Consiglio Aosta: solidarietà ai lavoratori della Cogne, ma solo da minoranze e Luciano Boccazzi
Bocciato l'ordine del giorno presentato dalla Lega: della maggioranza vota a favore solamente il consigliere di Pcp
Arriva solo dalla minoranza del comune di Aosta e dal consigliere Luciano Boccazzi (Pcp in quota Area Democratica) la solidarietà ai lavoratori della Cogne Acciai Speciali.
O almeno questo è quello che emerge dalla votazione del consiglio comunale del capoluogo.
Nella settimana in cui la CAS ha deciso per altri due giorni di chiusura del reparto acciaieria, con 91 lavoratori coinvolti (due terzi in formazione, 25 in cassa integrazione) e i sindacati hanno risposto con lo sciopero degli straordinari dal 1° al 31 ottobre, l’assemblea si è infatti spaccata (10 voti a favore, 18 astenuti) sull’ordine del giorno presentato dalla Lega.
Spaccatura, peraltro, forse più sul principio e sulle parole, che sul senso generale dell’iniziativa.
L’impegnativa
Il risultato, però, è che l’impegnativa di «esprimere solidarietà ai lavoratori dello stabilimento ed il suo pieno appoggio al Sindaco e alla Giunta comunale nell’avviare un’interlocuzione sia con l’Amministrazione regionale che con la nuova proprietà taiwanese “Walsin Lihwa Corporation” al fine di trovare delle soluzioni rapide e concrete per la salvaguardia della produzione e dell’occupazione del più importante stabilimento siderurgico della Regione» rimane solo su carta e nelle parole del dibattito.
L’ordine del giorno
A presentare il documento il consigliere del Carroccio, Bruno Giordano, che ricordato quanto accaduto proprio martedì, con tanto di sciopero degli straordinari proclamato dai sindacati, ha espresso «grande preoccupazione».
«In un mese è la seconda volta che si spengono i forni e si lasciano lavoratori in cassa integrazione – spiega Giordano -. Dissi in tempi non sospetti, speriamo di non diventare una fabbrica che serve all’industria madre come pezzo di ricambio, con l’Est a guardare alla Valle come a una formica da togliersi di dosso».
Sottolineato come l’ordine del giorno sia nato dalla necessità di evidenziare un «atteggiamento un po’ ricattatorio» dell’azienda, Bruno Giordano invita ad «alzare la soglia di attenzione», per evitare di andare incontro «a quella che una volta si chiamava delocalizzazione».
Per questo il consigliere del Carroccio chiede «interlocuzioni più continue con le altre istituzioni», perché se la politica non vigila il «destino sembra essere segnato».
Il sindaco
Evidenziando come le dinamiche interne alla Cogne possano «portare scenari intricati, peraltro trasversali a tutte le realtà produttive e a tutte le famiglie valdostane» e ricordando lo stanziamento di 12 milioni (con altri 12 in arrivo) dal parte della Regione, il primo cittadino si aspetta «un autunno difficilissimo – dice -. Il nostro contributo sarà la mobilitazione verso tutte le persone colpite dagli aumenti, perché dobbiamo stare vicino a tutti, non solo agli operai della Cogne».
Sottolineato come le implicazioni «legate all’assetto proprietario non sono che un ulteriore elemento di preoccupazione», Nuti anticipa come il Comune non possa fare altro che «trasmettere vicinanza, mantenere i conti in ordine», e fare fronte agli aumenti anche per i propri edifici «facendo ragionamenti per il previsionale 2023-2025».
Il dibattito
«La città ha patito anche l’inquinamento dalla sua fabbrica, abbiamo il diritto a stare seduti ai tavoli necessari – rincara la dose Giordano -. O capiamo questo o la Cogne ce la siamo già giocata. Esprimere la solidarietà è centrale, specialmente in un momento in cui si adopera la leve dell’accendi-spegni nonostante le commesse siano al massimo».
Mentre il leghista Sergio Togni sottolinea la necessità di «far sentire che la politica fa un’azione diplomatica e dà almeno vicinanza», Paolo Tripodi di Pcp ricorda come «tutti ci sentiamo vicini ai lavoratori», ma ritiene di «provare a dare fiducia al management».
E Tripodi continua.
«I dati snocciolati ci fanno pensare a una gestione che garantisce disponibilità – conclude -. L’interruzione a spot dei settori più energivori è frutto di scelte strategiche su cui, come Comune, non possiamo incidere».
Diego Foti (PCP), che ha fatto della «solidarietà ai lavoratori una missione», non condivide l’impegno, in quanto «dobbiamo dare carta bianca ai sindacati, il compito di interloquire spetta a loro».
Roberta Carla Balbis (Renaissance) sottolinea la necessità di «aggiungere una voce, nel rispetto di tutti», mentre Pietro Varisella (Alliance Valdôtaine) chiude: «non vorrei uscisse il messaggio che siamo contro la CAS. Vedrei meglio un’iniziativa che ricomprenda tutti i lavoratori».
(alessandro bianchet)