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  • Agile Arvier, un meteorite d’oro che porterà la comunità al centro del cambiamento
    L’incontro di giovedì sera sul progetto Pnrr Agile Arvier
    ATTUALITA'
    di Erika David  
    il 15/03/2024

    Agile Arvier, un meteorite d’oro che porterà la comunità al centro del cambiamento

    A due anni dall’avvio del bando da 20 milioni di euro del Pnrr una serata pubblica per illustrare il progetto che perde una parte significativa sullo sviluppo di Leverogne

    Un meteorite, d’oro, caduto in paese che bisogna capire come sfruttare al meglio: l’immagine è dell’assessore Luciano Caveri che tra le sue deleghe ha proprio quella al Pnrr, nella serata organizzata per tentare di spiegare alla popolazione cos’è Agile Arvier.

    A due anni dall’individuazione di Agile Arvier come progetto pilota del bando da 20 milioni di euro del Pnrr sull’attrattività dei borghi, l’amministrazione comunale ha organizzato giovedì 14 marzo, un incontro pubblico per illustrare alla comunità arvelentse il progetto.

    Un cammino subito in salita

    A ricordare le prime tappe del progetto gli assessori regionali ai beni culturali, Jean-Pierre Guichardaz, e al Pnrr, Luciano Caveri, che accennano solamente ai ricorsi iniziali che hanno dirottato da Fontainemore ad Arvier i 20 milioni di euro del ministero della Cultura, accorciando ulteriormente i tempi di un cammino subito in salita e da percorrere di corsa.

    Ribadita più volte nel corso della serata è infatti la scadenza del bando, il 30 giugno 2026, quando le parti infrastrutturali dovranno essere concluse e la parte di ricerca e sviluppo del progetto dovrà essere pronta a partire.

    Guichardaz ricorda come a un certo punto l’amministrazione regionale si sia «totalmente messa a disposizione» di Arvier e del suo progetto, «un progetto che ci ha insegnato a lavorare insieme, tra enti e soggetti diversi».

    Per supportare il Comune è stata creata una task force coordinata dalla segretaria generale della Regione, Stefania Fanizzi, e coordinata da Gianluca Tripodi.

    Caveri sottolinea il «coraggio dimostrato da Arvier» a perseverare nonostante i lunghi tempi per avere risposte concrete dal Ministero, «perché in fondo al Pnrr c’è un muro: il 2026, ma il muro corre, quindi gambe in spalla per Agile Arvier».

    Il presidente della Regione, Renzo Testolin, evidenzia come questa sia una sfida non solo per il Comune di Arvier, ma per l’intera Regione, seppure «non sia paragonabile il peso sopportato dal sindaco e dall’amministrazione comunale».

    Testolin ricorda che «gli interventi che ci saranno sul territorio lo renderanno apprezzato, apprezzabile e appetibile per un futuro di sviluppo» e ribadisce «il sentimento di orgoglio per un percorso che adesso iniziamo veramente a fare, mettendo su una pietra dopo l’altra del lavoro che bisognerà concludere entro il 2026, e speriamo di farcela».

    Cos’è Agile Arvier

    Alessandra Mondino, Jean-Pierre Guichardaz, Renzo Testolin, Mauro Lucianaz, Luciano Caveri, Danielle Olmi

    A entrare nei dettagli di cos’è e cosa sarà il progetto Agile Avier, dell’idea che ha ispirato il progetto, sono state Danielle Olmi, funzionaria dell’Unité des Communes Grand Paradis e Alessandra Mondino, componente della task force.

    «Arvier vuole diventare un luogo dove attori scientifici possano studiare tutti i fenomeni ambientali, sociali ed economici che stanno mutando il nostro stile di vita, un luogo dove si sperimentano e si divulgano servizi innovativi e soluzioni possibili per rispondere a questi mutamenti» dice la funzionaria Danielle Olmi.

    «Un luogo, a livello nazionale, dove amministratori locali, ricercatori, imprenditori e abitanti lavorano insieme per il futuro delle Alpi».

    «Lo sguardo attento al futuro è una caratteristica che da sempre contraddistingue la comunità di Arvier» aggiunge Olmi facendo riferimento al salone polivalente annesso al nuovo polo scolastico voluto, realizzato e intitolato allo storico e compianto sindaco Walter Riblan.

    Olmi si sofferma poi sulle altre parole chiave che definiscono il progetto: agile, cambiamenti, cultura e azione.

    Agile Arvier definisce quindi una comunità che ha la capacità di adattarsi a contesti in profondo mutamento, studiando i cambiamenti -climatici, sociali, culturali ed economici- per sperimentare nuovi modi per continuare a vivere bene il territorio.

    «Noi abitanti siamo chiamati a essere protagonisti, precursori dei cambiamenti per raggiungere insieme gli obiettivi del progetto Agile Arvier» conclude Olmi.

    Un progetto, entra nel dettaglio Alessandra Mondino, articolato in due parti, una materiale con la realizzazione di infrastrutture, la seconda immateriale con lo sviluppo di studi, ricerche e buone pratiche.

    I primi passi di Agile Arvier

    Mondino ricorda come proprio in questi giorni è stato pubblicata la gara per il recupero del Castello La Mothe che riguarda la progettazione di un accesso che lo renda fruibile a tutti, di servizi e allestimenti perché diventi un luogo dove raccontare il cambiamento che è avvenuto e continua ad avvenire in montagna.

    Un secondo intervento riguarda il recupero di Maison Luboz, già di proprietà comunale, nel borgo di Leverogne, che diventerà luogo di incontro e di condivisione di spazi di lavoro.

    Un terzo intervento infrastrutturale, riguarderà l’ex scuola materna di Arvier, l’Agorà Arvier, che sarà recuperata come sede dei cinque laboratori tematici.

    Un altro edificio al centro del progetto sarà l’ex microcomunità già diventata Espace T, sede del progetto transfrontaliero dell’Unité Grand Paradis Teraction.

    Poi ancora si interverrà per un nuovo allestimento del museo di arte sacra della chiesa parrocchiale e per il miglioramento dei collegamenti tra i borghi di Leverogne e Arvier e l’arredo urbano.

    I Lab

    Sono cinque i laboratori tematici nei quali i ricercatri dovranno trovare soluzioni innovative per le sfide del futuro:

    • Open Gov Lab, con il compito di coordinare tutti laboratori, promuoverà una governance aperta e una cittadinanza attiva dei cittadini sui processi decisionali
    • Green Lab, che grazie alla convenzione con Arpa Valle d’Aosta e Fondazione Montagna Sicura sta muovendo i primi passi proprio in questi giorni e si occuperà di affrontare le sfide legate al cambiamento climatico con l’analisi del perfmafrost, il monitoraggio dei ghiacciai alpini, agricoltura e risorsa idrica, assorbimento del carbonio…
    • Digital Lab, sullo sviluppo sostenibile della cultura dell’innovazione
    • Social Innovation Lab, si occuperà di individuare soluzioni innovative per affrontare i problemi sociali
    • Education Lab per valorizzare le professioni legate alla montagna e sperimentare nuove forme di formazione

    «Perché dovrebbero venire qui nuove persone a lavorare? La risposta siete voi, comunità capace di creare un clima di partecipazione, di accoglienza, di vicinato e vicinanza» conclude Mondino.

    Una dieta da 20 milioni di euro

    A concludere la serata l’intervento del sindaco Mauro Lucianaz che adesso scherza sui problemi, molti dei quali insormontabili e che hanno costretto il Comune a rimodulare il progetto iniziale rinunciando ad alcune parti, spiegando a chi dice di trovarlo in forma, patito per il peso delle responsabilità e le preoccupazioni, di aver fatto «una dieta da 20 milioni di euro».

    Lucianaz prima di tutto avverte che, se è vero che il bando ha un termine perentorio, solo nel 2026 Agile Arvier inizierà davvero.

    «Nel 2026 si conclude la semina, tutto partirà da lì: seminare adesso per raccogliere domani».

    Il sindaco parla di benefici non solo per i 900 abitanti di Arvier, né per i 16 mila dell’area Grand Paradis, ma per tutta la Valle.

    «Abbiamo perso due anni? No, questi due anni sono stati necessari per verificare, aggiornare e adeguare il progetto alle nuove regole del Pnrr , abbiamo fatto bene a non essere precipitosi» dice Lucianaz.

    Arvier con in primo piano il Castello La Mothe

    «La complessità è davvero tanta, vi ho ringraziato per essere stati pazienti fino adesso, ma da oggi in poi dovrete esserlo ancora di più, quando inizieranno i cantieri. Sarà difficile e dovremo essere uniti per sopportare i disagi che i lavori comporteranno per poter beneficiare della cultura del cambiamento».

    Il sindaco spiega anche le rinunce che si sono dovute fare, eliminando il recupero di edifici del borgo di Leverogne di proprietà privata che gli abitanti si erano detti disponibili a mettere a disposizione.

    «Chi aveva messo a disposizione gli edifici è rimasto deluso, anche noi. Era un obiettivo riqualificare edifici portando nuove persone che avrebbero avuto necessità di servizi, cosa che poteva diventare un volano per lo sviluppo del borgo in maniera naturale».

    Impossibile concordare con il ministero l’istituto giuridico per l’acquisizione, temporanea, degli edifici: «uno scoglio che non siamo riusciti a superare» dice il sindaco, «per questo abbiamo dovuto ripiegare sull’ex scuola materna di Arvier».

    «Oggi siamo più ottimisti, siamo convinti di quello che stiamo facendo, abbiamo ricalibrato il progetto per la sua completa attuazione – dice Lucianaz rivolgendosi all’affollata platea -. Saranno tempi impegnativi e difficili che porteranno Arvier al centro del cambiamento. Preparatevi, abbiamo bisogno di tutti voi».

    (erika david)

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