Crac discount, Vasco Cannatà assolto definitivamente: «Provata l’innocenza dopo un lungo travaglio processuale»
Il 50enne era accusato di bancarotta fraudolenta in relazione a due società dichiarate fallite tra il 2016 e il 2018
«Dopo anni difficili il Signor Vasco Cannatà può ora confortarsi del giusto epilogo della vicenda». Lo scrivono, in una nota, gli avvocati Stefano Moniotto e Davide Rossi, a proposito dell’assoluzione, in via definitiva, del loro assistito, finito a processo per bancarotta fraudolenta in relazione a due società operanti nel settore delle forniture alimentari, dichiarate fallite tra il 2016 e il 2018. La Cassazione, ad aprile, ha dichiarato inammissibile il ricorso della procura generale di Torino. Le motivazioni sono state rese note nei giorni scorsi. La notizia è riportata da Gazzetta Matin di lunedì 29 luglio.
Vasco Cannatà assolto definitivamente
«Le ragioni assolutorie sono state espresse all’interno di una motivazione priva di iati logici e adeguatamente approfondita, sebbene non particolarmente specifica – scrive la Suprema Corte -. La mancanza di dettaglio puntuale della motivazione, rispetto alla questione del ruolo di extraneus ricoperto da Vasco Cannatà, comunque non lascia incertezze sulla circostanza che non vi sono spazi per la prova della responsabilità del ricorrente in relazione alla condotta di concorrente esterno nel reato di bancarotta fraudolenta».
Cannatà, nel corso delle indagini preliminari della Guardia di Finanza coordinate dal pm Luca Ceccanti, era stato posto agli arresti domiciliari. Vasco Cannatà era ritenuto l’amministratore di fatto delle società dalle quali si sarebbero verificate distrazioni dai patrimoni sociali per oltre 2 milioni di euro.
In primo grado il 50enne è stato condannato a 2 anni di reclusione a gennaio 2020. Il padre Francesco era stato condannato a 4 anni e 6 mesi. L’uomo è deceduto prima dell’appello, la cui sentenza è stata pronunciata a maggio 2023. Sempre ad Aosta, aveva patteggiato un anno e otto mesi Milo Cannatà, fratello di Vasco.
In secondo grado è arrivata l’assoluzione per non aver commesso il fatto per Vasco Cannatà. La decisione è stata confermata dalla Cassazione. Respinto, infatti, il ricorso del procuratore generale per alcuni capi di imputazione.
«Dopo un lungo travaglio processuale, è stata dunque finalmente e irrevocabilmente provata l’innocenza del Sigor Vasco Cannatà», scrivono i suoi legali.
Le motivazioni
«La sentenza d’appello ha preso in considerazione, di fatto, il coinvolgimento di Vasco Cannatà come soggetto “estraneo” al reato, ragionando anche delle operazioni ipotizzate come distrattive ed effettuate sui conti correnti – argomenta la Cassazione -. In particolare, la pronuncia impugnata ha escluso che l’imputato abbia svolto attività decisionale e gestoria in toto, a prescindere dal ruolo esercitato (amministratore di fatto o concorrente nell’attività gestoria altrui, vale a dire del padre, dominus dell’azienda in modo totale)».
(t.p.)