Elezioni politiche, Vita: «Rimettere il popolo al centro della politica»
Lo ha detto la candidata al Senato Larisa Bargan; per Moriggia la Valle d'Aosta «può aspirare alla democrazia diretta»
Elezioni politiche, Vita: «Rimettere il popolo al centro della politica».
Tornare alla Vita
«Uniamoci per tornare alla vita e rimettere il popolo al centro della politica e i politici al suo servizio. Noi siamo il movimento del popolo. Proteggiamo la cosa più preziosa che abbiamo: la vita. Basta rincorrere i soldi».
E’ la filosofia che ispira il programma del movimento Vita di cui ha parlato la candidata al Senato Larisa Bargan, presentandosi a Fénis nella serata di venerdì 16 settembre, di fronte a una settantina di persone.
«Ritorniamo a essere in sintonia con la natura» dice Bargan e cita l’alluvione nelle Marche, rimarcando che «con le nostre abitudini per la natura siamo diventati dei tumori di cui cerca di liberarsi. Basta con pesticidi e Ogm».
A spiegare la corsa in solitaria Nino Moriggia: «Con Italia sovrana e popolare condividiamo un ideale, una missione ma abbiamo scelto strade diverse. La nostra è un’iniziativa che non può sovrapporsi ad altre. Tuttavia, qualora fossimo eletti, in Parlamento saremmo tutti schierati dalla parte del buon senso seppure con maglie diverse».
Per la fondatrice del movimento Sara Cunial «la biodiversità intellettuale è garanzia di democrazia così come lo è la Costituzione. Omogeneizzare valori e proposte è una sconfitta in partenza. Noi non ci piegheremo a un sistema che ci vuole tutti uguali. Credo che abbiamo la possibilità di rappresentare i cittadini in maniera degna. Anche le posizioni ultra-radicali hanno il diritto di essere rappresentate all’interno delle istituzioni. Se nessuno passerà lavoreremo alacremente da fuori, lavoreremo alla resistenza».
Non ha dubbi la deputata: «Vita starà all’opposizione. Noi non ci faremo infinocchiare».
A rispondere sull’autonomia e la specialità valdostana è Moriggia: «Abbiamo un punto nel nostro programma che riguarda l’autodeterminazione. In Valle d’Aosta, visto il numero esiguo degli abitanti, si potrebbe arrivare alla democrazia diretta dove a scegliere sarebbero i valdostani stessi». Manifesta dubbi sulla doppia finzione presidente dell’esecutivo e prefetto e ribadisce: «a decidere se doppia carica debba essere o non essere potrebbe essere il popolo».