Palaindoor: no a risarcimenti al mondo dello sport per la chiusura anticipata
Potranno restare all'interno della struttura l'ambulatorio di medicina sportiva e la Disval
Palaindoor: No ai risarcimenti alle società sportive, agli enti di promozione dello sport e alle attività economiche all’interno della struttura . E’ stata respinta una risoluzione dei gruppi consiliari dell’opposizione Lega Vallée d’Aoste e Pour l’Autonomie. «Tutti hanno subito perdite dovute alla chiusura anticipata» ha argomentato il capogruppo leghista Andrea Manfrin.
Le argomentazioni
Nella replica l’assessore allo Sport Jean-Pierre Guichardaz: «In piazza, dove si è svolta la manifestazione, non hanno manifestato rabbia. Segnalo che non ho avuto da parte di alcun soggetto richieste di risarcimento di danni subiti sotto il profilo economico. La regione ha fatto da facilitatore delle ricollocazioni. Noi non abbiamo mai fatto mancare contributi e ristori alla società sportive e dell’altra settimana la delibera che prevede uno stanziamento di 1.200.000. Continueremo a sostenere il mondo dello sport nella variazione di bilancio così come i gestori del bar sarà ristorato».
La seconda risoluzione
L’ambulatorio di medicina sportiva e la Disval potranno restare al Palaindoor. Lo ha detto in Consiglio Valle nel pomeriggio di oggi il presidente della Regione Erik Lavevaz, argomentando il no alla risoluzione dei gruppi consiliari dell’opposizione Lega Vallée d’Aoste e Pour l’Autonomie. Chiedevano i tredici consiglieri di concedere una proroga oltre alla Disval all’Aosta Gym «che potrebbero essere ospitate nella palestra che non serve per i vaccini per dare un segno di continuità. Abbiamo la sensazione che passeranno alcuni anni prima che associazioni ed Enti sportivi possano tornare a occupare il Palaindoor» ha argomentato Mauro Baccega.
Ribadisce Lavevaz: «Nessun pasticcio. Capisco che l’argomento possa essere utilizzato per facili populismi. La struttura è da sistemare a prescindere dalla campagna vaccinale che non durerà oltre i sei mesi, ipotizzabili. Se arrivassero le dosi di vaccino che abbiamo richiesto a Roma potrebbero bastare anche tre o quattro mesi».
(da.ch.)