Chiusura autostrada A5, Valle d’Aosta a rischio isolamento per il traffico commerciale
Il gestore Ativa ha comunicato in una lettera al Ministero la volontà di chiudere il tratto dell'interscambio di Pavone Canavese (Ivrea), dirottando il traffico sotto le 19 tonnellate sulla Statale. Testolin: «Grande preoccupazione»
L’isolamento della Valle d’Aosta almeno per quanto riguarda il traffico commerciale sopra le 19 tonnellate per la chiusura dell’autostrada A5.
È il pericolo tutt’altro che remoto che si corre a partire dalle 14 del 22 gennaio, quando la società Ativa dovrebbe arrivare all’«interruzione del collegamento autostradale da Torino per la regione Valle d’Aosta e i trafori internazionali del Monte Bianco e del Gran San Bernardo, con uscita obbligatoria allo svincolo di Scarmagno dal quale i mezzi con massa non superiore alle 19 tonnellate potranno utilizzare la viabilità secondaria (Statale 26 ndr) fino allo svincolo di Ivrea, considerate le limitazioni imposte su dette viabilità».
La lettera: Valle d’Aosta a rischio isolamento
La notizia, anticipata dal quotidiano online laprimalinea.it, arriva da una lettera firmata dall’amministratore delegato di Ativa, la società che gestisce l’autostrada A5, e indirizzata al Ministero dei Trasporti (per conoscenza anche a Regione e Prefettura di Piemonte e Valle d’Aosta) in data 18 gennaio.
Nel documento, si evince come, a distanza di due anni, torni in auge lo scontro tra Ativa e Ministero relativamente al Nodo idraulico di Ivrea, legato, tra le altre cose, al rifacimento del ponte sul Fiume Chiusella.
Il braccio di ferro, a quanto pare, si acuisce perché il Ministero dei Trasporti non avrebbe accolto i verbali dei certificati di collaudo, tanto che lo stesso dicastero, martedì 16, avrebbe diffidato Ativa stessa dal «disporre l’esercizio della tratta autostradale A5 dal km 36+000 al km 37+420 e delle rampe di svincolo dell’interscambio di Pavone Canavese», fino a determinazioni diverse.
Nella lettera di risposta, quella che porterebbe all’isolamento della nostra Regione, Ativa contesta la diffida e va oltre, anticipando come «in pedissequo adempimento della Vostra diffida, ma senza alcuna alcuna acquiescenza e riservandoci anzi di contestarne in ogni sede fondatezza e legittimità, dalle ore 14, del 22 gennaio p.v. ci si vedrà costretti a chiudere al traffico entrambe le carreggiate dell’autostrada A5 dalla progressiva km 36+000 alla progressiva km 37+420 comprese tutte le piste dello svincolo di interscambio di Pavone».
Il tutto con la minaccia di adire le vie legali.
Chiusura della bretella Ivrea-Santhià
Il provvedimento, di per sé, sarebbe già problematico, ma diventa quasi drammatico, per il traffico commerciale, se si considera che dalle 13 del 17 gennaio e fino al 30 giugno 2024 è in vigore il «divieto di transito ai veicoli aventi massa a pieno carico superiore alle 3,5 tonnellate, agli autobus e ai veicoli aventi larghezza superiore a 2,4 m».
I tratti coinvolti, in direzione Aosta, sono tra l’interscambio di Santhià e lo svincolo di Albiano; in direzione Milano, tra l’interscambio di Pavone e l’interscambio di Santhià.
La Regione: «Grande preoccupazione»
Senza dare pubblicità alla cosa e al pericolo di isolamento, la Regione Valle d’Aosta si è mossa inviando una lettera urgente alla società autostradale Ativa e al Ministero dei Trasporti, nella quale il presidente Renzo Testolin ha espresso «grande preoccupazione» per l’ipotesi di interruzione del collegamento autostradale da Torino verso la Valle d’Aosta e verso i Trafori.
«Si tratta di uno scenario assolutamente non sostenibile per questa Regione, già interessata anche dalla chiusura del collegamento ferroviario da Aosta verso il Piemonte, ma anche per l’economia del Paese, tanto più che si prospetta già dalla prossima settimana una possibile temporanea chiusura del Traforo del Frejus» ha scritto il presidente Testolin, che poi è andato oltre.
«Chiediamo il massimo impegno per superare sin d’ora l’insorgere di ogni criticità» ha continuato Renzo Testolin.
A quanto pare, questo «massimo impegno» sarebbe stato garantito nel corso di successivi contatti telefonici tra il presidente stesso e il Ministero, che starebbe lavorando per dirimere la questione in tempi brevi.
(al.bi.)