Violenza di genere, Valle d’Aosta: approvato piano triennale di interventi
Il documento fissa gli indirizzi e definisce le azioni da adottare per il triennio 2022-2024
Violenza di genere, Valle d’Aosta: approvato piano triennale di interventi. Lo comunica l’assessorato regionale alle Politiche sociali dopo l’approvazione della Giunta riunitasi oggi, 29 agosto.
Il documento per il triennio 2022-2024 fissa gli indirizzi, definisce le priorità delle azioni da adottare per il raggiungimento degli obiettivi di cui alla legge regionale n.4 del 2013 (Interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere e misure di sostegno alle donne vittime di violenza di genere) ed è diretto a orientare e coordinare l’azione di tutti i soggetti, pubblici e privati, in materia di sensibilizzazione, prevenzione e contrasto della violenza di genere.
“In Valle d’Aosta il problema della violenza di genere è di un certo rilievo e sul territorio ricoprono un ruolo fondamentale e strategico il Centro donne contro la violenza e la casa rifugio “Arcolaio”, due servizi cruciali che offrono tempestivo supporto e accoglienza alle donne sole o con figli minori vittime di violenza”, si legge in una nota.
La nuova pianificazione
In particolare, tra le questioni che sono previste nella nuova pianificazione sono particolarmente significative le seguenti:
- l’operatività richiede un grande coordinamento, integrazione e coinvolgimento tra tutti i soggetti;
- la rete dei servizi coinvolti nella segnalazione e presa in carico delle donne vittime di violenza e, in un futuro prossimo, anche degli uomini maltrattanti, va curata costantemente, intervenendo laddove si rischia di perdere le buone pratiche, soprattutto per il turn over del personale;
- nel triennio 2017-2019 è stata incrementata l’attività di sensibilizzazione/promozione, che coinvolge un numero sempre maggiore di soggetti, sia nella progettazione, sia nella partecipazione alle iniziative e i giovani, in particolare, hanno risposto con proposte e progetti molto validi e centrati sul tema;
- le attività formative hanno svolto una duplice e importante funzione non limitandosi a fornire ad addetti ai lavori competenze e conoscenze specifiche (esempio operatori sanitari), ma permettendo l’emersione della pervasività di pregiudizi e stereotipi sulle identità e sui ruoli maschili e femminili, anche tra figure educative. Pertanto, momenti di apprendimento sugli aspetti culturali, alla radice delle discriminazioni di genere, dovranno essere proposti con costanza e continuità;
- un elevato numero di donne vittime di violenza rientrano al proprio domicilio, anche dopo un periodo di permanenza nella Casa rifugio per varie motivazioni: non hanno la forza di porre fine al rapporto con il loro compagno, non hanno risorse psicologiche ed economiche sufficienti ad affrontare un percorso di autonomizzazione, ecc…;
- il processo di empowerment sociale ed economico delle donne, volto a favorirne l’indipendenza e l’autonomia nelle scelte, nonché a ridurne la vulnerabilità e l’esposizione alla violenza, riveste quindi un ruolo fondamentale.
“La violenza – sottolinea l’assessore alle Politiche sociali Roberto Barmasse – oltre ad avere un enorme costo sociale e umano, a generare un danno psicologico profondo, danni fisici permanenti o addirittura la morte, determina anche un ingente costo in termini di spese sanitarie ed è necessario combattere tale fenomeno a livello strutturale e culturale, mettendo in campo tutte le azioni necessarie di prevenzione, protezione e sostegno, assistenza e promozione.
(re.aostanews.it)