Rally: il centesimo gettone di Corrado Peloso
Nel fine settimana del 21 e 22 ottobre il driver rossonero taglierà l'importante traguardo nel Trofeo Aci Como
Nel prossimo week end del 21 e 22 ottobre, al Trofeo Aci Como Corrado Peloso festeggerà i cento rally disputati. Per l’occasione, comparirà sulla sua Renault Clio una livrea speciale, che evidenzia anche altri numeri: 4, 56, 17. Non si tratta di una vocazione esoterica, ma rispettivamente dei titoli conquistati (gruppo N e N 2 ruote motrici nel 2012; classe R1 e Trofeo Suzuki 2016 e Trofeo Suzuki 2018), dei podi e delle vittorie di classe.
Corrado Peloso: «Ho ancora tanto entusiasmo»
La premiazione del Rally di Monza
Corrado, un traguardo o un punto di partenza?
«Preferisco parlare dei primi vent’anni, ho ancora tanto entusiasmo, non ho alcuna intenzione di smettere. Per disegnare la livrea celebrativa ho preso spunto da Sébastien Loeb, che così, nel 2013, aveva suggellato i suoi innumerevoli titoli».
E dire che aveva iniziato già in età non più verdissima.
«Eravamo nel 2002, avevo già quasi trent’anni. Da sempre sognavo di correre in un rally, era la mia grande passione. Avevo vinto una selezione a livello nazionale al Centro Fiat di Balocco e da lì è partita la mia avventura.
Una carriera lunga, con un punto di svolta nel 2008.
«In effetti, mi piace suddividere il mio percorso in due parti. La prima, dal 2002 al 2010, nella quale ho disputato gare regionali, in Valle e in Piemonte. Nel 2008 una tappa, anzi la tappa, fondamentale. Gliese Engineering, con cui corro ancora oggi e a cui va il mio profondo grazie per avere creduto in me, mi nota e mi propone il Trofeo Suzuki.
Corrado Peloso: «L’IRC un’esperienza molto formativa»
Da quel momento, il suo approccio alle corse cambia radicalmente.
«Capirai, passo da una dimensione regionale a una dimensione nazionale, una soddisfazione enorme. Colgo la prima vittoria nel 2011 e l’anno successivo vengono i primi due titoli, gruppo N e N Due ruote motrici».
Peloso agli esordi
Sembra la destinazione definitiva, e invece sceglie uno iato che la fa ulteriormente crescere.
«Sì, nel 2013 e nel 2014 vado a disputare l’IRC, un campionato tosto, interessantissimo per la qualità dei partecipanti e per le gare. Un’esperienza molto formativa, che affronto con una Peugeot 208 e con una Renault Twingo».
Il richiamo del Trofeo Suzuki la cattura nuovamente.
«Ci torno nel 2015. Il primo anno lo utilizzo per preparare la vettura nuova, per prendere confidenza. L’anno dopo, la vittoria nel Trofeo, che bisso nel 2018, nessuno ci era riuscito prima».
Corrado Peloso: «Nel 2020 non ho corso, nel 2021 mi sono tolto soddisfazioni»
Sopraggiunge il Covid-19, che condiziona i suoi programmi.
«Nel 2020 non ho corso, l’anno scorso ho disputato la stagione con la Peugeot 208, togliendomi soddisfazioni come i numerosi podi, compreso quello finale, nella classe R2 del Campionato Italiano WRC. Quest’anno ho ripreso con un trofeo monomarca, il Renault Clio.
Corrado Peloso a Sanremo
A parte le vittorie, immagino che in vent’anni avrà raccolto dei ricordi speciali.
«Sono tanti. Mi torna alla memoria, ad esempio, la chiamata di Peugeot Italia per un test, eravamo nel 2013, che conduco con un fuoriclasse come Paolo Andreucci. O un test nel 2017 per sviluppare pneumatici per Toyo. O il Motor Show, la mitica Area 48 di Bologna Fiera: un’emozione fortissima, che sognavo fin da bambino. I ricordi, ripeto, sono tanti».
La tua storia può diventare la storia di altri, può essere un esempio incoraggiante.
«Hai colto il punto, il mio vuole essere anche un messaggio. Io non ero figlio di piloti, non ero nel giro, non ero un predestinato, insomma. Sono orgoglioso di quello che ho realizzato e voglio dare un segnale. Bisogna crederci, sempre, mai rassegnarsi. Con la passione, l’impegno e i sacrifici, conditi ovviamente da una certa attitudine, si può riuscire, si possono incontrare le persone giuste. E spiccare il volo, trasformare i sogni in realtà».
(Enrico Formento Dojot)