Riforma elettorale, Rete civica: «priorità è decidere sul referendum consultivo»
Per il movimento civico dallo stallo si esce solo con l'elezione diretta di presidente e squadra di governo della Regione
Riforma elettorale, Rete civica: «priorità è decidere sul referendum consultivo».
Il movimento civico chiede al Consiglio Valle «di decidere entro metà gennaio sulla proposta di referendum popolare per la riforma elettorale per poi andare alle urne tra maggio e giugno, lasciando ai valdostani la parola sull’elezione diretta del presidente e della sua squadra. Sarebbe vantaggioso per la comunità e per le forze politiche» ha sottolineato Elio Riccarand nel parlare, in conferenza stampa, delle radici lunghe della crisi di palazzo.
Ha rincarato Fabio Protasoni, riferendosi alla richiesta della prima commissione consiliare di audire un costituzionalista sull’ammissibilità del referendum: «E’ scandaloso richiederlo. Si mette in discussione una legge regionale di rango costituzionale pur di dilazionare i tempi della decisione. Le contraddizioni interne all’Uv bloccano la Valle d’Aosta e le riforme strutturali. Il 2023 non sarà una passeggiata: è urgente uscire dal vortice».
Riccarand ripercorre le tappe che hanno portato allo stallo partendo «dalla contestazione strisciante» degli alleati (con Marguerettaz in prima fila), sfociata nelle dimissioni di Erika Guichardaz e Chiara Minelli e l’abbandono del gruppo di Pcp di 5 consiglieri «corresponsabili dell’affossamento dell’intesa del 2020».
Riforme
«Le vicende confuse di questi due anni – ha scandito Riccarand – sono l’ennesima conferma che ci troviamo in presenza di una crisi strutturale del sistema politico regionale e della sua forma di governo. La causa della crisi risiede in un sistema elettorale, che va radicalmente cambiato».
Ha rincarato: «I tacconi – rimpasti, allargamenti o cambio di maggioranza – sono inutili. Così come sarebbe inutile tornare alle urne senza una riforma elettorale. Consegneremmo la Valle d’Aosta all’incertezza. L’unica soluzione è l’elezione diretta del presidente e della sua squadra. 3.300 cittadini, che hanno le idee chiare, hanno firmato la petizione per l’indizione di un referendum consultivo».
Ha concluso: «Siamo l’unica regione a non avere l’elezione diretta del presidente».
(da.ch.)