Romaeuropa Festival fa 40 e lancia “Ultra ref” al Mattatoio a Roma
Roma, 18 set. (askanews) – Per i suoi 40 anni, il Romaeuropa Festival rilancia con forza il suo percorso di innovazione, creatività e sperimentazione attraverso Ultra Ref, un festival nel festival che trasforma il Mattatoio di Roma in un crocevia di linguaggi artistici, estetiche e nuove esperienze immersive. Grazie alla collaborazione con Roma Capitale e con l’Azienda Speciale Palaexpo, La Pelanda torna ad essere il cuore pulsante del festival, laboratorio delle sezioni più innovative, ibride e trasversali del programma.
‘Azienda Speciale Palaexpo è orgogliosa di rinnovare e rafforzare la collaborazione con Romaeuropa Festival attraverso Ultra Ref, un progetto che valorizza appieno la vocazione del Mattatoio come polo della creatività contemporanea. Con la trasformazione de La Pelanda in un laboratorio di sperimentazione artistica e linguistica, confermiamo il nostro impegno a sostenere le pratiche più innovative della scena culturale e a promuovere il dialogo tra arti, pubblico e istituzioni. Un percorso che ribadisce il ruolo di Azienda Speciale Palaexpo nella costruzione di un ecosistema culturale aperto, inclusivo e proiettato verso il futuro’, ha dichiarato il presidente di Azienda Speciale Palaexpo Marco Delogu.
‘Con Ultra Ref inauguriamo un programma fondamentale per la creatività emergente e per i nuovi linguaggi, consolidando il Mattatoio come spazio centrale di innovazione artistica. Dopo le straordinarie giornate d’inaugurazione della quarantesima edizione di Romaeuropa, questa collaborazione ci permette di sottolineare l’anima multidisciplinare del Festival e di aprirci a pubblici diversi, alle nuove generazioni di artiste, artisti e spettatori, incrociando linguaggi, memorie e futuri’, ha affermato il direttore generale e artistico Fabrizio Grifasi, insieme al Presidente della Fondazione Romaeuropa Guido Fabiani.
L’apertura di Ultra Ref, il 20 settembre, è affidata a un doppio concerto: Lyra Pramuk, punta di diamante dell’avant-pop globale, approda per la prima volta al Festival con un universo sonoro inedito; voci decostruite e strumenti classici filtrati da processi tecnologici e intelligenza artificiale. Accanto a lei, Isabelle Lewis, progetto nato dall’incontro tra il producer Valgeir Sigurðsson, il controtenore e regista teatrale Benjamin Abel Meirhaeghe e la violinista Elisabeth Klinck – presentato grazie al supporto di Flanders State of The Arts – fonde elettronica e suggestioni classiche, atmosfere sensuali e romantiche, suoni avvolgenti ed elettronica pulsante.
Gli appuntamenti musicali al Mattatoio proseguono con Ultra Club, la nuova sezione curata da Matteo Antonaci, Giulia Di Giovanni e Federica Patti, che concentra in un’unica settimana i percorsi del festival dedicati alla pop music e alla ricerca tecnologica. Cinque giorni di musica che si aprono il 23 settembre con una selezione di 5 tra i vincitori della raster.call soundtrack Europe 20-25 a cura di Caterina Tomeo (Ireen Amnes & Merlin Ettore, Amit Dagim, Maarja Nuut, Léa Paintandre e Camilla Pisani), accompagnati dai visual realizzati dagli studenti di RUFA – Rome University of Fine Arts. Si passa poi al cantautorato italiano al femminile con Le parole delle canzoni – Treccani, dialogo tra Anna Castiglia, vincitrice della Targa Tenco 2025, e la giornalista Valentina Farinaccio, e con i live di Gaia Banfi, che intreccia elettronica e tradizione cantautorale, e di Ginevra (Asian Fake), che presenta con full band l’album Femina, dove scrittura intima e tensione politica si incontrano in un pop scuro e raffinato.
Non mancano le contaminazioni con la tradizione e i ritmi latini nelle musiche del duo Tarta Relena (presentato grazie al Programma di Internazionalizzazione della Musica e delle Arti Performative Spagnole, co-organizzato da Instituto Cervantes e INAEM nell’ambito del Piano di Recupero, Trasformazione e Resilienza – NextGenerationEU), e il ritorno live – dopo sette anni – di Populous con il nuovo progetto Isla Diferente, arricchito dai visual di Furio Ganz e dalla danza di Francesca Santamaria (anche protagonista di Dancing Days). La ricerca digitale e sonora prosegue con la rinnovata collaborazione con RE:Humanism Art Prize, che presenta Improbable Excess di Jess Tucker e Orynthia di Valerie Tameu, opere vincitrici del Romaeuropa Digitalive Prize che esplorano intelligenza artificiale e realtà virtuale. Sempre dalla Spagna, arriva per la prima volta a Roma Maria Arnal, una delle artiste più originali della scena avant-pop globale post-Rosalìa, con la sua ricerca radicata nella memoria mediterranea e nella tradizione vocale, trasformata in linguaggio universale attraverso intelligenza artificiale e l’elettronica sperimentale. La stessa sera Klang presenta Sara Persico, artista residente a Berlino e parte del noise underground di Napoli, già al fianco di artiste come Caterina Barbieri, Andy Moor e Elvin Brandhi e Érotiq, progetto nato a Roma, attraversa territori elettronici e immaginari simbolici per costruire un linguaggio che riflette sul potere, sull’estetica e sulle forme della manipolazione. All’indie più radicale è infine dedicata l’ultima serata della sezione, con uno showcase speciale firmato Dischi Sotterranei, di cui sono protagonisti Gaia Morelli e la new entry Satantango, e i concerti di Altea e Fuera con il live elettronico ibrido realizzato appositamente per Ultra Club.
Ma gli eventi musicali proseguono anche con il live di San Damiano, il documentario presentato alla Festa del Cinema di Roma 2024 ora eseguite dal vivo da Cosimo Damiano e Pietro Pompei, accompagnati dalle immagini inedite di Gregorio Sassoli, in un viaggio sonoro sospeso tra sogno e quotidianità; con la performance elettroacustica di Martina Bertoni che con il suo Electroacoustic Works for Halldorophone trasforma feedback e sistemi generativi in paesaggi sonori in continua evoluzione e con la lecture performance di Donatella Della Ratta, in collaborazione con THE VOID (Tommaso Campagna & Jordi Viader Guerrero) che esplora la “violenza speculativa” delle immagini generate dall’AI.
Infine Tempo Reale dedica uno speciale appuntamento tra installazione, musica e performance in omaggio a Luciano Berio con un’installazione sonora immersiva che restituisce attraverso una partitura di suoni e voci, la complessità dell’universo artistico del grande maestro della musica contemporanea, e la performance Berio a colori, dove le composizioni di Berio si fondono con immagini storiche di Bruno Munari, e con le fotografie di Roberto Masotti e Silvia Lelli; mentre alla coreografa e performer italiana Simona Bertozzi, è affidata l’interpretazione di due significative composizioni per violoncello solo, accostate per la prima volta ed eseguite dal vivo da Claudio Pasceri.
Ma Ultra Club non è solo musica: è sperimentazione digitale, innovazione e laboratorio di pensiero, uno spazio in cui storia, presente e futuro si intrecciano attraverso linguaggi e tecnologie accessibili, frutto dell’alleanza tra nuove generazioni e risorse a loro dedicate. Al centro di questa visione c’è Pascolo Abusivo, collettivo di studenti e studentesse RUFA, che presenta REFrame, un’esperienza immersiva in realtà virtuale che ripercorre la storia del festival dalle origini a scenari visionari proiettati verso il futuro, realizzata grazie al finanziamento dell’Unione Europea – Next Generation EU – PNRR Transizione Digitale Organismi Culturali e Creativi. La narrazione è affidata a ChatGPT che guida il pubblico tra decenni di memoria e creatività, trasformando eventi, immagini e suoni del passato in un gioco interattivo. Pensato come un videogioco in VR, REFrame invita a “ricollocare la cornice”: rileggere ciò che è stato per aprire nuove prospettive, costruire connessioni tra passato e futuro e ribadire la centralità delle nuove generazioni come protagoniste del cambiamento. Ogni scelta del giocatore modifica il percorso, trasformando la memoria collettiva in un’esperienza partecipativa, immersiva e ludica. Flesh ar(t) attack ideato da Chiara Passa, porta l’arte digitale all’ex Mattatoio con le opere in realtà aumentata di 25 studenti del triennio in Arti Multimediali e Tecnologiche dell’Accademia di Belle Arti di Roma. Parallelamente, Re:Humanism, l’Accademia di Belle Arti di Roma e l’Accademia di Belle Arti di Brera presentano un’installazione/azione temporanea che esplora usi e abusi dell’AI firmata da Mara Oscar Cassiani & Guido Segni.
Infine, il Collettivo Noise in partnership con NABA – Nuova Accademia delle Belle Arti- esplora il concetto di rumore come metafora di disturbo, imprevisto e margine.
Dal 30 settembre al 5 ottobre, Ultra Ref apre una finestra sulla scena lituana in collaborazione con il Lithuanian Culture Institute, il Lithuanian Council for Culture e l’Ambasciata della Lituania in Italia. Un attraversamento che intreccia musica, danza e teatro, restituendo l’immagine di una cultura viva, capace di connettere le eredità del passato con le urgenze del presente.
La musica si fa esperienza collettiva con il concerto di Merope, in cui voci, strumenti tradizionali ed elettronica disegnano paesaggi sospesi tra minimalismo e folk. Nato come collettivo internazionale con musicisti provenienti da Lituania, Belgio e Spagna, Merope unisce radici baltiche, sonorità mediterranee e ricerca sperimentale, creando un linguaggio sonoro unico che attraversa culture e generi. Le loro composizioni, radicate in una sensibilità cosmopolita, intrecciano tradizioni antiche e tecnologie contemporanee, dando vita a un’esperienza ipnotica e profondamente condivisa.
Una stessa tensione alla sperimentazione guida l’ensemble Sports Group, formato da Gabriele Labanauskaite, Gaile Griciute e Viktorija Damerell, che intreccia poesia, voce e strumenti inconsueti – persino attrezzi da palestra – in un rito sonoro che scardina i confini tra performance, installazione e concerto.
La danza si accende nel lavoro del giovane coreografo Dovydas Strimaitis, che con Hairy trasforma il corpo in simbolo di libertà e metamorfosi. Ispirato al simbolismo dei capelli fluenti, il suo linguaggio oscilla tra ordine e caos, evocando la rivoluzione di Isadora Duncan e la potenza teatrale di Pina Bausch, fino a farsi gesto politico ed espressione poetica insieme.
Accanto a musica e danza, il focus porta in scena -con la collaborazione del Lithuanian National Drama Theatre- anche la nuova drammaturgia al femminile, che ha rinnovato radicalmente il panorama teatrale lituano con scritture intime e critiche, capaci di affrontare fragilità quotidiane, corpo, amore e traumi collettivi. In tre stage reading tradotti da Toma Gudelyte, il pubblico incontra A Stand-up for Meaning and Meaninglessness di Birute Kapustinskaite, Real Estate Drama di Gabriele Labanauskaite e Patina di Virginija Rimkaite, voci coraggiose e rappresentative di una drammaturgia piccola per geografia, ma vasta per visione, portate in scena grazie alla collaborazione con l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico.
Il focus si arricchisce inoltre della proiezione di Requiem di Jonas Mekas, ospitata al MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo: un omaggio a una delle figure più radicali e poetiche del cinema d’autore, che in questo contesto diventa un appuntamento collaterale, eco preziosa della memoria e della visione del grande regista lituano.
Un percorso che proietta la Lituania come un laboratorio creativo di respiro internazionale, dove linguaggi diversi si intrecciano per generare nuove e sorprendenti forme di immaginazione artistica.
Spazio alla scena coreografica africana, il 7 e l’8 ottobre con il progetto Bambu ideato da Roberto Castello, che costruisce un ponte tra Italia e Africa attraverso spettacoli di danza e teatro contemporanei. La prima edizione propone tre assoli scelti attraverso un doppio processo di selezione: una rete di programmatori africani provenienti da Nigeria, Mali, Sudafrica, Madagascar e Mozambico ha individuato i lavori, successivamente selezionati da dieci programmatori italiani. Sul palco del Mattatoio, si alternano Un voyage autour de mon nombril di Julie Iarisoa (Madagascar), Chute perpétuelle di Aziz Zoundi (Burkina Faso) e Nakatša go rwešwa di Humphrey Maleka (Sudafrica), tre creazioni capaci di tradurre in linguaggio scenico la complessità dei rispettivi contesti culturali, con linguaggi vivi, innovativi e profondamente radicati nei territori d’origine.
Ma è dal 15 al 19 ottobre che Ultra Ref si lascia invadere dalla danza con Dancing Days, la rassegna a cura di Francesca Manica dedicata ai nuovi linguaggi coreografici italiani ed europei. La sezione seleziona le proposte più innovative della scena contemporanea, molte presentate in prima nazionale, valorizzando le giovani generazioni grazie alla collaborazione con la rete europea Aerowaves e con DNAppunti Coreografici, progetto a sostegno dei coreografi under 35. Ad aprire la rassegna è Armin Hokmi con Shiraz, spettacolo ispirato allo storico Shiraz Arts Festival che negli anni ’60 e ’70 trasformò l’Iran in un crocevia di sperimentazione artistica internazionale, e Janet Novás e Mercedes Peón con Mercedes máis eu, performance che intreccia musica, danza e oggetti per raccontare storie collettive e personali. Tra le prime nazionali, la coreografa greca Ermira Goro presenta Sirens una pièce sensuale e misteriosa accompagnata dalle musiche di Jeph Vanger, mentre Francesca Santamaria porta in scena Good vibes only (the great effort), esplorando il corpo come campo attraversato da flussi di informazioni e aspettative sociali. Aristide Rontini con Lampyris Noctiluca riflette sull’eredità di Pier Paolo Pasolini e il corpo come luogo di memoria e trasformazione, mentre Vittorio Pagani in Superstella fonde danza, video e testi per interrogarsi sulle implicazioni etiche e filosofiche della creazione contemporanea. La rassegna si chiude con Fuck me blind di Matteo Sedda, ispirato al film autobiografico Blue di Derek Jarman, e con la presentazione dei finalisti di DNAppunti Coreografici, selezionati in collaborazione con Centro Nazionale di produzione della danza Virgilio Sieni, Operaestate Festival/CSC, L’arboreto – Teatro Dimora, Fondazione Romaeuropa, Gender Bender Festival e Triennale Milano Teatro. Tra i progetti finalisti: Cosmogonia Futura di Jessica De Masi, Everybody has a fate di Riccardo De Simone, Horizon di Nunzia Picciallo e One, two, through di Barbara Carulli e Sara Capanna.
Ultra Ref è anche scene teatrali ibride, dove contaminazione, dialogo e incontro diventano il vocabolario di una nuova generazione di creativi. Significativo, in questo ambito, l’arrivo in prima nazionale – l’8 e il 9 ottobre- di iGirl di Marina Carr, tradotto da Monica Capuani e Valentina Rapetti e portato in scena da Federica Rosellini. Un’opera sciamanica e polifonica, articolata in 21 quadri che intrecciano poesia, memoria e mito, trasformata in rito contemporaneo dalla regia e dalla presenza magnetica della stessa Rosellini, dalle musiche di Daniela Pes e dalle immagini di Rä di Martino.
Torna per il terzo anno consecutivo il Premio Silvio d’Amico alla Regia, promosso dall’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico in collaborazione con Romaeuropa Festival. Il progetto vincitore di questa terza edizione è Special K., sorprendente esperimento teatrale di Michele Eburnea, giovane autore, attore e regista (già in scena con Antonio Latella, Giacomo Bisordi e Leonardo Manzana o nei film di registi come Marco Bellocchio, Nanni Moretti e i Fratelli d’Innocenzo). Lo spettacolo mescola immagini, scrittura di scena, citazioni kafkiane e paradossi sull’identità maschile, con un uso originale del linguaggio e degli oggetti di scena, creando un’esperienza teatrale unica e inaspettata.
Ma è Anni Luce, la sezione a cura di Maura Teofili che esplora i territori più innovativi del teatro italiano contemporaneo. In programma al Mattatoio dal 21 al 26 ottobre nell’ambito di ULTRA REF, la rassegna mette in dialogo prime nazionali e progetti di ricerca, con un’attenzione particolare agli under 30 grazie a Powered by REF, promosso in collaborazione con Carrozzerie | n.o.t e una rete di partner tra cui Periferie Artistiche, ATCL per Spazio Rossellini, Teatro Biblioteca Quarticciolo, 369gradi e Cranpi.
La sezione si apre il 10 e 11 ottobre con la preview Speaking Cables di Agnese Banti, versione Expanded: un’esperienza multisensoriale che rende il teatro accessibile a persone cieche e ipovedenti, trasformando ogni gesto e suono in materia viva e percepibile. Dal 21 ottobre, il programma centrale propone tre prime nazionali: La futura classe dirigente di Caterina Marino, che compone una drammaturgia originale attraverso le parole dei bambini per riflettere sulla visione del futuro delle nuove generazioni; Several Love’s Request di Pietro Angelini e Pietro Turano, indagine sul desiderio maschile nell’era digitale; e Uno spettacolo gigantesco di Alice Sinigaglia, un viaggio grottesco e filosofico tra il comico e il visionario, ispirato all’immaginario di Rabelais.
La rassegna prosegue con la VI edizione di Powered by REF, che presenta studi di tre giovani artisti: Andrea Fabris con AION, dialogo tra suono digitale e algoritmi (tutor Alessio Maria Romano); Annalisa Limardi con TRE, narrazione intima e politica sulla disabilità familiare (tutor Babilonia Teatri); e Irene Mantova con 612-ter., riflessione ironica e lucida su consenso e revenge porn (tutor lacasadargilla). Un’occasione per osservare il teatro italiano più giovane mentre sperimenta linguaggi, forme e tematiche urgenti, tra riflessione, gioco e provocazione.
Ghost Track, il format ideato da Maura Teofili e Gioia Salvatori con il coordinamento musicale di Simone Alessandrini, torna al Mattatoio in una forma nuova e più intima: un convivio in cui lo spettatore è invitato a sedersi attorno a un tavolo per condividere storie, riflessioni e sorprese. Quattro gli appuntamenti:Francesca Cavallo immagina nuove favole per cambiare modelli e orizzonti; Silvia Bencivelli e Carlo Amleto esplorano credenze popolari e “quackeries” tra scienza e comicità; l’Associazione Vanvera mette in discussione desideri, canzonette e stereotipi amorosi; Chiara Alessi rilegge gli oggetti del quotidiano illuminandoli da prospettive inaspettate.