Caro energia: il consiglio di Aosta spinge la Regione a calmierare le bollette
Approvato all'unanimità l'ordine del giorno promosso dalla Lega, ma emendato dalla maggioranza. Nel mirino i grandi profitti di Cva
Spingere la Regione a fare tutto il possibile per calmierare il costo della bolletta per aiutare famiglie e imprese. Dopo aver “mancato” l’appuntamento con l’ordine del giorno sulla Cogne Acciai Speciali, il consiglio comunale di Aosta si compatta e, in materia di caro energia, approva il documento portato dalla Lega.
A portare tutti a miti consigli l’emendamento proposto dalla maggioranza (stimolata dalla punzecchiatura di Giovanni Girardini, che ha ricordato come a piazza Chanoux e Place Deffeyes gli schieramenti siano sostanzialmente in fotocopia), la quale ha impegnato il consiglio a trasmettere l’ordine del giorno al presidente della Regione, al fine di adottare «tutte le misure possibili per calmierare il costo della bolletta a tutte le imprese operanti sul territorio e alle famiglie residenti, per scongiurare chiusure e perdite posti di lavoro, ma anche «ulteriori impoverimenti tra i nuclei fragili», alla luce delle «ripercussioni negative, generate dalla guerra di aggressione russa contro l’Ucraina».
Il dibattito
“Tutte le misure possibili”, a sentire il dibattito, si traduce in un solo aspetto: spingere l’amministrazione regionale a utilizzare una cospicua parte degli utili di Cva.
«In altro millennio, un presidente della Regione lungimirante decise di acquistare le centrali Enel e di far nascere Cva – ha spiegato Bruno Giordano, proponente dell’iniziativa -, società che nell’ultimo bilancio consolidato ha presentato utili post-imposte di 93 milioni di euro».
Ricordati i 12 milioni di aiuti regionali (cui se ne aggiungeranno altri 12), Giordano lancia una frecciata.
«Perché per un anno non si può ridurre l’utile di Cva? – tuona Giordano -. Ci saranno possibili impugnazioni, ma io la faccio impugnare, i soldi devono tornare nelle tasche dei valdostani. Abbiamo un’energia dei valdostani, da fonti rinnovabili e vogliamo utilizzare l’utile post-imposte. Ci andrebbe un po’ di coraggio per riagganciare i cittadini alla politica, far capire loro che ci occupiamo di problemi veri: bisogna aprire il forziere».
Il sindaco
Prima di cogliere la palla al balzo e approvare l’emendamento, il sindaco ha evidenziato come va «benissimo occuparsi del tema, anche se ritengo che il sistema di relazioni fra individui ed enti sia fatto di relazioni di fiducia – ha detto – e io fino a prova contraria mi fido delle istituzioni. Quando mi si dice che i 156 milioni arrivati alla Regione da Cva sono usati per abbattere del 40% le tariffe per le famiglie e del 10% il Pun alle aziende, credo che si stia facendo il possibile in questo momento».
Il dibattito
Bruno Giordano ha sottolineato come «o la comunicazione scarseggia o la percezione di aziende e famiglie è sfalsata – ha concluso -. Se prendo 156 milioni di euro e faccio fatica a trovarne 24 per l’energia, gli altri dove sono finiti»?
Giovanni Girardini (Renaissance) ha rintuzzato, ricordando come «le imprese e le famiglie sono tutte a rischio e la banche si stanno tirando indietro – ha esclamato -. Serve un intervento urgente, perché nessuno chiede di annullare gli utili di Cva, ma usare gli incassi extra di questi periodi, visto che non utilizza gas per produrre energia».
Paolo Laurencet (Forza Italia) ha sottolineato come «tanti comuni si sono attivati per la produzione in proprio, magari con provvedimenti temporanei», mentre l’assessore Corrado Cometto ha evidenziato come «non possiamo fare altro di ciò che già facciamo – ha detto -. Cva sta facendo già lo sconto del 40% ai piccoli utenti, il vantaggio si vede, anche se in piccola parte».
La svolta
Sull’intervento del consigliere di AV, Pietro Varisella, ecco la stoccata di cui sopra di Giovanni Girardini, con tanto di inversione a U.
«Se la solidarietà va manifestata, va fatta con tutto il tessuto sociale – conclude il primo cittadino, riferendosi all’odg relativo alla Cogne -. Se bisogna manifestare preoccupazione e sostegno, lo facciamo per tutti, anche se da parte nostra non ha senso azzerare gli utili di un’azienda, altrimenti poi mandiamo a casa quei lavoratori e riniziamo da capo».
(alessandro bianchet)