Aosta, fine esenzione: déhors a pagamento
Rispondendo a un'iniziativa della Lega, la vice sindaca Borre ha detto: «'idea è quella di destinare delle risorse economiche a una manifestazione in più o a un evento in più che possa dare risposte a tutte le attività»
Nessuna proroga sull’esenzione dal pagamento della tassa per l’occupazione del suolo pubblico per i dehors. E’ quanto emerso giovedì 5 maggio nel corso della riunione del Consiglio comunale di Aosta.
«Più eventi»
«Secondo noi il bilancio può essere destinato a forme di investimento maggiormente remunerative anziché un sostegno economico che può agevolare pochi e con una cifra bassa – ha detto la vice sindaca, Josette Borre, rispondendo a una mozione presentata dalla Lega VdA -. L’idea è quella di destinare delle risorse economiche a una manifestazione in più o a un evento in più che possa dare risposte a tutte le attività».
Per i dehors, comunque, «un piccolo aiuto gli esercenti lo stanno ancora percependo: possono mantenerli più estesi e hanno altri 210 giorni per ripresentare le domande e adeguarli. Preferiamo destinare le risorse ad attività e manifestazioni che possano dare a risposte a più commercianti sul territorio – ha concluso Borre -, perché anche negozi e altre attività commerciali».
La mozione
Con la mozione illustrata in aula, la consigliera del Carroccio Sylvie Spirli mirava a impegnare la Giunta «a valutare una proroga di esenzione al canone unico patrimoniale o uno sconto sul canone per tutto il 2022»; in settimana anche Confcommercio aveva chiesto all’Amministrazione comunale di confermare l’esenzione o la riduzione dell’ex Cosap.
Critica la minoranza
Dagli scranni della minoranza, i consiglieri di Forza Italia tuonano: «La maggioranza comunale preferisce ripristinare tasse e tributi, anche nei confronti delle attività e delle imprese aostane in difficoltà, anziché prevedere esenzioni e agevolazioni. Come si fa a reintrodurre la tassa sui dehors proprio in un periodo di grave crisi come quello che sta attraversando il tessuto economico-produttivo locale? Si tratta di una scelta scellerata».
(re.aostanews.it)