Aosta Pride: Tar della Valle d’Aosta boccia il ricorso della Lega contro il patrocinio del Comune
Il Tribunale amministrativo regionale ritiene lo strumento utilizzato come «idoneo a perseguire le politiche di inclusione sociale»
Il Tar della Valle d’Aosta ha bocciato il ricorso della Lega contro il patrocinio concesso dal Comune di Aosta all’Aosta Pride, andato in scena nell’ottobre 2022.
La decisione del Tribunale amministrativo regionale va quindi contro l’istanza presentata dal consigliere regionale Paolo Sammaritani e dall’avvocato Massimo Balì, che chiedevano di annullare il patrocinio concesso dall’amministrazione di piazza Chanoux e contemporaneamente cancellare il contributo di 9.500 euro dati a Arcigay Valle d’Aosta Queer Vda.
L’associazione, che si è costituita in giudizio, aveva organizzato la parata e la miriade di eventi collaterali che hanno caratterizzato la settimana dell’orgoglio in salsa rossonera.
La decisione del Tar
I giudici del Tar valdostano, Silvia La Guardia, Antonio De Vita e Rosanna Perilli, hanno sentenziato che l’Aosta Pride è una manifestazione nata per «promuovere la cultura dell’inclusione sociale» e per «sensibilizzare la comunità locale sui temi della lotta alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale, sull’identità e sull’espressione di genere degli individui e del riconoscimento dei diritti fondamentali di tutti gli individui, al fine di garantire loro il pieno sviluppo della personalità».
Secondo questi presupposti, quindi, l’iniziativa deve essere «qualificata come attività di inclusione sociale e di promozione culturale del rifiuto di ogni discriminazione» e, spiega il dispositivo, vede quindi il patrocinio concesso come «coerente con i requisiti oggettivi» presenti all’interno del «regolamento comunale».
Il Carroccio, infatti, nel suo ricorso, aveva evidenziato come il regolamento comunale non consentisse la concessione del patrocinio per eventi simili.
«No indizi di natura politica dell’iniziativa»
Il Tribunale amministrativo regionale rispedisce al mittente anche un altro aspetto del ricorso della Lega, relativo alla presunta natura politica dell’evento e dell’associazione Arcigay Vda.
Il tutto giustificato dalla presunta pubblicazione di un manifesto ritenuto politico sul sito della manifestazione, dall’adesione di alcuni partiti e movimenti e dallo spostamento della sfilata per evitare la concomitanza con il silenzio elettorale dettato dalle elezioni politiche.
Tutto questo, però, secondo il Tar della Valle d’Aosta non può essere considerato come indiziario «della natura politica dell’iniziativa promossa dall’associazione», in quanto «la qualificazione di un manifesto di intenti come ‘politico’ e l’adesione ad esso di partiti e di movimenti politici non sono infatti elementi idonei a trasformare un’attività di promozione di ‘politiche’ sociali inclusive e non discriminatorie in attività politica in senso proprio, che è quella attraverso la quale i singoli ed i gruppi concorrono a determinare il funzionamento delle istituzioni democratiche».
Corretto dare il patrocinio
Insomma, secondo i giudici il Comune ha «correttamente utilizzato lo strumento della concessione del patrocinio all’iniziativa culturale promossa dall’associazione, il quale – in sinergia con gli altri strumenti, quali l’accordo di collaborazione ed il riconoscimento di una compartecipazione economica ai costi di organizzazione dell’iniziativa – si rivela astrattamente idoneo a perseguire le politiche locali di inclusione sociale, di solidarietà e di non discriminazione, avvalendosi dell’attività degli enti del Terzo settore».
(al.bi.)