Processo Longarini-Cuomo-Barathier rimandato a febbraio
Il gup di Milano chiama a testimoniare in aula l'avvocato Roberto Craveia, mentre il pm , Giovanni Polizzi, chiede l'acquisizione di alcuni atti di un'indagine della Dda di Torino, facendo slittare l'epilogo del procedimento
Processo Longarini-Cuomo-Barathier, tutto rimandato a febbraio.
Vivrà, infatti, altri due capitoli il processo con rito abbreviato che vede coinvolti l’ex procuratore facente funzioni di Aosta, Pasquale Longarini (difeso dai legali Anna Chiusano e Claudio Soro), il titolare del Caseificio Valdostano Gerardo Cuomo (Maria Rità Bagalà e Gilberto Lozzi), e il titolare dell’albergo Royal e Golf di Courmayeur, Sergio Barathier (Fulvio Simoni e Jacques Fosson), accusati dal pm di Milano, Giovanni Polizzi, di induzione indebita a dare o promettere utilità e (solo Longarini) di favoreggiamento (perpetrato tramite la rivelazione di segreto d’ufficio ).
L’udienza
L’allungamento del procedimento di fronte al gup del Tribunale di Milano, Guido Salvini, è dovuto a due atti, uno proprio del giudice e l’altro del pm milanese, che dopo la presentazione della memoria difensiva da parte dei legali di Pasquale Longarini nella seduta del 26 ottobre, ha giocato le proprie carte.
Il primo riguarda la citazione di un testimone, mentre la carta giocata dal sostituto procuratore Polizzi si concretizza nelle richiesta di acquisizione nel fascicolo del processo di alcuni atti relativi all’indagine della Dda di Torino.
Il testimone
Partiamo dal testimone. Il gup Guido Salvini, infatti, ha chiamato a comparire in aula il legale del foro di Milano Roberto Craveia. Il motivo? Lo stesso risultava co-difensore di Sergio Barathier nell’ambito di un procedimento per reati tributari che, peraltro, si è concluso nel luglio 2017 con l’assoluzione.
Secondo quanto emerso dalle indagini, qui sarebbe emersa la “conoscenza” tra Longarini e Barathier.
Per gli inquirenti, infatti, l’ex procuratore facente funzioni «abusando delle sue qualità o dei poteri di pubblico ufficiale», in quanto parte in causa in «un procedimento penale a carico di Barathier per gravi reati» fiscali (quello di cui si parlava poc’anzi ndr.), «in accordo con Cuomo, sollecitava» lo stesso Barathier «ad effettuare forniture di prodotti dal Caseificio valdostano» per il proprio albergo.
Questo, effettivamente, avvenne, tanto che «Barathier procedeva, assumendo ordini del valore di circa 70-100 mila euro».
E le domande in aula, per Craveia, sono state incentrate proprio su questo procedimento: il legale ha negato di aver ricevuto pressioni da Longarini e ha confermato di averlo incontrato solo per motivi strettamente legati alle indagini.
L’acquisizione di documenti
La controffensiva della Procura milanese si è concretizzata con la richiesta di acquisizione agli atti di elementi riguardanti l’inchiesta della Dda di Torino e in particolare di alcune intercettazioni che avrebbero visto coinvolti l’imprenditore Cuomo e Giuseppe Nirta, 52enne originario di San Luca, e ucciso in Spagna nel giugno del 2017 in circostanze ancora da chiarire.
Questa indagine risulta, sostanzialmente, alla base dell’accusa di favoreggiamento (derivato dalla rivelazione del segreto d’ufficio) relativa a Longarini. Secondo il pm milanese, infatti, nell’aprile 2015, l’allora pm avrebbe dato una mano a Cuomo «a eludere le investigazioni condotte dalla Dda di Torino» nell’ambito di un procedimento «in materia di criminalità organizzata», arrivando, sempre secondo l’accusa, a rivelare allo stesso di essere «sottoposto ad intercettazioni telefoniche, informazione che il pm aveva appreso dai carabinieri di Aosta per ragioni del proprio ufficio, in quanto titolare di procedimenti collegati».
Questo aveva portato, sempre secondo gli inquirenti, l’imprenditore a interrompere, immediatamente, ogni rapporto con Giuseppe Nirta, col quale pare avesse intrapreso una serie di rapporti commerciali.
Ulteriori udienze
Con tutti questi elementi, come detto, il processo slitta ora a febbraio, con le ulteriori udienze fissate per venerdì 8 e lunedì 18.
Nella prima, il Gup scioglierà la riserva (presentata anche dalle parti) sull’acquisizione agli atti dei documenti, richiesta dal pm Polizzi. Poi, seguirà la requisitoria del sostituto procuratore e la discussione degli avvocati.
Nella probabile ultima puntata, infine, ci sarà spazio per le eventuali repliche e controrepliche di accusa e difese, prima della sentenza, che sarà pronunciata dopo la Camera di consiglio.
(alessandro bianchet)