Sequestro beni, i consiglieri regionali indagati: «atto ingiusto e accuse inconsistenti»
Sequestro conservativo, «un atto profondamente ingiusto e infondato e accuse inconsistenti» È il commento dei gruppi consiliari UV, PD-SVdA, EPAV e AC-PNV-SA a fronte della notifica a 21 tra consiglieri ed ex-consiglieri regionali di un sequestro conservativo di tutti i loro beni e dei conti correnti, anche cointestati con dei famigliari o al servizio di attività d’impresa in seguito all’inchiesta della Corte dei conti della Valle d’Aosta, Roberto Rizzi, sui soldi pubblici spesi per la ristrutturazione di Casinò e Grand Hotel Billia di Saint-Vincent, per i quali la magistratuta contabile ipotizza un danno erariale di 140 milioni ascrivibile ai 21 soggetti. «Atti di questo genere pensavamo fossero riservati solo a delinquenti e mafiosi e comunque a seguito di condanne», proseguono in una nota i quattro gruppi consiliari.
Un atto, quello del sequestro conservativo, che il presidentedella Corte dei conti ha definito più che giustificato.
La difesa di UV, PD-SVdA e EPAV
«I provvedimenti contestati dalla Procura della Corte dei Conti riguardano delle votazioni di delibere di Giunta e di Consiglio volte a rilanciare un’azienda che ancora oggi occupa 600 posti di lavoro diretti oltre all’indotto – si legge -. In particolare, sono stati votati i finanziamenti di lavori di messa a norma obbligatoria e di ristrutturazione documentati da apposite contabilità e fatture verificate dal collegio sindacale, dalla direzione lavori e collaudate e certificate dagli organi competenti. Tutti gli atti deliberativi sono stati peraltro supportati da pareri di legittimità, valutazioni tecniche e preceduti da piani di sviluppo proposti dagli amministratori del Casinò de la Vallée. La Regione Valle d’Aosta ha inoltre acquisito un parere pro veritate che evidenzia come un’inerzia della proprietà avrebbe compromesso il valore dei beni pubblici e gli investimenti sino ad allora effettuati, cagionando un grave danno economico alla collettività».
Neanche 1 euro al Casinò
«Si sottolinea – proseguono i consiglieri dei gruppi UV, PD-SVdA, EPAV – che la contestazione della Procura della Corte dei Conti non censura l’importo impegnato nei lavori di ristrutturazione, ma sottolinea che non avrebbe dovuto essere investito nel Casinò nemmeno un euro. In questo senso, mira a sanzionare anche la libertà e la competenza degli organi politici regionali, il Consiglio regionale e la Giunta, nell’adottare una scelta di interesse generale che nel caso specifico riguardava il rilancio della Casa da gioco attraverso la ristrutturazione edilizia e di accoglienza del complesso».
«Infine si sottolinea – concludono i gruppi consiliari – che anche la lettura negativa dell’azione non risponda alla realtà, poiché vi è beneficio per la comunità valdostana non soltanto per l’effetto economico indotto dall’impresa sull’occupazione e lo sviluppo ma anche sullo stesso riparto fiscale e sul gettito. Fiduciosi dello stato di diritto in cui viviamo, nella consapevolezza di non aver rubato un euro e di aver agito nell’interesse della Valle d’Aosta, faremo valere le giuste ragioni nelle sedi giudiziarie.
La difesa di AC-PNV, SA
«Questo è un provvedimento che è adottato senza che si sia svolto un processo e in assenza di nostra difesa – affermano i consiglieri di AC-PNV e SA -. Sino ad oggi abbiamo preferito tacere a riguardo dell’azione grave che è stata intrapresa nei nostri confronti, perché questo ci è sembrato il comportamento più confacente nel rispetto della giustizia e degli organi da essa amministrati e ciò nonostante gli spiacevoli e intempestivi comunicati stampa della Guardia di Finanza».
«Non possiamo però ora nascondere alla collettività l’assoluta inconsistenza delle accuse che ci vengono mosse: non solo non abbiamo destinato soldi pubblici a fini diversi da quelli propri, ma abbiamo intrapreso le uniche azioni che qualsiasi buon amministratore della cosa pubblica avrebbe dovuto porre in essere a tutela e a salvaguardia della società di titolarità della Regione. La nostra azione non solo non ha creato danno alla Regione o ad altro ente, ma ha consentito la conservazione di un rilevante cespite storico qual è il Casinò e l’Hôtel Billia».
«L’evidente infondatezza dell’azione promossa verrà senza dubbio accertata dalla Corte dei Conti, quando avrà potuto esaminare e valutare il peso dei nostri argomenti difensivi; confidiamo che all’udienza del prossimo giugno sia chiarito il perimetro del nostro agire e la bontà della nostra condotta. Non possiamo inoltre esimerci dal sottolineare la coincidenza temporale della notificazione degli atti con importanti decisioni del Consiglio e rilevanti momenti della campagna elettorale».
(re.newsvda.it)