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  • Ampliamento ospedale, l’esposto di Vallée e Santé per accertare eventuale danno erariale
    Enzo Blessent, Nives Paroli, Manuela Jordan, Walter Manazzale del comitato Vallée Santé
    POLITICA & ECONOMIA, Sanità
    di Erika David  
    il 20/02/2024

    Ampliamento ospedale, l’esposto di Vallée e Santé per accertare eventuale danno erariale

    Illustrato l'esposto presentato in Tribunale, Corte dei Conti e Anac per accertare responsabilità di Regione, Comune di Aosta e Usl sull'iter per l'ampliamento dell'Ospedale Parini

    Responsabilità ed eventuale danno erariale sono le priorità che il comitato Vallée Santé intende chiarire con l’esposto sull’ampliamento dell’ospedale Parini, presentato nei giorni scorsi in Tribunale, alla Corte dei Conti e all’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione.

    Lo hanno spiegato questa mattina in una conferenza stampa i referenti del comitato.

    «La politica ha fallito»

    «Abbiamo mosso questa segnalazione perché la politica ha fallito» dice Walter Manazzale, tra i referenti di Vallée Santé, comitato apolitico e trasversale.

    «Avremmo preferito una risposta politica prima di arrivare a questo, ma non c’è stata e nel frattempo i tempi si allungano e i costi aumentano, siamo arrivati a quasi 200 milioni ma non si capisce bene cosa comprendono» aggiunge.

    Una segnalazione, l’esposto, secondo Manazzale che è un sistema di garanzia sia a tutela dei cittadini, sia dell’amministrazione regionale: «Vediamo se loro capiscono se c’è qualcosa che non va. Se va tutto bene la Regione è contenta e può andare avanti con questa garanzia, ma se c’è qualcosa che non va è meglio fermarsi subito».

    «Se abbiamo ragione qualcuno dovrà tenere conto per forza di quello che abbiamo detto in questi anni» conclude Manazzale.

    «Innumerevoli modifiche progettuali»

    Manuela Jordan ex infermiera professionale pone l’accento sulla dilatazione dei tempi. «Abbiamo rilevato come siano innumerevoli le modifiche progettuali ed economiche adottate nel tempo dall’amministrazione regionale che hanno portato all’attuale situazione in cui non c’è ancora praticamente nulla di realizzato in termini di edilizia ospedaliera vera e propria».

    «In ogni caso quanto avvenuto e speso non è complessivamente inutile anche nel caso di eventuali nuove scelte progettuali  – aggiunge Jordan -, perché sia il parcheggio, sia l’area museale potrebbero risultare utili allo sviluppo della città e anche alla vocazione turistica della regione».

    L’ex infermiera  fa notare che «rispetto alla dotazione di risorse finanziarie, si sono accumulati e stratificati provvedimenti che ancora oggi non permettono di capire quali sono i tempi di realizzazione e il costo finale dell’intervento di ampliamento e ristrutturazione».

    Per Manuela Jordan, a fronte di nuove delibere degli ultimi mesi, al continuo cambio di piani «non per rispondere a reali esigenze di migliorare e rendere più efficiente il servizio sanitario regionale, ma per motivazioni che non riusciamo a comprendere», sarebbe utile «accendere un faro sulla stratificazione di provvedimenti che ci ha trovati tristemente impreparati davanti allo tsunami della fase pandemica».

    «Dove vanno i malati?»

    La mappa dell’ampliamento dell’ospedale

    «Nelle ultime mappe, dopo il ritrovamento del guerriero celtico, si vede che nell’ampliamento sono previsti 260 posti letto, ma non c’è scritto dove andranno» fa notare Nives Paroli, ex caposala al Parini dal 1975.

    «Sono 12 degenze su 4 piani senza nome, nel blocco chiamato h.24, un vero ospedale. Poi c’è il Mauriziano con mappe piene di day hospital, l’unico dettagliato è quello oncologico con 12 poltrone, un’infinità ambulatori non meglio precisati, non c’è previsto un letto di degenza, infatti viene chiamato h.12. Le medicine, la Cardiologia, la Neurologia, la Gastroenterologia, le Geriatrie dove andranno? Quei malati la sera, cosa fanno? Prendono la valigia e tornano a casa perché c’è scritto h. 12?» si chiede l’ex caposala.

    Paroli pone inoltre il tema della sostenibilità energetica dell’ospedale, «Gli ospedali producono dal 5 all’8% dell’anidride carbonica di uno stato, è importante la conversione energetica, com’è possibile qui?», ed esprime perplessità sull’Hospital Street: «viale Ginevra scomparirà e nascerà l’Hospital Street con una grande hall per andare incontro all’umanizzazione dell’assistenza, perché a frequentarla saranno i malati e cittadini qualsiasi…

    «Ora ci mettiamo ad aprire così un ospedale con un museo sotto, ma la pandemia non ha insegnato niente?» si domanda l’infermiera.

    «Sono tutte cose che fanno pensare che bisognerebbe fermarsi un attimo».

    Non un nuovo ospedale, non un unico polo

    «Avremo una struttura che nasce già vecchia e sulla quale bisognerà intervenire di nuovo entro pochi anni» dice Enzo Blessent, portavoce del comitato Vallé Santé.

    «Non ci sarà mai un unico polo, ma più poli, quindi la storia di unificare i presidi cade in partenza».

    «Non ravvisiamo un tema penale, ma chiediamo di accertare le responsabilità» sottolinea Blessent.

    Lo schema dell’ampliamento dell’ospedale Parini

    Cosa chiede Vallée Santé

    «Chiediamo di accertare le eventuali responsabilità  contabili dei soggetti che nel tempo sono stati eventualmente incaricati di azioni conseguenti o emergenti dalle varie deliberazioni  regionali riguardanti l’iter».

    «Di accertare in base a quale criterio di efficacia ed efficienza l’amministrazione regionale proceda nella volontà di “ristrutturare ed ampliare” il Presidio Ospedaliero Umberto Parini (ex-Mauriziano) visto che non è mai stato effettuato uno studio comparativo di costi e benefici tra le opzioni “ristrutturazione-ampliamento” oppure “nuova struttura ospedaliera decentrata”».

    «Chiediamo di verificare se è corretto procedere con appalti anche importanti in mancanza di un progetto complessivo di adeguamento dell’intera area ospedaliera. Partire cioè con la fase 3 (e sue sotto-fasi) senza sapere se, come e con quali fondi si procederà alle fasi 4 (area materno-infantile) e 5 (ristrutturazione dell’ex-Mauriziano). Senza dimenticare che si parte senza sapere come e cosa si farà sul territorio».

    «Ristrutturare l’ospedale è un modo per stare fermi – aggiunge Blessent -. Lo confermano 20 anni di progetti. Che ci si fermi un attimo per fare un confronto mai fatto. E attenzione alla comunicazione fuorviante da Palazzo che parla di un nuovo ospedale. Non è un ospedale nuovo, è un ampliamento e ristrutturazione».

    Barmasse disponibile, Marzi mai risposto

    «Non possiamo chiedere incontri con i progettisti, noi non siamo nessuno – aggiunge Blessent-. Avevamo incontrato l’ex assessore Roberto Barmasse che era stato disponibile e ci aveva mostrato il progetto, da lì sono nate tutte le nostre perplessità. Al nuovo assessore (Carlo Marzi, ndr) abbiamo chiesto un incontro aggiuntivo ma ancora non ci ha risposto».

    L’esposto

    Per avere quelle risposte e quella chiarezza che manca il comitato Vallée Santé ha dunque scelto la via dell’esposto.

    Al Tribunale, alla Corte dei Conti e all’Anac, Vallé Santé chiede di accertare:

    1. le eventuali responsabilità contabili dei soggetti coinvolti: il Presidente della Regione Valle d’Aosta e/o Assessori delegati competenti, l’Unità Sanitaria Locale della Valle d’Aosta in persona del suo Direttore Generale, il Comune di Aosta in persona del suo Sindaco e coloro che sono stati eventualmente incaricati, nel tempo, di azioni conseguenti od emergenti dalle varie deliberazioni regionali citate ed adottate;

    2. in base a quale criterio di efficacia ed efficienza l’amministrazione regionale proceda nella volontà di “ristrutturare ed ampliare” il Presidio Ospedaliero Umberto Parini (ex-Mauriziano) visto che non è mai stato effettuato uno studio comparativo di costi e benefici tra le opzioni “ristrutturazione-ampliamento” oppure”nuova struttura ospedaliera decentrata”.

    3. quali siano, in caso di accertamento per colpa e/o dolo (oltre ai già citati principi di efficienza, efficacia, anche quelli di trasparenza ed economicità costituzionalmente richiesti in interventi pubblici similari) le misure ritenute più opportune nei confronti dei soggetti eventualmente responsabili del danno erariale cagionato oltre che dell’eventuale danno alle persone che da tali lungaggini hanno patito conseguenze negative (vedi mancati ricoveri per mancanza di posti letto, allungamento delle liste di attesa o rinvio di sedute operatorie o visite ambulatoriali per carenza di spazi o posti letto).

    (erika david)

     

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