Traforo del Monte Bianco, ad Arpa e Università l’analisi delle ricadute
Lunedì 16 ottobre il Traforo del Monte Bianco chiuderà fino al 18 dicembre, le ricadute sulla qualità dell'aria e l'impatto sul tessuto economico saranno analizzati da Apra e UniVdA
Saranno affidate all’Università della Valle d’Aosta e all’Arpa le analisi sulle ricadute per la chiusura di 9 settimane del Tarforo del Monte Bianco.
Il tunnel chiuderà lunedì 16 ottobre fino a lunedì 18 dicembre per consentire lo svolgimenti di lavori di manutenzione straordinaria già previsti e che si sarebbero dovuto svolgere in concomitanza all’intervento, più lungo e complesso, sulla volta.
Lo ha comunicato il presidente della Regione Renzo Testolin che oggi ha convocato una riunione straordinaria con le parti interessate per l’esame puntuale delle ricadute sulla viabilità e sull’accessibilità alla Valle d’Aosta.
I partecipanti alla riunione
Hanno preso parte all’incontro alcuni assessori e consiglieri regionali, il Celva, i sindaci maggiormente coinvolti, i vertici dell’Anas, delle società di gestione dei trafori del Monte Bianco e del Gran San Bernardo e dei tratti autostradali valdostani, la Camera valdostana delle imprese e delle professioni, i sindacati, le forze dell’ordine, i dirigenti regionali competenti in Trasporti e Infrastrutture, il Capo della Protezione civile, i Direttori generali dell’Arpa e dell’Università della Valle d’Aosta.
Il direttore gerente del Tmb-Geie Riccardo Rigacci ha illustrato i dettagli tecnici della nuova programmazione dei lavori di manutenzione straordinaria.
Il monitoraggio
Il presidente Testolin ha comunicato che «per alle ricadute della chiusura del traforo sul territorio della Valle d’Aosta, già dal mese di giugno scorso abbiamo ritenuto di coinvolgere le professionalità di Arpa Valle d’Aosta e di Università della Valle d’Aosta».
All’agenzia regionale Arpa è stato chiesto di implementare le attività di monitoraggio sulla qualità dell’aria in Valle d’Aosta lungo i principali itinerari stradali e autostradali verso il traforo.
«I dati raccolti nel periodo della chiusura – prosegue Testolin – potranno costituire una specifica base per sviluppare comparazioni e riflessioni sulla situazione ambientale dei territori attraversati dai flussi di traffico internazionale, anche in raccordo con il Piemonte, con la Savoia e con l’Alta Savoia».
L’ateneo valdostano è stato invece coinvolto nell’esame delle ricadute delle chiusure, non solo economiche ma anche di carattere socioculturale.
L’obiettivo è di valutare puntualmente l’impatto del traforo sulla Valle d’Aosta e sullo spazio transfrontaliero, così come di disporre di informazioni utili per orientare le scelte della politica regionale, ma anche di quella italiana ed europea.
Il Presidente della Regione ha anche riferito di aver rappresentato al Tmb-Geie il «forte auspicio che la circolazione al Monte Bianco possa riprendere anche qualche giorno prima del 18 dicembre invitando a fare tutto quanto è nelle sue possibilità, informando per tempo le istituzioni e l’utenza rispetto ad un’eventuale riapertura anticipata del traforo».
(re.aostanews.it)