Sport e Covid-19: il nuovo return to play è finalmente legge
Il protocollo che semplifica le norme per la ripresa dell'attività degli atleti contagiati dal Covid-19 è stato finalmente firmato dal ministro della salute
Il nuovo return to play è finalmente legge.
Il protocollo per la ripresa dell’attività degli atleti contagiati dal Covid-19 è stato finalmente firmato dal ministro della salute.
Le nuove norme snelliscono di molto la procedura, rendendo possibile la ripartenza dello sport.
Il documento era stato approvato venerdì 7 gennaio dalla Federazione Medico Sportiva Italiana.
La soddisfazione della federcalcio regionale
«È un grande passo verso la ripresa dell’attività sportiva dilettantistica – ha commentato il presidente del comitato Piemonte-Valle d’Aosta della FIGC -. Ci siamo arrivati grazie a un grande lavoro di squadra che ha portato la FMSI a recepire le istanze di CONI e federazioni, tra la quali la federcalcio è stata in prima fila».
Un protocollo molto più snello
«Il protocollo – spiegano dalla FMSI – è stato aggiornato in base alle più recenti evidenze medico-scientifiche in relazione all’infezione da SARS-CoV-2, che dimostrano come le complicanze cardiache (in particolare, la mio-pericardite) siano rare nei giovani atleti e si risolvano in genere favorevolmente in tempi relativamente brevi, anche in considerazione del fatto che gli atleti sono soggetti sani, essendo stati sottoposti periodicamente a screening per idoneità agonistica ai sensi della legislazione italiana».
L’obiettivo della FMSI, il cui intervento è stato sollecitato dal CONI e da diverse federazioni sportive (in primi federcalcio e federbasket), è di favorire la ripresa dell’attività sportiva in condizioni di sicurezza per l’atleta, senza pesare ulteriormente sul Sistema Sanitario Nazionale e sulle tasche dei guariti e delle loro famiglie. Il protocollo ha valenza scientifica, l’aspetto legislativo rimane di competenza del ministero della salute, che, infatti, ha dovuto recepirlo.
L’attesa, rispetto all’importanza per il mondo dello sport, è stato piuttosto lunga, ma martedì è finalmente arrivata la firma.
Cosa succede a un atleta che contrae il virus
«Contrarre il Covid-19 sospende la validità della tradizionale visita medico-sportiva richiesta dalla legge italiana per l’attività agonistica – spiega il dottor Maurizio Ferrini, responsabile del servizio di medicina dello sport dell’Azienda USL della Valle d’Aosta -. Per riattivarla bisogna presentare i documenti richiesti dal protocollo della FMSI».
Le regole del precedente return to play
Il precedente protocollo, in vigore fino a martedì, prevedeva, per gli atleti asintomatici, i paucisintomatici e i malati lievi (classificati in categoria A1) – quindi tutti i positivi che non sono stati ricoverati in ospedale – uno stop di 30 giorni, al termine dei quali vanno sostenuti un ecocardiogramma e una spirometria globale, quest’ultima effettuabile soltanto in ospedale.
Cosa prevede il nuovo return to play per i contagiati lievi
Il nuovo protocollo, invece, rende molto più snella la procedura per la categoria A1. Gli Under 40 con green pass rafforzato potranno tornare a praticare sport effettuando, dopo 7 giorni dal tampone negativo, un elettrocardiogramma basale e un test da sforzo con monitoraggio elettrocardiografo continuo fino al raggiungimento almeno dell’85% della frequenza cardiaca massima. Per gli Over 40 sempre con green pass rafforzato, invece, gli accertamenti andranno fatti a 14 giorni dalla negatività accertata.
Cosa prevede il nuovo return to play per chi è stato ricoverato
Gli accertamenti per i ricoverati (categoria A2) e per chi ha avuto una malattia severa o critica (A3) sono decisamente più approfonditi. Entrambi i gruppi dovranno da svolgere dopo 30 giorni dalla negativizzazione un test ergonometrico incrementale massimale con monitoraggio elettrocardiografico e valutazione della saturazione di O2 a riposo, durante e dopo il test; ecocardiogramma color doppler; elettrocardiogramma holter 24 ore inclusivo di una seduta di allenamento o di sforzo; esame spirometrico con determinazione di capacità vitale forzata, volume espiratorio forzato al primo secondo, indice di Tiffenau, picco di flusso espiratorio e flussi a volumi intermedi e massima ventilazione volontaria; esami ematochimici. Per gli atleti A3 sarà necessario anche il cardiopulmonary exercise test.
(d.p.)