Delitto di La Salle: no alla perizia psichiatrica su Teima, in aula la ricostruzione degli inquirenti
Al via il processo in corte d'assise per l'omicidio di Auriane Nathalie Laisne
No alla perizia psichiatrica su Sohaib Teima. Lo ha deciso la corte d’assise di Aosta, respingendo la richiesta avanzata dalla difesa del 22enne italo-egiziano, accusato di aver ucciso la compagna, Auriane Nathalie Laisne, nella chiesetta diroccata di Equilivaz, frazione disabitata di La Salle. La ragazza, un anno più grande di Teima, è stata uccisa con un fendente alla gola. L’arma del delitto non è mai stata ritrovata.
Il dibattimento ha preso il via questa mattina, al terzo piano di palazzo di giustizia ad Aosta.
No alla perizia psichiatrica su Teima
Il giovane, difeso dagli avvocati Luca Tommaso Calabrò e Lucia Lupi era presente in aula. Deve rispondere di omicidio aggravato dalla premeditazione e dal vincolo del legame affettivo e di occultamento di cadavere. Contestazioni pesanti, che possono valergli l’ergastolo. Il capo di imputazione non gli ha consentito di scegliere riti alternativi. La scorsa settimana, la difesa aveva chiesto l’annullamento del decreto che disponeva il giudizio immediato.
Teima è apparso in aula tranquillo. Maglioncino verde, sneakers bianche, ha preso posto vicino ai propri legali. Sohaib Teima ha negato il consenso a essere ripreso nel corso dell’udienza.
La difesa ha presentato una richiesta di perizia psichiatrica, rigettata dalla corte. «È un principio di civiltà giuridica conoscere se una persona accusata di un reato così grave abbia tutte le facoltà – ha detto l’avvocato Calabrò -. Credo sia tranquillizzante per tutti accertare se l’imputato sia in grado di intendere e di volere al momento dei fatti».
Il collegio giudicante, due giudici togati e sei popolari, ha disposto la copia forense di tre cellulari, operazione che non era stata possibile nelle indagini, perché il codice di sblocco non era corretto.
Uno dei tre dispositivi è stato trovato nascosto tra l’hard disk e il trasformatore di un pc sequestrato all’imputato.
Disposta anche la trascrizione di alcune intercettazioni telefoniche.
Il dibattimento
Il capitano Marco Simoncini, comandante del nucleo investigativo dei carabinieri di Aosta, ha ripercorso in modo articolato le indagini.
«Abbiamo subito pensato a una turista – ha ricordato l’ufficiale -. Sulla scena del delitto c’erano uno scontrino di un McDonald’s di Lubiana, un biglietto del trasporto pubblico austriaco e alcuni generi alimentari. Il 25 marzo i due sono stati identificati al traforo del Monte Bianco. I tabulati li collocano in Valdigne e Valgrisenche, dove hanno pernottato. Poi il 27 Teima è a Torino, quindi in Val Di Susa e poi in Francia. Il viaggio è durato quasi tutto il 27 marzo. Abbiamo sentito alcune persone che ci dicono di due persone che cercavano un posto diroccato dove dormire. In un muro i cani molecolari segnalano la presenza di qualcosa, che scopriamo essere un pantalone intriso di sangue. Nel pc abbiamo trovato anche dei pdf di ricette di Xanax, modificati nella data».
L’analisi del pc
L’analisi del computer ha permesso di accertare che Teima utilizzava una Vpn per connettersi a internet. In una sd card sono stati scoperti video contenenti immagini dei rapporti sessuali tra Teima e Laisne. Tra le ricerche, anche una riguardante “quanto rischia una persona trovata con la cocaina”.
Un aspetto che per la procura (pm Manlio D’Ambrosi) è centrale nella contestazione dell’aggravante della premeditazione.
Secondo gli inquirenti, infatti, Teima avrebbe prima provato a farla arrestare all’aeroporto di Fiumicino a inizio marzo, per poi decidere di ucciderla.
Le prossime tappe del processo
Il processo riprenderà il 21 maggio per il conferimento degli incarichi ai periti.
I prossimi testimoni dell’accusa saranno poi sentiti il 17 e 18 giugno.
(t.p.)