Leader volenterosi a Kiev (e Meloni collegata): Russia accetti tregua o sanzioni
Roma, 10 mag. (askanews) – Cinque leader a Kiev, più una al telefono. Tutti riuniti per convincere Donald Trump ad aumentare la pressione sulla Russia per arrivare al cessate il fuoco in Ucraina.
Nella capitale sabato 10 maggio sono arrivati i ‘volenterosi’ Emmanuel Macron (Francia), Friedrich Merz (Germania), Keir Starmer (Regno Unito) e Donald Tusk (Polonia). Giorgia Meloni (che quest’anno per la prima volta aveva evitato il viaggio a Kiev per l’anniversario dell’invasione ed è da sempre “fredda” rispetto all’iniziativa di Parigi e Londra) è rimasta a Roma, intervenendo in collegamento video. Al termine della riunione i partecipanti hanno avuto una telefonata con il presidente Usa Donald Trump, definita “proficua”, dal ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha.
Dal summit, ha spiegato Volodymyr Zelensky, è nata una proposta: da lunedì 12 dovrà iniziare un cessate il fuoco di “almeno 30 giorni, completo e incondizionato” affinché “la diplomazia possa avere una reale opportunità”. Su questo, ha spiegato il presidente ucraino, Trump è d’accordo. Se Mosca rifiuterà saranno messe in campo “sanzioni più dure” contro i settori dell’energia e bancario. Un pacchetto dell’Ue coordinato però con “Regno unito, Norvegia e Stati uniti”. “La decisione che dobbiamo prendere collettivamente – ha spiegato Macron – è dire: se la Russia non si impegna in questo cessate il fuoco di 30 giorni e in questi colloqui, dobbiamo essere in grado di imporre sanzioni aggiuntive molto più dure all’economia russa, persino in qualche modo dissuasive”.
Palazzo Chigi, in una nota, ha auspicato che la Russia “risponda positivamente all’appello fatto dal Presidente Trump e dimostri concretamente, come già fatto dall’Ucraina, la volontà di costruire la pace”. Nel comunicato viene anche ricordata “l’importanza del grande appuntamento a sostegno di Kiev che verrà ospitato dall’Italia a luglio con la Conferenza a livello capi di stato e di Governo per la ricostruzione dell’Ucraina”. Non si parla, invece, del tema delle sanzioni, a cui comunque l’Italia ha sempre aderito.
Da Mosca, al momento, non è arrivata una risposta diretta alla proposta di cessate il fuoco. Ma il commento del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov è eloquente: “Sentiamo dichiarazioni contraddittorie da parte dell’Europa. Esse sono generalmente incentrate sulla conflittualità piuttosto che su tentativi di rivitalizzare in qualche modo le nostre relazioni”.
Di Alberto Ferrarese e Lorenzo Consoli