Aosta celebra la “culture de l’égalité” con Verdiana Vono e Leonardo Sinopoli
Célébrant la culture de l'égalité è l'evento voluto dall'amministrazione comunale di Aosta con un riconoscimento per i due artisti che si sono distinti a livello internazionale
Aosta celebra la “culture de l’égalité” con Verdiana Vono e Leonardo Sinopoli.
Célébrant la culture de l’égalité è l’evento voluto dall’amministrazione comunale di Aosta, con un riconoscimento per i due artisti che si sono distinti a livello internazionale, nell’ambito della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre) e del Transgender Day of Remembrance (20 novembre).
La cerimonia
Un muletto con le fascine, «un animale riflessivo, intelligente che si adatta anche ad ambienti sfavorevoli», ha ricordato Samuele Tedesco, assessore alla Cultura del Comune di Aosta, perché su Verdiana Vono e Leonardo Sinopoli «c’è un grande peso».
Un muletto rosso per ricordare la Giornata contro la violenza sulle donne e un muletto arcobaleno, per il Transgender Day of Remembrance, sono i tatà di ceramica consegnati ai due artisti nella cerimonia di martedì sera, 23 novembre, nel Salone Ducale del municipio di Aosta.
«A volte si pensa che il premio sia un qualcosa di superfluo, poco utile, meno importante rispetto a un’azione, ma il premio per questi due artisti è un gesto simbolico che un’amministrazione può e deve fare» ha detto l’assessora alle pari opportunità, Clotilde Forcellati.
«I simboli hanno un significato – ha proseguito riferendosi ai due tatà – quel peso, il peso di violenze e discriminazioni, è un peso che portiamo tutti noi, lo porta una comunità che ancora non sa rispondere in maniera adeguata fino in fondo a questa sofferenza»
«Ci vogliono più muletti con tanto carico di fascine per contrastare la violenza sistematica e quotidiana sulle donne e sulle persone transgender» aggiunge l’assessore Tedesco.
Il presidente del Consiglio comunale di Aosta, Luca Tonino, ha ricordato come nell’ultimo anno l’attenzione sul tema dei diritti è diventato centrale nel dibattito del Consiglio comunale. Tonino parla di una sensibilità ampia e trasversale, «una lotta di civiltà alla quale la città di Aosta deve partecipare e sulla quale non farà mai mezzo passo indietro».
Alla cerimonia hanno preso parte anche la presidente del Centro Donne contro la violenza di Aosta, Anna Ventriglia e, con un videomessaggio, Marc Angel, co-presidente dell’Integruppo Lgbti+ al Parlamento europeo, e Pina Picierno deputata del Parlamento europeo e membro della Femm Committee, la Commissione permanente per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere.
Leonardo Sinopoli
Leonardo Sinopoli
Leonardo Sinopoli, classe 1998, performer aostano, riceve il premio per la sua vittoria all’Arte Laguna Prize 2020-2021 all’Arsenale Nord di Venezia con la sua performance 331, Say their Names.
331 è una performance di lunga durata, circa 3 ore e mezza, per la quale Leonardo ha imparato a memoria 331 nomi, cognomi e data di morte di persone transgender che dall’ottobre 2018 al settembre 2019 sono morte e li ha trascritti, uno alla volta su una tela di 10 metri. Una sorta di memoriale, un monito per la violenza transfobica.
«Quando sono partito a 16 anni il mio rapporto con la Valle d’Aosta non era dei migliori, ho vissuto sulla mia pelle una forte omofobia, violenze sia fisiche che verbali, si può quasi dire che io sia scappato da questa città» dice il giovane performer emozionato, accarezzando il tatà arcobaleno.
«Ora tra queste montagne mi sento più sicuro, dopo 7 anni. Questo riconoscimento lo dedico alla comunità Lgbtq+ di cui io faccio parte».
«Ricevere questo riconoscimento ad Aosta mi rende fiero di essere valdostano perché mi fa capire che una presa di coscienza è iniziata e necessaria, in un momento storico come questo in cui una legge come il Ddl Zan viene affossata tra le risate e gli applausi dei politici».
«Spero che questo premio non rimanga fine a se stesso ma che porti a un cambiamento che deve iniziare a partire da oggi, da domani» conclude Sinopoli.
Verdiana Vono
È in collegamento video da casa sua la drammaturga e attrice della Compagnia Palinodie, Verdiana Vono.
Verdiana Vono, in collegamento, e Leonardo Sinopoli
«Siamo in un momento storico pandemico e a me è toccato il confinamento questa sera, perdonate ma l’emozione ha comunque attraversato gli schermi ed è arrivata fino a qui».
Il tatà rosso a ricordare la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne è andato a Verdiana per la menzione che il suo testo Brucia il mito, ha ottenuto al Festival Internacional del Teatro Feminino “La escritura de la/s diferencia/s”2020/2022.
Un premio internazionale, nato nel 1999 dalla considerazione che le opere scritte da donne fossero poco rappresentate nei teatri.
Brucia il mito è ispirato al testo di Eracle, raccontato da Sofocle nella tragedia Le Trachinie raccontato però da un diverso punto di vista.
«Sofocle racconta di Eracle che torna vittorioso dalla guerra con una nuova donna, più giovane. La classica storia dell’eroe osannato – aveva raccontato Verdiana in un’intervista a Gazzetta Matin, un anno fa -. È ora di bruciare certi mitiche hanno idealizzato la figura di un certo tipo di uomo, che in realtà torna con una donna come bottino di guerra. Il mio testo è costruito smontando i personaggi. Nessuno sa chi è Daianira, la moglie di Eracle che prepara un filtro d’amore perché il marito torni ad amarla. Un filtro che in realtà è un veleno e quando Eracle lo utilizza, brucia. La lettura classica mette in evidenza quanto sia stata pazza Daianira che ha alla fine ha ucciso il marito, io, invece, dico che la sua sia stata una decisione consapevole di bruciare, appunto, il mito».
Un lavoro di molti anni per la drammaturga aostana e la menzione al festival biennale «è stato il coronamento di questi anni di scrittura attorno al tema della violenza di genere e del superamento della violenza di genere» dice in videocollegamento.
«Superamento. Credo che siamo in una congiuntura storica potente sotto molti aspetti, perché il cambiamento è in atto e la serata di oggi, il lavoro di Leonardo, il lavoro della cultura lo dimostrano» aggiunge.
«Il cambiamento è un movimento e ogni movimento genera delle tensioni negative e resistenti ciononostante è inarrestabile – conclude – e noi siamo la testimonianza di un cambiamento inarrestabile, di una cultura dell’uguaglianza che è cultura tout-court, perché la cultura è di tutte e di tutti, per tutte e per tutti e non si dà se non nell’umano. Sta a noi abbracciarla e farla fiorire».
(erika david)