Azione Cattolica tra fraternità e responsabilità
Al seminario di Aosta, la festa diocesa per il 150esimo anniversario dell'Azione che nella nostra regione conta circa 500 aderenti.
Alla Cattedrale di Aosta si è concluso ieri, domenica 8 aprile un anno di festeggiamenti per il 150° anniversario dalla fondazione di Azione Cattolica.
La Società della Gioventù Cattolica italiana
Nel 1867 a Bologna nasceva quella che allora si chiamava Società della Gioventù Cattolica Italiana.
La fine dell’Ottocento aveva visto fiorire in Europa molte associazioni cattoliche rivolte all’azione sociale, in cui erano i laici a essere protagonisti, impegnati in un mondo che era poco disposto a dialogare col clero. Con il papato di Pio X la società prende il nome di Azione Cattolica Italiana e agli inizi degli anni ’20 si divide in quattro settori, dedicati agli uomini, alle donne, ai giovani e agli universitari.
Le difficoltà non mancano: nel 1931 Mussolini ordina la chiusura di tutti i circoli di Azione Cattolica, perché critici verso il regime.
Nel dopoguerra la società rifiorisce e si trova questa volta a dover fronteggiare le nuove correnti anticattoliche, spesso spronata dai pontefici a contrastare le nuove idee liberali, ma soprattutto antireligiose.
Il Concilio Vaticano II arriva nel 1965 a cambiare ancora una volta le carte in tavola: alla sua chiusura, la Chiesa cattolica era invitata a dialogare col mondo contemporaneo e anche Azione Cattolica rivede la propria struttura. Alcuni anni dopo vengono eliminate le divisioni tra uomini e donne, mentre si delineano i nuovi settori, divisi questa volta per età. L’associazione si ritrova così strutturata per accogliere adulti, giovani, giovanissimi e ragazzi. Nel 2003 viene aggiornato ancora una volta lo statuto associativo, a dimostrazione di come l’Azione Cattolica cerchi di essere al passo con i tempi.
Il commento di Monsignor Lovignana
Nelle parole del vescovo di Aosta, Monsignor Lovignana, risalta però quella che rimane l’ispirazione originaria e sempre attuale dell’associazione, ovvero la necessità di essere attivi nella società, portando un contributo specificamente cristiano nei vari livelli della vita nazionale e locale. «Un’Azione Cattolica lievito di fraternità» propone l’omelia del vescovo come primo spunto di riflessione, facendo notare come il mondo attuale sia frantumato e violento, mancante di pace. Una pace che può essere soltanto coltivata a partire dalle esperienze più piccole, dalla fraternità nelle comunità locali, fino ad arrivare ai livelli mondiali. «Un’Azione Cattolica di battaglia», per combattere non le persone ma l’indifferenza diffusa, l’incapacità di scegliere in base ai valori le possibilità che ci si presentano. Occorre essere «uomini e donne consapevoli, cittadini responsabili». E infine, non trascurando la specifica ispirazione cristiana, monsignor Lovignana ha invitato gli associati a impegnarsi nell’impegno cristiano, a mettersi a scuola «di santità», seguendo il modello di persona che Gesù Cristo ha proposto. E proprio a questo proposito il vescovo ha ricordato come la formazione culturale cristiana sia da sempre un impegno costante per tutti i settori di Azione Cattolica.
Le foto e la storia dell’Azione Cattolica in Valle, su Gazzetta Matin in edicola lunedì 9 aprile.
Nella foto, un momento dell’attività per gli adulti organizzata ieri al Seminario di Aosta alla quale ha partecipato anche il vescovo, Monsignor Franco Lovignana.
(m.g.)