reddito.
Reddito e pensione di cittadinanza hanno riguardato l’1.7% del totale delle famiglie. Cresciuto anche il ricorso al reddito di emergenza (1.1% del totale a giugno e 0.6% del totale a dicembre).
Consumi
In materia di consumi, Aimone rileva «una contrazione superiore al 10% nel 2020 – dice -, ma la tendenza è cresciuta nel 2021».
Questa crescita si riflette sul credito delle famiglie.
In particolare, cresce del +1.6% il credito al consumo, in particolare per quanto riguarda l’acquisto di auto, soprattutto nella prima parte del 2021.
Aumentano del +3.3% anche i mutui.
«Sono lievitati – ammette Aimone – e ben l’84% sono a tasso fisso».
Le prospettive
E le prospettive?
«Le attese sono positive per tutti i settori – anticipa -. L’indagine, di fine settembre, vede ordini e fatturato in crescita per industria e servizi e una ripresa degli investimenti, in gran parte perché arriveranno quelli previsti nel 2021».
Segnali positivi dovrebbero arrivare anche dal turismo, anche se «il rischio di limitazioni potrà incidere – conclude Aimone -. Stesso discorso per le difficoltà di approvvigionamenti di materie prime e l’aumento dei prezzi».
Digitalizzazione
Una parentesi Luciana Aimone la dedica anche alla digitalizzazione.
«A livello nazionale la media è inferiore a quella europea, sopratutto per ritardi nelle competenze digitali, nella scarsa integrazione delle tecnologie digitali nei processi produttivi e nella connettività – dice -. Non siamo messi così male a livello di e-governement».
La Valle d’Aosta, però, è ancora «sotto la media nazionale – conclude -. Patisce soprattutto i livello delle connessioni e i livello di digitalizzazione più basso delle imprese. Positive, invece, le voci relative a competenze digitali, uso di internet ed E-governement».
La situazione in Valle
Tira le fila il direttore della sede valdostana di Bankitalia, Simone D’Inverno.
«La Valle sembra in notevole ritardo – dice parlando di digitalizzazione -, ma bisogna tenere conto del fatto che siamo l’unica vera regione montana».
Per questo ci vuole «grande cautela quando analizziamo ogni genere di dato – spiega D’Inverno -. Siamo in ripresa, ma sono necessari distinguo legati alle nostre specificità, come il diverso contributo al Pil portato da settori come turismo, trasporti e commercio».
La situazione, insomma, è particolare.
«La pandemia ha chiuso tutto – esclama D’Inverno -. Il nostro maggiore fattore di rischio si è avverato in toto. La pandemia ha colpito duro, le restrizioni sono durate più a lungo, tanto che dal 28 giugno, con l’avvio dell’estate, le cose migliorano».
Le prospettive, con tutti i vari distinguo, sono però buone.
«Ricordiamo che il 2019 è stato un anno boom per il turismo e il 2020 ha visto la Valle attiva fino a marzo – rintuzza D’Inverno -. Agosto ha già dato un segnale di ripresa, e la percezione per i prossimi mesi è improntata all’ottimismo».
Come detto, ci sono dei però.
«Ci sono addensamenti nuvolosi – conclude -. La pandemia non è vinta e ci sono sono fiammate inflazionistiche da tenere d’occhio. Inoltre, pesa anche la difficoltà a reperire manodopera a tutti i livelli. Il problema riguarda in primis turismo e commercio, ma ultimamente sta interessando un po’ tutti i settori, comprese le figure specializzate per l’industria».
(alessandro bianchet)