Banca d’Italia: 2021 di ripresa in Valle, ma ora regna l’incertezza
Dopo la crescita estiva, l'aumento dei prezzi e la guerra in Ucraina hanno portato un pesante rallentamento dell'economia rossonera: «Abbiamo una visione di breve termine»
Un 2021 di ripresa, ma con chiari segnali di rallentamento già dalla fine dell’anno e dai primi mesi del 2022, a causa soprattutto dell’incertezza legata ai rincari delle materie prime, alle difficoltà di approvvigionamento e al conflitto tra Russia e Ucraina. Il tutto, con valori comunque inferiori ai livelli pre-pandemia, in particolare per commercio e turismo. Questi i dati principali emersi da “L’Economia della Valle d’Aosta”, il rapporto annuale di Banca d’Italia, presentato martedì 28 giugno.
Il rapporto annuale
Il lavoro, coordinato dall’economista Luciana Aimone Gigio della Divisione analisi e ricerca economica della sede di Torino, è stato illustrato anche dal vice capo della filiale di Aosta di Banca d’Italia, Paolo Emilio Mistrulli e dal responsabile, Simone d’Inverno.
Visione d’insieme
A fornire una visione di insieme è Paolo Emilio Mistrulli, che ricorda come il «2021 è un anno di ripresa» seguito però a una «forte contrazione del 2020», caratterizzato da «grandi tassi di espansione» vicini al 6%, ma non abbastanza per tornare ai livelli del 2019, soprattutto per turismo e commercio.
L’ottimismo è poi raffreddato dagli ultimi mesi dell’anno e dai vagiti del 2022, con l’aumento delle materie prime, «la difficoltà a rimettere in moto la catena del valore», che presentano un po’ di nubi in un contesto reso ancora più complicato dalla guerra.
«L’invasione russa ha portato un ulteriore aumento dei prezzi e maggiori difficoltà di approvvigionamento – continua Mistrulli -. Il quadro di incertezza aumenta e si valuta un impatto del 2% a livello di Pil».
Il tutto, nonostante la grande crescita di costruzioni e industria, che nonostante il «grande recupero degli ultimi anni» arrivano appena all’80% «rispetto al 2008».
Famiglie e mercato del lavoro
Il 2021, secondo la ricerca di Banca d’Italia, presenta buone notizie a livello lavorativo, con il parziale recupero dei livelli occupazionali nella seconda parte dell’anno, dopo il mancato avvio della stagione invernale.
Dopo il -3.8% del 2020, si parla comunque di -0.7%, condizionato dal -10.7% di inizio anno.
L’iniziale miglioramento del clima di fiducia nelle famiglie è stato poi messo a dura provo dal boom dei prezzi e dalla guerra, ma a livello di reddito disponibile, grazie anche alle misure di sostegno, «si registra un aumento del +1.2%», che ha permesso ai valdostani di «riaffacciarsi sul mercato immobiliare», portando un +4% di mutui abitazione e un +1.9% del credito a consumo.
Imprese
Segnali confortanti arrivano dalle imprese e in particolare da industria e costruzioni.
Industria
L’industria, ad esempio, «è in ripresa» spiega ancora Paolo Emilio Mistrulli.
Anche per effetto dell’aumento dei prezzi, infatti, «il fatturato sale», anche se rimane «sotto i livelli pre-pandemia per tante realtà».
Il manifatturiero, infatti, vede un 36.9% di realtà che aumentano il fatturato, un 31.8% che lo mantengono costante, ma ben un 31.3% che registra un calo, che per l’11% supera anche il 50%.
Import ed export
A sostenere l’industria è soprattutto «la domanda estera», visto che le esportazioni sono cresciute del 28.2%, che diviene +5.7% a prezzi costanti.
«L’aumento è però inferiore alla domanda potenziale – evidenzia il vice capo di Banca d’Italia Valle d’Aosta -; rispetto ai prodotti esportati la richiesta sarebbe ben più ampia».
Se l’export alimentare cala (-9.7%), soprattutto a causa delle limitazioni che hanno minato la vendita di bevande, la ripresa è marcata per il siderurgico (+49.7%), rinato dopo il crollo del 2020 (-24%) e leone dell’export regionale con il suo 65.3%.
Nel primo trimestre 2022, l’export continua il trend positivo, tradotto in +47.2% a prezzi correnti.
Esposizione con Russia e Ucraina
Particolare l’aspetto riguardante l’esposizione della nostra Regione nei confronti di Russia e Ucraina.
Al netto della voce legata all’energia, la Valle nel 2021 ha totalizzato esportazioni per 5.9 milioni di euro (0.8% del complessivo), con un import limitato a 0.7 milioni «e legato principalmente ad attività connesse allo smaltimento dei rifiuti».
Terziario
Le note dolenti arrivano dal terziario e in particolare dal turismo, settore trainante per la Valle d’Aosta e dove la perdita della stagione invernale ha fatto registrare fatturati in calo per oltre il 70% delle imprese.
Il Turismo
Ad approfondire la questione è Luciana Aimone Gigio, che parla di un settore il cui valore aggiunto per la Valle è dell’8.4%, contro il 4% dello Stivale.
E i dati parlano chiaro, visto che il rapporto tra turisti e residenti raggiunge il 28.9% (7.3% in Italia), e il numero di dipendenti, rispetto al totale del settore privati, vede il 21.6% coinvolti nella macchina turistica, con il 40.7% di assunzioni sul totale di assunti nel 2019.
Fortunatamente, prima della pandemia, il settore aveva registrato un rafforzamento e un forte aumento del peso dei flussi da Svezia (9%), Svizzera (7.7%), America (5.3%) e Asia (3.5%).
La parte del leone è recitata sempre da Regno Unito (22.3%) e Francia (13.4%), con il turismo russo passato dall’8% del 2013 al 2.9% del periodo pre-pandemia.
L’offerta ricettiva si era riorganizzata, registrando un aumento di strutture extra-alberghiere e di lusso, con il turismo straniero che aveva registrato il sorpasso su quello nazionale.
«Questo, però, ha aumentato l’esposizione alla pandemia» evidenzia ancora Luciana Aimone Gigio, con il 2021 che ha portato una nuova crescita delle presenze straniere, ma «fermata sotto il 30%».
Il calo delle presenze, però, ha portato anche un pesante calo delle assunzioni, a dimostrazione di come «il mercato del lavoro sia fortemente legato al turismo», con quasi «un quarto delle assunzioni in arrivo da fuori Regione», con il 40% «rappresentato da responsabili di alberghi e ristoranti».
In questo caso si è palesata evidente la «difficoltà nel reperimento di figure qualificate».
Costruzioni
A sorridere, almeno per ora, è il settore delle costruzioni, che come illustra il vice capo di Bankitalia VdA, «prosegue nella ripresa, con aumento di operai e ore lavorate» (tornati ai livelli del 2014) nonostante i rincari sulle materie prime e le difficoltà nel «reperimento di manodopera».
Decisiva «la spinta degli incentivi fiscali», con il Superbonus che da solo porta interventi asseverati per 46.5 milioni di euro.
Immobiliare
Questo settore è stato trainato anche dai segnali positivi in materia di mercato immobiliare, tornato a crescere quasi ai livelli del 2014, con prezzi in aumento, anche se ridotto per quanto concerne le strutture non residenziali.
Come stanno le imprese
Ma a livello finanziario come stanno le imprese?
«Aumentano sia la redditività che la liquidità finanziaria» evidenzia Paolo Emilio Mistrulli, che parla di depositi del valore di 1.5 miliardi di euro, un terzo del Pil della Valle d’Aosta.
«Le imprese hanno più fatturato e posticipano gli interventi» spiega ancora Mistrulli, che riscontra un aumento dei prestiti (+5.8%), ma con condizioni stabili.
Crescono i prestiti con garanzie Covid, mentre calano quelli con moratorie Covid-19.
Grazie alle misure di sostegno, infatti, «rimane contenuto il tasso di deterioramento del credito».
L’aumento dei costi
Luciana Aimone Gigio, della Divisione analisi e ricerca economica della sede di Torino, effettua poi un’analisi sull’aumento dei prezzi di materie prime ed energia.
In Valle, questi hanno un impatto diretto sui costi di produzione stimato in +3.6% (+3.9% in Italia) e un effetto complessivo del +6.4% (+6.7% in Italia).
L’esplosione dei prezzi per la componente energetica di marzo, secondo Aimone Gigio, ha un impatto pesante sui costi di produzione della manifattura (+14.1% da dicembre 2020 a marzo 2022) e più contenuto su servizi privati (3.6%) e costruzioni (4.7%).
L’impatto sull’economia regionale è comunque pesante, visto che settori trainanti come metallurgico e trasporti rappresentano un valore aggiunto del 13.8%.
A limitare i danni c’è il fatto che l’83% dell’energia è coperta dalla produzione locale da fonti rinnovabili.
La questione, però, non aiuta le famiglie meno agiate (11% del totale), ossia «quelle più colpite dai rincari».
Piano nazionale di ripresa e resilienza
Un ultimo approfondimento riguarda il Piano Nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che porterà una nuova spinta agli investimenti, dopo la boccata d’ossigeno del 2018, derivante dai trasferimenti statali e dal via libera all’utilizzo di parte dell’avanzo di amministrazione.
Il Pnrr, in Valle, dovrebbe portare «103 milioni di euro – spiega Aimone Gigio -, cui vanno aggiunti 20 milioni per il rilancio dell’attività sanitaria».
Circa 85 saranno in capo ai Comuni, mentre 17.8 riguarderanno il potenziamento dei trasporti.
«Questo dovrebbe portare un aumento medio degli investimenti del 17% – conclude Aimone Gigio -, cui sommare 174 milioni di fondi POR FESR e POR FSE, da usare in maniera complementare al Pnrr. Sono strumenti innovativi, che coniugano investimenti pubblici e privati, creando le basi per la ripartenza».
E il 2022?
Segnali in chiaroscuro per i prossimi mesi.
«In Valle rimangono basi solide e alti livelli di liquidità per le imprese – rivela ancora -, mentre le famiglie hanno un livello di reddito medio più alto rispetto al resto d’Italia e un indebitamento ridotto», così come ridotto rimane quello delle «amministrazioni locali».
C’è un però.
«L’aumento dei costi e le incertezze sulla durata della guerra incidono sulla previsione di spesa di famiglie e imprese – conclude Luciana Aimone Gigio -. Sono previsti cali di fatturato, incertezza per il turismo e un possibile deterioramento del portafoglio crediti delle banche».
Il direttore
Evidenzia la condizione di incertezza il direttore della filiale rossonera di Bankitalia, Simone D’Inverno.
«Purtroppo abbiamo una visione di breve termine ed è difficile capire cosa potrà avvenire – conclude il direttore -. La Valle, comunque, ha punti di forza non indifferenti, dalla grande liquidità, alla qualità del credito elevata, fino al reddito superiore alla media».
La siccità, nonostante le piogge di questa settimana, rischia però di diventare un problema.
«È un paradosso in una Regione da sempre ricchissima di acqua e che produce energia dall’idroelettrica – si congeda D’Inverno -. Il comparto primario è messo a dura prova e dopo due anni tragici ci si trova di fronte a una situazione comunque preoccupante, in cui tutti siamo un po’ spettatori e non abbiamo la leva decisionale diretta».
(alessandro bianchet)