Andrea Condò: il barman rossonero nei paddock di Formula 1 e in finale di Champions League
Il barista valdostano, classe 1995, lavora per la ditta austriaca Do&Co, che gestisce i catering della Formula 1 e di numerosi stadi
L’occasione giusta al momento giusto, che ti fa passare da una sorta di seconda casa lavorativa a salire su un treno che magari passa anche solo una vita nella vita, tradotto nel grande circo della Formula 1, ma anche dalla finale di Champions League di Istanbul. Il tutto dietro al bancone, come ormai da una vita, ma in un contesto a dir poco speciale.
Per informazioni chiedere ad Andrea Condò, barista classe 1995, iscritto dal 2019 all’Associazione barman italiani (Abi), dopo aver iniziato la carriera nel 2014 all’Ad Forum di Aosta, una «sorta di seconda casa».
La storia
«Ho cominciato lì nel 2014, grazie a mio fratello e ai tanti amici che gestiscono e lavorano nel locale – racconta Andrea -. Nel corso degli anni, ho avuto poi esperienze in Sardegna e, nel 2017, ad Almeria, dove ho fatto l’Erasmus».
Poi il ritorno alla “casa madre”, l’ingresso nel 2019 nell’Abi e la voglia di provare nuove esperienze.
L’approdo in Formula 1
«Volevo cambiare, l’Ad Forum è sempre casa, come detto, ma avevo voglia di fare nuove esperienze – racconta ancora Andrea -. In quel momento, nel 2022, incredibilmente, è arrivata un’offerta tramite un vecchio compagno di Erasmus, che mi ha rivelato come stessero cercando dei baristi per il catering della Formula 1».
Andrea con i colleghi al GP di Miami
Un’idea a dir poco allettante.
«Assolutamente – ammette Andrea Condò -. A novembre ho effettuato un colloquio con l’azienda austriaca Do&Co, che gestisce i catering di Formula 1, compagnie aeree, alberghi e stadi e devo aver fatto una buona impressione».
Ecco arrivare l’offerta.
«Mi hanno prospettato di seguire tutti i Gran Premi di Formula 1, a eccezione di Australia e Singapore – rivela Andrea -. CI ho pensato un momento, poi mi sono deciso ad affrontare questa avventura».
Avventura che ha già portato Andrea a esordire in Bahrein, per poi lavorare anche nei Gp di Arabia Saudita, Azerbaigian (Baku) e Miami, saltando Barcellona, Imola «per ovvi motivi» e Monte Carlo.
Bella esperienza
«L’impatto è stato un po’ traumatizzante – racconta ancora Condò -. È un ambiente completamente nuovo, con un modo di lavorare totalmente diverso, nel quale arrivi sul posto con le attrezzatture in un paddock vuoto che devi allestire da zero. Tre giorni di delirio assicurato, poi i tre giorni di servizio al Paddock Club, dove accedono ospiti e paganti, diventa quasi una passeggiata. Io sto quasi sempre al bancone, per il servizio di normale caffetteria, ma può capitare anche altro».
Il risultato, però, è forse anche superiore alle attese.
«È una bella vita, anche se devi girare tanto – evidenzia -. Lì, ovviamente, si “vive” in inglese, io pensavo di conoscerlo abbastanza bene, ma mi è toccato mettermi sotto, anche se sta migliorando con il tempo. È un lavoro particolare, perché nella Formula 1, a quanto ho visto, gli spettatori guardano partenza e tratti principali, poi si lavora di contintuo. Non è come il calcio».
La finale di Champions League
E il riferimento al calcio non è casuale, visto che Andrea è stato “precettato” anche per la finale di Champions League di Istanbul tra Manchester City e Inter.
«Ho accettato immediatamente da appassionato di calcio (ed ex calciatore dello Charvensod tra Eccellenza e Promozione) – esclama ancora Andrea -, un’esperienza davvero incredibile».
E che peraltro potrebbe anche continuare in futuro.
«L’accordo è fino a fine stagione – conclude Condò -, poi ne riparleremo. Al momento, però, l’intenzione di continuare c’è tutta, ma non si sa mai».
(alessandro bianchet)