Papa, murales a Milano con Francesco in giubbotto salvagente
Roma, 2 mag. (askanews) – Nel cuore di Milano, sui muri della Caritas Ambrosiana, prende forma una nuova icona del nostro tempo: “Franciscus – The Hope”, il murale firmato dall’artista contemporaneo aleXsandro Palombo, che rende omaggio alla figura di Papa Francesco, recentemente scomparso. Un’opera potente, intrisa di simbolismo, che parla al presente e alla coscienza collettiva.
Papa Francesco è ritratto con il saio francescano, emblema della povertà e della rinuncia, e un giubbotto di salvataggio arancione, simbolo di speranza per i migranti che attraversano il mare. Ai suoi piedi, il corpo senza vita del piccolo Alan Kurdi, il bambino siriano diventato simbolo globale della tragedia migratoria. L’immagine è dura ma necessaria: tipica dello stile Palombo che non lascia mai spazio all’indifferenza. Come una Pietà contemporanea, Papa Francesco accoglie il corpo del piccolo Alan Kurdi come Maria il Figlio: un’icona urbana che eleva la compassione al rango di gesto sacro, Francesco si fa ponte tra l’umano e il sacro, protettore degli ultimi e testimone silenzioso del dolore del mondo.
L’opera viene svelata nei giorni dei Novendiali, mentre la Chiesa universale si prepara a eleggere un nuovo Pontefice. La scelta non è casuale: aleXsandro Palombo sceglie il tempo del lutto e della riflessione per imprimere nel tessuto urbano una memoria visiva forte, indelebile. L’artista, già autore del celebre murale “Caritas” – in cui Papa Francesco veniva ritratto come un clochard – torna a far parlare i muri con un linguaggio diretto, capace di toccare corde profonde, là dove le parole spesso falliscono.
Il nome “Franciscus”, scelto da Bergoglio nel 2013 in omaggio a San Francesco d’Assisi fu un una dichiarazione di intenti. Scelse di partire da Lampedusa per il suo primo viaggio apostolico, luogo-soglia tra la morte e la speranza, teatro delle rotte migranti, terra sacra per chi cerca salvezza. In quell’occasione, il Papa denunciò con forza “la globalizzazione dell’indifferenza”, esortando il mondo a non voltarsi dall’altra parte.
Il murale di aleXsandro Palombo riprende e amplifica quel grido, Francesco non è rappresentato come un leader spirituale lontano, ma come un uomo immerso nel dolore del nostro tempo, che si china verso chi soffre, che accoglie, che protegge. La sua figura è al tempo stesso ascetica e concreta, evocativa della grande tradizione iconografica cristiana ma reinterpretata con un linguaggio visivo crudo e urbano.
La scelta di realizzarlo presso la Caritas Ambrosiana racchiude in sé un profondo messaggio di speranza, nel luogo che da decenni incarna l’impegno verso gli ultimi, promuove accoglienza, sviluppo umano, giustizia sociale, il luogo dove il messaggio di Francesco ha sempre trovato eco e continuità.
Solo poche settimane fà, aleXsandro Palombo ha dedicato a Edith Bruck – sopravvissuta alla Shoah e grande amica di Papa Francesco – il murale “The Star of David” inaugurato al Museo della Shoah di Roma con la straordinaria partecipazione della stessa scrittrice e poetessa. Due opere diverse, ma unite da una stessa tensione morale: dare voce alla memoria e difendere la dignità umana. “Franciscus – The Hope” è molto più di un tributo: è una chiamata etica, un manifesto visivo che ci interroga su cosa significhi oggi essere cristiani, cittadini, esseri umani. In un tempo che tende a dimenticare, aleXsandro Palombo ci ricorda che l’arte può ancora essere profezia, e che la speranza – come Francesco – si costruisce a partire dagli ultimi.