Ricorso al Tar per annullare il voto delle Regionali, le proponenti: «nessun partito dietro di noi ma un atto di responsabilità civica»
Monica Glassier e Sabrina Marando spiegano i motivi della loro iniziativa, «fondati su un principio semplice ma fondamentale: le regole del gioco non possono cambiare mentre si gioca».
Ricorso al Tar per annullare il voto delle Regionali, le proponenti: «nessun partito dietro di noi ma un atto di responsabilità civica».
Un paio di settimane fa, Monica Glassier e Sabrina Marando hanno depositato un ricorso al Tar per annullare il provvedimento di proclamazione degli eletti alle elezioni regionali del 28 settembre scorso.
In una lettera aperta, spiegano le motivazioni che riportiamo integralmente qui sotto.
«Negli ultimi giorni molte persone ci hanno contattate, tra cui la stampa locale e alcuni esponenti politici, per conoscere le motivazioni che ci hanno spinto a presentare il ricorso relativo alle elezioni regionali del 28 settembre 2025.
Abbiamo scelto di mantenere il silenzio fino ad oggi perché crediamo che il nostro gesto parli da sé e vada compreso nel contesto più ampio dei principi democratici che tutti, al di là, dovremmo condividere.
Desideriamo innanzitutto chiarire che “dietro di noi” non c’è nessuno, e tanto meno partiti politici. Il ricorso non nasce da interessi personali o dal desiderio di ottenere vantaggi ma dalla volontà di difendere ciò che ogni cittadino ha diritto di pretendere: certezza delle regole, trasparenza delle procedure e parità di condizioni per tutti gli elettori.
«Le regole del gioco non possono cambiare mentre si gioca»
La nostra preoccupazione si fonda su un principio semplice ma fondamentale: le regole del gioco non possono cambiare mentre si gioca.
Le elezioni devono svolgersi secondo norme chiare, conosciute e vigenti al momento della convocazione dei comizi.
Modificarle a ridosso del voto, come è accaduto con la nuova legge elettorale, mette in discussione la stabilità del processo democratico, rischia di alterare l’equilibrio della competizione elettorale e genera incertezza e disorientamento tra cittadini, candidati e Istituzioni.
Non contestiamo il numero delle preferenze o le modalità di voto ma la decisione del presidente della Regione di applicare la nuova legge a comizi elettorali già indetti, con diverse liste che avevano chiuso le candidature e raccolto oltre mille firme secondo la vecchia norma della preferenza unica.
«Democrazia fragile che va difesa ogni giorno»
Il nostro è un atto di responsabilità civica.
È un invito, a tutti i cittadini, a riflettere su quanto la democrazia sia fragile se non viene difesa ogni giorno.
Essa non è solo un insieme di procedure ma un patto di fiducia, tra chi governa e chi conferisce il potere, fondato su legalità, certezza e trasparenza.
Quando questo patto si incrina, anche la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni rischia di essere compromessa.
È per questa ragione che abbiamo presentato ricorso, nella speranza che il nostro gesto contribuisca a ricordare il vero significato della parola democrazia».
«Con fiducia e determinazione» concludono Monica Glassier e Sabrina Marando.
(re.aostanews.it)
