Vino, Tasca d’Almerita celebra i quarant’anni di “Nozze d’Oro”
Milano, 4 giu. (askanews) – Ci sono casi in cui l’intuizione enologica nasce da un sentimento: è il caso di “Nozze d’oro”, primo vino bianco siciliano da invecchiamento ad essere prodotto esclusivamente in acciaio, pensato nel 1984 da Giuseppe Tasca d’Almerita per celebrare il cinquantesimo anniversario di matrimonio con la moglie Franca: un gesto intimo e romantico, carico di affetto e visione, che fu presentato ufficialmente il 3 giugno 1985. Sull’etichetta, ancora oggi, si legge una parte di quella dedica originaria: “…dedicato a mia moglie con amore immenso”.
“Nozze d’oro” è un vino “duplice”, come lo definiva lo stesso Giuseppe: due vigneti, due varietà, due momenti di raccolta, due personalità che si fondono: l’Inzolia e il Sauvignon Tasca. “L’uvaggio, studiato da me solo, mira – spiegò Giuseppe Tasca – a riprodurre il Regaleali della mia prima giovinezza e, magari, quello dei menu di mia bisnonna”. Le uve provengono da due parcelle storiche della Tenuta. La Vigna Barbabietole, impiantata nel 1966 per l’Inzolia, è a oltre 500 metri e si estende su suoli profondi di matrice franco-argillosa, poveri in fosforo ma ricchi di potassio e magnesio, mentre la Vigna Santa Tea, posta su un rilievo intorno ai 650 metri, ha suoli sabbiosi e calcarei, ricchi di scheletro e ben esposti al sole. Qui, nel 1998, è stata impiantata la selezione del Sauvignon Tasca: un biotipo sviluppato a partire da ceppi presenti a Regaleali fin dagli anni Venti, oggetto di un lungo lavoro di osservazione, selezione clonale e adattamento. Riconosciuto come variante del Sauvignon Blanc, il Sauvignon Tasca si distingue per la sua espressività aromatica e per la grande capacità evolutiva. Entrambe le vigne sono allevate a spalliera con potatura a Guyot e sono gestite secondo pratiche agronomiche mirate a preservare l’equilibrio vegeto-produttivo e il potenziale espressivo di ciascuna varietà.
Oltre al lavoro sulle varietà, nel 2007 è stato avviato un progetto sulla selezione di lieviti autoctoni: un percorso volto a identificare ceppi naturali capaci di restituire al vino il carattere più autentico del territorio. Da circa 50 lieviti spontanei isolati in fermentazioni, sono stati selezionati tre ceppi unici, riconosciuti anche a livello genetico per la loro originalità. Questi lieviti rappresentano oggi una componente essenziale dell’identità enologica di “Nozze d’Oro”, e sono custoditi in laboratorio come patrimonio vivo del progetto Regaleali, confermando la loro unicità.
A quarant’anni da quel primo brindisi, “Nozze d’oro” è un vino che evolve, che matura, che non smette di sorprendere. L’annata 2023 rinnova questa promessa: dopo un inverno asciutto e una primavera piovosa, l’estate regolare ha favorito una maturazione equilibrata delle uve. Il Sauvignon è stato raccolto a fine agosto, l’Inzolia a metà settembre. La vinificazione, separata per ciascuna varietà, ha seguito le pratiche affinate negli anni: macerazione a freddo per il Sauvignon, vinificazione in acciaio per entrambi, affinamento sulle fecce fini per cinque mesi, nessuna fermentazione malolattica. L’assemblaggio finale avviene solo in primavera, prima dell’imbottigliamento, e l’affinamento in bottiglia dura almeno dodici mesi.
“Questo vino nasce da un sentimento e da una visione. Racchiude la storia della nostra famiglia e del nostro approccio al vino: radicato ma sempre in cammino” racconta Alberto Tasca, oggi alla guida dell’azienda, aggiungendo che “nel 2025 celebriamo anche la cinquantesima annata del Rosso del Conte: due vini, due momenti diversi, un’unica visione. Quella di mio nonno Giuseppe, che ha saputo immaginare il futuro della vitivinicoltura siciliana a partire da una visione lungimirante, che coniugasse radici familiari e innovazione territoriale. Per noi, produrre ‘Nozze d’oro’ significa ogni anno rinnovare un gesto di dedizione, non solo verso le persone, ma anche verso la terra che ci ospita”.
Foto: Benedetto Tarantino