Giorno del Ricordo, Erik Lavevaz: «Rivoltante equiparare shoah e foibe»
Il presidente della Regione interviene in occasione della commemorazione del 10 febbraio
«Trovo rivoltante ogni tentativo di equiparare shoah e foibe a cui assistiamo ancora oggi, come se un orrore possa essere paragonato ad un altro». Così il presidente della Regione Erik Lavevaz, in occasione della commemorazione della Giorno del Ricordo.
«Conservare la memoria della tragedia»
«La legge che nel 2004 ha istituito il “Giorno del ricordo” ha uno scopo chiaro – ha detto il presidente -. Conservare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe; dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale».
Quindi aggiunge. «Sono passati quasi vent’anni dalla prima celebrazione del Giorno del Ricordo. Credo sia ormai tempo di lasciare da parte le strumentalizzazioni politiche che purtroppo ancora caratterizzano questa commemorazione. Noi valdostani sappiamo quanto possa essere articolato e complesso il sentimento di appartenenza, così come il legame a una terra. Il Giorno del Ricordo ci invita ad abbracciare questa complessità, senza cedere a semplificazioni e rispettando le storie del nostro passato».
«Evitare dibattiti che sono fuori dal tempo»
«Le vicende del confine orientale dell’Italia sono articolate e segnate da contese e sofferenze – ha proseguito -. Sono dinamiche iniziate ben prima dei drammatici fatti avvenuti dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Oggi commemoriamo un momento doloroso della storia italiana. Doloroso per le popolazioni, per le singole vittime e per le loro famiglie. Per questo è indispensabile evitare dibattiti che sono fuori dal tempo e fanno torto proprio alle persone uccise e gettate nelle foibe e ai profughi giuliano-dalmati che non furono di destra o di sinistra, ma purtroppo le ennesime vittime dei nazionalismi che hanno dilaniato il Mondo nel secolo scorso».
«Rivoltante ogni tentativo di equiparare shoah e foibe»
Quindi l’affondo di Lavevaz. «Trovo rivoltante ogni tentativo di equiparare shoah e foibe a cui assistiamo ancora oggi, come se un orrore possa essere paragonato ad un altro – ha rimarcato -. Come ha scritto recentemente Gianni Oliva su La Stampa a proposito del Giorno del Ricordo, non si tratta di “negare, né ridurre, né ridimensionare ciò che è accaduto: significa storicizzarlo e lo scopo della giornata del 10 febbraio è quello di far comprendere, di far riflettere, di far capire, non di polemizzare mettendo bandierine».
Ancora. «Questo dobbiamo fare oggi. Ricordare e far capire. Soprattutto alle giovani generazioni, in un momento in cui non così lontano da noi si alzano ancora venti di guerra e di invasioni che credevamo di aver lasciato al passato».
«Evitare l’oblio»
«Come ha scritto ancora Gianni Oliva, la shoah, la Resistenza e le foibe non sono pagine contrapposte, sono pagine diverse della storia italiana che non solo dobbiamo commemorare, ma dobbiamo ancora studiare e comprendere “con serietà scientifica” – ha concluso -. L’esempio da seguire è quello del Presidente Mattarella e del Presidente sloveno Pàhor, che nel 2020 si sono recati insieme sulla foiba di Basovizza e alla lapide che ricorda gli antifascisti sloveni fucilati negli anni Trenta. Dobbiamo evitare l’oblio e la strumentalizzazione e diffondere la conoscenza, unico antidoto contro i negazionismi».
(t.p.)