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    Il Rifugio Vittorio Sella a Cogne
    montagna, TURISMO & TEMPO LIBERO
    di Erika David  
    il 04/06/2022

    Cogne, il Rifugio Vittorio Sella festeggia 100 anni

    Ai piedi del Col Lauson, a Cogne, nasce come casa di caccia del re Vittorio Emanuele II, per poi aprire agli alpinisti nel 1922 con il Cai di Biella

    Cogne, il Rifugio Vittorio Sella festeggia 100 anni.

    Ai piedi del Col Lauson nasce come casa di caccia del re Vittorio Emanuele II, per poi aprire agli alpinisti nel 1922 sotto la proprietà del Cai di Biella.

    100 anni di Parco Nazionale Gran Paradiso, ma anche 100 di uno dei suoi rifugi: il Vittorio Sella nel Vallone di Lauson.

    Una coincidenza? Tutt’altro! Frutto di una storia che li lega da sempre.

    La casa di caccia del re

    Il Sella non è sempre stato un rifugio, anzi, fu eretto a fine del 19 secolo ad opera della casa Savoia. Il re Vittorio Emanuele II, grande appassionato di caccia, frequentò assiduamente fin dal 1850 le valli intorno al Gran Paradiso fino all’intuizione degli anni 60: un progetto grandioso per agevolare le sue battute di caccia.

    Furono così costruiti 300 chilometri di mulattiere da Champorcher a Ceresole. Lungo il percorso vennero realizzate cinque case di caccia in cui il re poteva pernottare e riposarsi: Dondena nella valle di Champorcher, Lauson nella valle di Cogne, Orvieille in Valsavarenche, Nivolet e infine Gran Piano a Noasca.

    Le battute di caccia, spesso estremamente sanguinarie, proseguirono con Vittorio Emanuele III  fino al 1913.

    Sette anni dopo, Vittorio Emanuele III donò la sua riserva privata (2100 ettari) allo stato italiano e così si creò il primo embrione del Parco Nazionale.

    1922, una data importante

    Il Rifugio Vittorio Sella in uno scatto degli anni Cinquanta

    Il 3 dicembre 1922 venne istituito ufficialmente il Parco Nazionale del Gran Paradiso.

    La casa di caccia Lauson, ormai non più utilizzabile per il suo scopo iniziale, venne acquistata da Emilio Gallo, presidente del Cai di Biella.

    Gallo lasciò la casa in donazione al Cai che lo trasformò in un rifugio alpino. Un solo vincolo: intitolarlo a Vittorio Sella.

    Vittorio Sella, tra fotografia e esplorazione

    Anche lui di Biella e nipote del più famoso Quintino, Vittorio Sella fu un importante fotografo del secolo scorso, tanto che ancora oggi le sue foto di montagna sono considerate di notevole bellezza. Partecipò a diverse spedizioni dal Caucaso all’Alaska.

    Gli ultimi 100 anni

    La famiglia Mappelli che attualmente gestisce il Rifugio Vittorio Sella

    Dal 1922 ad oggi il Rifugio è sempre rimasto proprietà del Cai di Biella ma sempre con delle gestioni famigliari, molto spesso di cogneins come la famiglia  Jeantet che l’ha gestito a metà del secolo scorso.

    Sono arrivati poi i Billia, il cui figlio, Rino, lavora ancora nel capo dell’ospitalità ma in ambito del tutto diverso: è, infatti, il sommelier dell’Hôtel Bellevue di Cogne.

    Nel 1981 è arrivata la famiglia Mappelli, che attualmente gestisce il rifugio.

    «L’81 è stata la prima stagione di mio papà Angelo e di mia mamma Adelina al rifugio Sella – racconta  Jean Mappelli seduto davanti al “rifugio di famiglia” – e da lì la mia famiglia ha continuato ogni anno a salire quassù per la stagione estiva e quella primaverile».

    «In questi 40 anni il lavoro del rifugista e soprattutto l’utenza sono cambiati moltissimo. Quando lo gestiva mio papà, il Sella era un appoggio a livello alpinistico. Da qui si potevano fare ascensioni come alla Gran Serz o alla Grivola – racconta Mappelli -. Ora, con i cambiamenti climatici, i ghiacciai non ci sono più in questa zona. Gli itinerari alpinistici si possono percorrere in giornata e abbiamo perso quel tipo di clientela».

    Adesso, il rifugio è frequentato da trekker e famiglie.

    «Lavoriamo tanto a pranzo, con le famiglie che salgono ad ammirare la flora e la fauna del Pngp. La sera abbiamo trekker itineranti, che magari fanno anelli di più giorni, ma sono in maggioranza stranieri» spiega il gestore.

    Anche le richieste sono cambiate «una volta era normale dormire negli stanzoni nei rifugi; ultimamente la clientela chiede sempre di più delle stanzette private».

    Il rifugio Sella, nel cuore del Gran Paradiso, ha da sempre una relazione importante con il Parco con il quale lavora in sinergia.

    «Negli ultimi anni stiamo lavorando tanto sul green. Abbiamo eliminato il gasolio e la benzina e installato i pannelli solari. Cerchiamo di volare il meno possibile: facciamo una rotazione ogni tre settimane per portare su il grosso e per tutto il resto ci avvaliamo di un asinello! D’altronde, mi dava proprio fastidio l’idea di girare con un elicottero sopra la testa delle persone che vengono qui a godersi la pace della natura».

    Il Sella, aperto anche in primavera, è un importante punto di appoggio per il Tour del Gran Paradiso: un raid di scialpinismo che attraversa le valli del Gran Paradiso in più giorni. «Negli anni 80 c’era già chi lo faceva ma non era ancora così conosciuto. Mio papà e Ilvo Berthod del rifugio Chabod hanno avuto l’intuizione e hanno investito tanto su questo tour. Adesso è diventato un must tra gli scialpinisti di tutta Europa e contiamo sui 400/500 passaggi ogni primavera».

    La festa per i 100 anni

    A fine luglio partirà un trekking dal borgo di Bagneri, nel Biellese, che in una settimana di cammino raggiungerà il Sella.

    Al rifugio ci sarà un weekend di festa a cura del Cai di Biella con proiezioni di vecchi filmati alpinistici, la messa e per finire la polentata della domenica a cui potranno partecipare tutti gli escursionisti che si troveranno lassù.

    (deborah bionaz)

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