Scuola, sciopero lunedì 30 maggio: «il dl 36 affossa insegnanti e sindacati»
Flc Cgil, Cisl Scuola, Savt Ecole e Snals Confsal aderiscono allo sciopero nazionale «per dare stabilità al lavoro, riconoscere la professionalità di chi lavora nella scuola, contro i tagli e il precariato»
Scuola, sciopero lunedì 30 maggio: «il dl 36 affossa insegnanti e sindacati».
Un quadro a tinte nerissime.
Lo dipingono i sindacati della scuola Flc Cgil, Cisl Scuola VdA, Savt Ecole e Snals Confsal che oggi pomeriggio hanno annunciato l’adesione allo sciopero di lunedì 30 maggio.
Nell’occhio del ciclone, il decreto legge 36 (pubblicato il primo maggio) che, secondo i sindacati «invade il campo della contrattazione e delinea un cambio di rotta: dalla scuola autonoma, democratica e partecipata a quella gerarchizzata».
Secondo i rappresentanti di Cgil, Cisl, Savt e Snals Confsal, il Governo interviene nelle questioni di grande importanza – su tutte reclutamento e formazione degli insegnanti – attraverso un decreto legge, sfuggendo a ogni possibile confronto e invadendo il campo della contrattazione.
Scuola: sciopero contro il dl 36
«Reclutamento e formazione che non prevedono risorse aggiuntive – ha precisato il segretario della Flc Cgil Claudio Idone – nonostante gli insegnanti italiani siano al penultimo posto in Europa in base al livello stipendiale».
Di «sciopero che cade in un momento cruciale per la vita lavorativa degli insegnanti» ha parlato Idone, auspicando un’adesione massiccia.
Il segretario del Savt Ecole Luigi Bolici ha parlato di «mobilitazione per la civiltà, perchè lo Stato interviene su una materia per legge e non attraverso il legittimo strumento del contratto».
La segretaria di Cisl Scuola VdA Alessia Démé ha ribadito come «le parti sociali non sono neanche state ascoltate, mentre i soldi del PNRR sono stati destinati alla digitalizzazione e all’edilizia scolastica».
«Siamo stati scavalcati su tematiche negoziali come la formazione, il decreto snatura il nostro ruolo».
Una riforma calata dall’alto – secondo Démé – un tentativo di cambiare le cose fatto d’imperio, senza ascoltare
«La palla passerà alla scuola di alta formazione statale che detterà legge nonostante l’autonomia delle istituzioni scolastiche.
Per non parlare del taglio delle cattedre; il ministro Bianchi ha smentito, ma di fatto si tratta di un taglio di 11 mila unità di personale».
L’impossibilità di stabilizzare i precari, la scuola sotto stress e la questione delle paritarie e dei docenti non abilitati (che non possono essere stabilizzati) sono altri argomenti sul tavolo di discussione.
L’analisi del segretario dello Snals Confsal Alessandro Celi è partita dall’articolo 36 della Costituzione.
«Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro (…).
E invece no, qui si legittima aumentare l’orario di lavoro senza la contropartita economica – ha spiegato Celi.
Si procede con un sistema a premi, per pochi lavoratori e che non valorizza adeguatamente le professionalità, non tiene conto delle realtà scolastiche e non guarda alla qualità dell’insegnamento».
Sciopero scuola: lunedì 30 maggio presidio a place Deffeyes
I sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Savt Ecole e Snals Confsal animeranno anche un presidio in place Deffeyes lunedì 30 maggio dalle ore 10 alle 0re 13.
I rappresentanti sindacali saranno ricevuti dall’assessore Luciano Caveri, dal senatore Albert Lanièce e dalla deputata Elisa Tripodi ai quali spiegheranno le istanze dei lavoratori, con particolare riferimento alla conversione in legge del decreto, attualmente all’esame del Senato.
Sciopero scuola lunedì 30 maggio, le richieste dei sindacati
Stralciare dal decreto legge 36 tutte le disposizioni che invadono il campo della contrattazione è al primo posto.
a) Aspetti normativi ed economici che riguardano il rapporto di lavoro devono essere oggetti di contrattazione, non imposizione di un decreto legge
b) Rivalutare nel nuovo contratto le retribuzioni di tutti i profili professionali
c) Dare stabilità e rafforzare gli organici, non tagliarli
d) Riconoscere la professionalità di chi lavora nella scuola come risorsa fondamentale
Punti fermi nell’azione di chi aderirà allo sciopero:
la stabilizzazione di chi ha tre o più anni di servizio
il rafforzamento degli organici di educatori e docenti
la rivalutazione del contratto, con risorse che proteggano gli stipendi dall’effetto dell’inflazione
la garanzia di una formazione aperta a tutti e retribuiti
l’eliminazione delle classi sovraffollate
garanzie contro il taglio di oltre 11 mila unità di personale
stop al lavoro precario e ai concorsi nella formula del quizzone.
Nella foto in alto, da sinistra Alessandro Celi (Snals Confsal), Luigi Bolici (Savt Ecole), Alessia Démé (Cisl Scuola), Claudio Idone (Flc Cgil).
(c.t.)