Coppia travolta e uccisa da una frana in Val Ferret, è iniziato il processo civile
Coppia travolta da frana in Val Ferret, è iniziato il processo civile.
Si è tenuta oggi, martedì 20 aprile, la prima udienza della causa civile che i figli dei coniugi Mattioli – travolti e uccisi da una colata di detriti in Val Ferret nel 2018 – hanno intanto contro il Comune di Courmayeur.
L’udienza era stata rinviata lo scorso 5 aprile, per consentire la costituzione anche degli altri due soggetti chiamati in causa dal Comune di Courmayeur, la propria compagnia di assicurazione per la responsabilità civile verso terzi, i Lloyd’s, e la Regione Valle d’Aosta, costituitisi entrambi nelle scorse settimane.
Si è trattato di una udienza figurativa – ovvero scritta – nella quale i legali delle parti hanno chiesto – come di rito – i termini per il deposito delle memorie per la trattazione e istruzione della causa.
Decisione che verrà assunta dal giudice del tribunale di Aosta, Paolo De Paola che potrà concedere con apposita ordinanza, fissando contestualmente la data per la prossima udienza.
La scorsa primavera, il gip del tribunale di Aosta aveva chiesto l’archiviazione per l’allora sindaco di Courmayeur Stefano Miserocchi.
Le ipotesi di accusa erano di omicidio colposo e lesioni colpose gravissime, reato omissivo improprio e disastro colposo per frana e messa a rischio de pubblici trasporti.
I fatti e il processo civile
Proprio in quell’occasione, i figli della coppia – Simone ed Emanuela Mattioli – assistiti dai legali di Studio 3A Valore SpA – avevano annunciato la battaglia in sede civile.
Nel pomeriggio del 6 agosto 2018 la coppia, di rientro da un’escursione, era appena salita sulla sua Fiat Panda, lasciata in un’area utilizzata come parcheggio ubicata in adiacenza alla strada, all’altezza del punto in cui il Margueraz confluisce nel torrente Dora, quando il veicolo è stato improvvisamente travolto da questa valanga di sassi e fango: per effetto del debris flow, come viene definito questo genere di fenomeni, l’utilitaria è stata scaraventata nel torrente Dora e i due malcapitati sono deceduti per asfissia meccanica da schiacciamento.
I legali dei fratelli Mattioli, sostenuti dalla consulente legale Sara Donati, hanno prodotto svariati pareri di esperti che certificano l’alto rischio idrogeologico del sito e contestano la decisione di situare in quella zona a elevata pericolosità di frana, il parcheggio, dove la colata di fango e detriti ha travolto l’utilitaria di Vincenzo e Barbara Mattioli.
Coppia travolta e uccisa da una frana in Val Ferret: le parole dei figli
«Lo facciamo innanzitutto per sensibilizzare sulla pericolosità di quell’area a cui i nostri genitori erano molto legati – avevano spiegato nei mesi scorsi Simone ed Emanuela Mattioli nell’annunciare l’iniziativa – affinché vengano prese ulteriori misure di protezione rispetto a quelle che il Comune ha preso dopo la tragedia.
Oggi, è vero, quel parcheggio è stato chiuso, sono dovuti morire i nostri genitori per prendere questo provvedimento di buon senso, ma la strada passa ancora lì, accanto a un torrente che non ha proiezioni adeguate e che scaricherà ancora: non possiamo pensare che altri, e qui parliamo di famiglie e bambini, possano andare incontro alla stessa tragica sorte dei nostri genitori».
E poi, ovviamente, «ci aspettiamo il riconoscimento di una responsabilità quanto meno civile in capo al Comune, che aveva ed ha la gestione di quei luoghi e di quel parcheggio e che non ha garantito l’incolumità delle persone».
(re.aostanews)