Bando affitti: Pulz, delibera discriminatoria della Lega VdA
Alcuni rappresentanti di Impegno civico denunciano la stretta sui requisiti dei cittadini extracomunitari per l'assegnazione dei contributi per le abitazioni in locazione
Con il bando affitti la Lega Vallée d’Aoste prosegue nella politica discriminatoria. E’ la denuncia della consigliera di Impegno civico Daria Pulz. Nella denuncia alla stretta sui requisiti dei cittadini extracomunitari per l’assegnazione dei contributi per le abitazioni in locazione si affiancano Carola Carpinello, Jeanne Cheillon e Alexandre Glarey. Ieri l’esecutivo regionale ha approvato la delibera regionale con i nuovi criteri.
Colpo di coda
«E’ un colpo di coda finale non proprio inaspettato da parte dei leghisti valdostani, che si adeguano così al continuo, pervicace e crudele lavoro di discriminazione cui quotidianamente si dedicano i leghisti nazionale». Scrivono.
«Attendiamo di vedere il testo della delibera, per verificare – anche alla luce delle pronunce della Corte costituzionale che, ancora di recente, hanno condannato le discriminazioni fra italiani e stranieri – fino a che punto si siano spinti i leghisti valdostani», spiegano gli esponenti di Impegno civico. «Promuoveremo in tutte le sedi, anche giudiziarie, azioni necessarie per garantire il rispetto del principio di uguaglianza», concludono.
Le argomentazioni
«Il problema, come abbiamo già visto per Lodi, discende dall’uso strumentale che, in materia di dichiarazioni sostitutive, prevede una disciplina differenziata per lo straniero. Una disposizione incostituzionale che confligge con quanto previsto dal testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione. Che recita: “allo straniero è riconosciuta parità di trattamento con il cittadino relativamente alla tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi legittimi, nei rapporti con la pubblica amministrazione e nell’accesso ai pubblici servizi, nei limiti e nei modi previsti dalla legge». In termini analoghi si esprime (ancora, per fortuna!) anche il diritto europeo».
Ancora. «Alla luce di questa disciplina, è illegittimo pretendere, ai sensi di una fonte regolamentare in contrasto con essa, l’attestazione o la certificazione dallo straniero e non dal cittadino, anche quando l’attestazione o la certificazione da parte dello straniero sia difficoltosa o impossibile, come spesso accade nei Paesi devastati da guerre (dove, peraltro, avere una misera proprietà non conterebbe più niente)».
(re.newsvda.it)