Visa: Pmi, 67% imprenditori under 36 possiede almeno un conto in una banca tradizionale ma solo il 55% lo considera primario
Roma, 29 ott. (askanews) – I giovani imprenditori in Italia stanno spostando il baricentro del business verso modelli più integrati, digitali e orientati ai mercati internazionali. È quanto emerge dal Next Gen SMB Italy Report , il nuovo studio realizzato da Visa e presentato al Salone dei Pagamenti, che offre un’analisi approfondita sui comportamenti degli imprenditori under 36 delle PMI italiane: una generazione protagonista di un nuovo modo di fare impresa e di una nuova relazione con il sistema bancario, sempre più attenta all’innovazione e alla personalizzazione di soluzioni e servizi nella scelta degli istituti.
“Le PMI guidate da giovani imprenditori in Italia stanno diventando un reale motore di cambiamento dell’economia: adottano strumenti digitali, esplorano mercati globali e sperimentano nuovi modelli di vendita. Capire le loro esigenze è essenziale per costruire soluzioni bancarie che soddisfino davvero le loro priorità di business – ha spiegato in una nota Stefano M. Stoppani, Country Manager Visa Italia – I pagamenti digitali, in questo scenario, si posizionano come elemento chiave per sostenerne le aspettative di crescita, in modo flessibile e personalizzato, grazie alla loro capacità di abilitare una movimentazione del denaro semplice, veloce e sicura, in Italia e a livello internazionale”.
Secondo lo studio Visa, le banche restano un punto di riferimento per gli imprenditori under 36, ma la relazione con gli istituti tradizionali si fa più selettiva. Tra i giovani decision maker, in particolare, il 67% possiede almeno un conto in una banca tradizionale, ma solo il 55% lo considera primario. Una quota che conferma l’apertura verso modelli ibridi, dove strumenti FinTech e soluzioni digitali si affiancano ai canali bancari classici. Anche la percezione di sicurezza evolve: cresce la fiducia nelle piattaforme FinTech, considerate sempre più affidabili per la protezione delle informazioni finanziarie, con un livello di confidenza (50%) che si avvicina a quello riconosciuto alle banche tradizionali (55%).
L’innovazione tecnologica è ormai parte integrante della gestione aziendale. Il 62% dei giovani imprenditori utilizza strumenti online o mobile per le operazioni quotidiane, ma ciò che li distingue è la tendenza a sperimentare nuove soluzioni. Le percentuali lo raccontano con chiarezza: il 43% utilizza tool di accounting, il 36% adotta sistemi di pagamento integrati, il 30% strumenti di gestione della spesa, il 24% piattaforme online per i prestiti alle PMI e il 20% applicazioni di cashflow management. Si tratta di un approccio più dinamico, fondato sulla rapidità decisionale e sulla possibilità di disporre di analisi in tempo reale, considerate fondamentali per leggere i dati aziendali e prendere scelte più informate, tramite piattaforme personalizzabili e complete, capaci di integrare diverse funzioni finanziarie.
L’inclinazione all’innovazione si accompagna a una marcata vocazione internazionale. Le vendite oltre confine rappresentano il 25% del fatturato delle imprese guidate da under 36, e la spesa in marketing estero arriva al 33%, dati che testimoniano una forte spinta all’espansione globale delle PMI dei giovani imprenditori.
Anche sul fronte della comunicazione emerge un cambio di paradigma: il 64% utilizza i social media per promuovere il proprio business e il 55% per dialogare con i clienti, ma un dato significativo riguarda anche l’informazione: oggi il 34% dei giovani imprenditori si affida ai social per aggiornarsi su prodotti e servizi finanziari.
Pagamenti digitali e criteri di scelta degli istituti Anche nei metodi di pagamento emerge una netta evoluzione. Se il bonifico bancario resta diffuso (45%), tra gli imprenditori under 36 cresce l’adozione di pagamenti mobile (32%), carte virtuali (25%) e transazioni peer-to-peer (22%). I giovani non si limitano a usare nuovi strumenti, ma si aspettano vantaggi concreti, come rewards o sconti, a conferma di un approccio sempre più orientato al valore. Pur privilegiando il digitale, però, non rinunciano del tutto al contatto diretto: il 39% delle operazioni viene ancora svolto in filiale. Un segnale della volontà di mantenere un dialogo personale e di ricevere supporto qualificato nelle decisioni più strategiche.
Nel rapporto con le banche, le priorità dei giovani decisori si stanno trasformando. L’integrazione dei software (23%) e la disponibilità di servizi online e mobile (31%) sono fattori sempre più importanti nella scelta dell’istituto, a conferma di un orientamento verso la qualità e la personalizzazione del servizio. In questo scenario, continua a giocare un ruolo rilevante anche la presenza fisica delle filiali (31%) e il costo delle commissioni applicate dalla banca nelle transazioni (32%).

