Referendum confermativo, Marguerettaz al Cre: «se siete sicuri che le regionali siano nulle non presentate le liste»
Il capogruppo dell'Union Valdôtaine ha lanciato provocatoriamente la sfida in Consiglio Valle a Lega, Fratelli d'Italia e Rete civica durante un dibattito fiume sulle regole del gioco per le regionali di settembre
Referendum confermativo, Marguerettaz al Cre: «se siete sicuri che le regionali siano nulle non presentate le liste».
Il capogruppo dell’Union Valdôtaine ha lanciato provocatoriamente il guanto di sfida in Consiglio Valle durante un dibattito fiume sulle regole del gioco per le regionali di settembre a Chiara Minelli di Rete civica, Fratelli d’Italia e Lega, rappresentanti del Comitato per la riforma elettorale.
La sfida
«Se il 10 agosto il risultato fosse positivo e le 3 preferenze fossero confermate dal popolo sovrano, vi lancio una sfida (rivolgendosi ai referendari ndr). Se siete così sicuri che le elezioni regionali saranno nulle non presentate le liste, state a casa e risparmiate».
La mozione
La mozione di Pcp impegnava la I Commissione ad audire il presidente della Regione Renzo Testolin a emanare «il decreto di convocazione dei comizi elettorali per il rinnovo del Consiglio regionale entro il 20 giugno 2025».
La mozione non è stata approvata. Hanno votato a favore Pcp e Forza Italia; tutte le altre forze politiche si sono astenute.
L’illustrazione
Ribadisce la scelta sbagliata del 10 agosto per il referendum confermativo sulle 3 preferenze la consigliera Chiara Minelli (Pcp) «sia per il periodo estivo sia per i costi più elevati».
Spiega: «Il motivo della scelta della settimana di ferragosto deriva dalla volontà della maggioranza regionale di utilizzare il risultato del referendum confermativo, qualora favorevole alla legge, per modificare le regole della consultazione elettorale per il Consiglio regionale mentre il procedimento è in corso, dopo che il Decreto del Presidente già ne aveva definito i contorni sulla base della legge esistente. L’intenzione del Presidente, evidentemente, è di fare ad agosto un nuovo Decreto che modificherà quello che sarà prossimamente emanato. Solo che questo non si può fare».
I giuristi
«Non si possono modificare le regole del gioco dopo che la partita è iniziata. Questa realtà logica e giuridica è stata affermata dai costituzionalisti Giovanni Tarli Barbieri, Andrea Morrone e Giovanni Boggero» ha aggiunto e poi concludere: «Questo pasticcio istituzionale deriva da una precisa responsabilità politica perché avete portato all’approvazione una legge di rango statutario fuori tempo massimo. Con l’uso delle leve del potere potrete anche segnare qualche gol ma la partita credo l’abbiate persa. L’ex presidente della Regione, Erik Lavevaz, ha ammesso il fallimento. Mi viene da sorridere pensando che ora annunciate anche la presentazione di un altro ritocco alla normativa che riguarda la forma di governo – la presenza delle donne in giunta ndr – all’ultimo Consiglio di luglio, con una altra legge statutaria che non potrà mai entrare in vigore in questa legislatura. Una presa in giro e un esempio di spudoratezza».
A monte le elezioni
Così Paolo Sammaritani nel suo intervento: «Sposiamo in pieno quanto detto dalla collega Minelli. La questione di indizione dei comizi è, oggi, di attualità. Rischiate di mandare a monte pure le elezioni del 28 settembre ma dimostrate pervicaci nel perseguire le 3 preferenze».
Referendum non scalda i cuori
Il presidente della I Commissione Erik Lavevaz ribadisce «questa legge elettorale è stato un fallimento. L’ho detto in aula. Ho detto che è stato un fallimento della politica, di tutto il Consiglio e non solo della maggioranza. Siamo arrivati a una sintesi ridotta al minimo. Certo. Abbiamo votato a favore di una legge che aveva punti condivisi: i 19 voti li abbiamo portati a casa. Le altre proposte presentate in aula non sono state un gran successo così come non lo è stata la raccolta firme per l’indizione del referendum. Il numero minimo di firme raccolte dimostra che non è cosa che riscaldi il cuore dei valdostani. Non capisco l’elegia sulla preferenza unica del collega Sammaritani visto che il centrodestra nella sua legge ne proponeva 5».
Referendum, altri Palazzi decideranno
Il capogruppo di Forza Italia Pierluigi Marquis ha argomentato: «Noi sposiamo in pieno l’affermazione che sia un fallimento della politica, ma da attribuire alla sola maggioranza che ha le carte in mano, la possibilità di mediare. Forza Italia ha rinunciato alla propria legge con l’elezione diretta del presidente della Regione per trovare una quadra con gli alleati di centrodestra. La maggioranza, se fosse stata convinta del percorso avrebbe dovuto approvare entro i tempi la propria proposta. Altri Palazzi decideranno ora del referendum confermativo. Tutto questo mette in difficoltà che dovrà raccogliere le firme e i valdostani».
Le bordate
Ha dispensato bordate il capogruppo unionista Marguerettaz: «Credo che al di là delle voci autorevoli citate (i costituzionalisti ndr) scriveremo un nuovo manuale di diritto. Avete parlato di leggi che vengono approvate fuori tempo massimo. Mai sentito. La legge esiste o non esiste. Le date non possono corrispondere ai desiderata di qualcuno. Il provvedimento viene fatto nell’arco del periodo dettato dalle legge. Sulla riforma della legge elettorale voi, leghisti, vi siete dimezzati. Siete teleguidati da Roma, Marquis. Nell’ambito della preferenza unica nessuno si è riconosciuto. È stata rinnegata da tutti. Non è una ‘cordatina’ anche la doppia preferenza di genere? La sintesi di maggioranza, con le 3 preferenze, ha raccolto il sentimento generale dell’aula».
Alla Minelli dice: avete messo a segno autogol con le firme farlocche così come la proposta di referendum consultivo e pure con la proposta di legge popolare.
Il sarcasmo
«Democrazia e stabilità: sono due termini che sulle sue labbra, Margueratettaz, non ci stanno. L’Union Valdôtaine è campione del mondo di instabilità, ha sfiduciato il suo presidente e i suoi assessori. Sulla democrazia è stato un successo per la Lega nel 2020, che non ha distribuito prebenda e ha incassato il consenso dei valdostani. Il partito più votato l’avete relegato in minoranza, Questo è un insulto alla democrazia» ha stigmatizzato Diego Lucianaz.
(danila chenal)