Rencontre Valdôtaine: voce ai fils émigrés, tra radici e sguardo al futuro
Appuntamento a Champdepraz nell'agosto 2024
Rencontre Valdôtaine: voce ai fils émigrés, tra radici e sguardo al futuro.
La stretta di mano tra il sindaco di Quart Fabrizio Bertholin e la sindaca di Champdepraz Monica Cretier simboleggia il passaggio del testimone: sarà infatti Champdepraz a ospitare, a inizio agosto 2024 la 48ª Rencontre des émigrés.
All’area sportivo ricreativa di Les Iles, un tiglio e una installazione artistica con una citazione del Dalai Lama simboleggiano le radici, l’appartenenza.
«…Près de l’entrée de cette aire, vous verrez un jeune tilleul, qui a été planté par l’administration communale.
C’est un arbre rustique au port très majestueux, avec de fortes racines, et tout près, une petite installation artistique porte une citation du Dalaï-Lama: «Donnez à ceux que vous aimez des ailes pour voler, des racines pour revenir et des raisons pour rester».
Eh bien, c’est ce que nous souhaitons pour nos émigrés : aux jeunes surtout, nous voudrions donner des ailes pour voler, pour aller découvrir le monde, suivre leurs passions et leurs ambitions, mais également des racines pour qu’ils puissent revenir un jour au pays natal et, peut-être, y rester…».
Le parole del sindaco di Quart
Domenica, il sindaco di Quart ha accolto i partecipanti con gioia: « Questa giornata permetterà a tutti voi di scoprire il nostro territorio, la nostra agricoltura, con vigneti e alpeggi, ma anche la nostra storia, attraverso il castello, la chiesa e, in particolare, il borgo di Villefranche.
In passato, numerose famiglie hanno lasciato Quart alla ricerca di migliori condizioni di vita rispetto a quelle che la nostra regione poteva offrire loro.
Ognuno di noi ha, all’interno della sua famiglia, almeno un parente che è partito all’estero.
Per questo motivo, abbiamo scelto di raccontare storie di giovani valdostani, quarteins in particolare, che hanno lasciato la Petite Patrie per studiare o lavorare all’estero».
Voce ai fils émigrés
Tra i quasi 400 partecipanti era presente anche Gerard Schrepfer, presidente del Comité Fédéral des Sociétés d’Emigrés Valdôtains (CO.F.S.E.V), che ha sottolineato l’importanza di questa festa.
«La barriera delle Alpi, vinta dopo mille anni dal costruzione del tunnel del Monte Bianco, ci fa ritornare indietro come nel passato visti i lavori di chiusura previsti per i prossimi 18 anni.
In questa giornata celebriamo la ‘partenza’ che i nostri antenati hanno effettuato e che noi onoriamo: l’emigrazione. Siamo i testimoni del lavoro attivo e generoso che hanno apportato al loro paese d’origine».
La gioia di ritrovarsi
«Ho lasciato Quart tre anni fa – spiega Laurent Oreiller -.
Ritornare qui, circon
dato da altri valdostani ed emigrati, mi riempie il cuore di gioia.
Essere un emigrato ti permette di confrontarti con molte sfide quali la distanza, l’adattamento ad un nuovo ambiente e, a volte, la nostalgia. Essere emigrato valdostano è una forza che ci unisce, spingendoci a mantenere la nostra identità aprendoci a nuove culture e prospettive».
Concorda l’amico Andrea Charrier: «È la mia prima Rencontre e viverla nel mio paese d’origine è sicuramente significativo. Sono contento di partecipare a questa festa e, soprattutto, di conoscere molte persone con storie simili alla mia».
Tra i giovani presenti vi era anche Alessia Gasparella: «È la mia terza Rencontre e sono contenta di parteciparvi nel mio Comune d’origine.
Sono emigrata nel 2014 e sono rimpatriata definitivamente quest’anno.
Penso che sia importantissimo trasmettere ai giovani il fatto che ritornare è un plus, un elemento che permette di riportare nella nostra regione quanto abbiamo appreso all’estero ed è proprio quello che sto cercando di fare io grazie a delle associazioni che ho fondato».
Tradizioni di famiglia
Tra i presenti non vi erano solo valdostani: «Partecipo a questa festa da oltre quarant’anni grazie a mio marito – racconta Suzanne Bonin -. Penso che sia importantissimo condividere le tradizioni e il passato della famiglia.
Per questo motivo, con mio marito, veniamo spesso in Valle d’Aosta dalla Svizzera e siamo sempre accompagnati dai nostri figli».
Ritrovarsi e coltivare amicizie
La buona riuscita della festa è determinata dal legame che si crea tra i partecipanti: «È la prima volta che sento parlare di questa manifestazione nonostante la tradizione lunghissima – spiega Margaux Truc -. Mi ha permesso di rendermi conto del network di valdostani presenti all’estero e di conoscere o incontrare nuovamente persone straordinarie.
In questi momenti si percepisce ancora maggiormente l’importanza del mantenimento dei legami con la propria terra d’origine ed è importante continuare a coltivarli».
Raimonda Roux commenta: «Sono originaria di Montjovet e sono nata a Parigi.
I miei genitori sono emigrati nel 1936 e nel 1938 sono nata io.
Vengo regolarmente in Valle d’Aosta durante l’estate per ritrovare le radici della mia famiglia.
Amo questa festa perché mi permette di rivedere e di conoscere valdostani di tutti i paesi e mi piacerebbe incontrarne anche alcuni degli Stati Uniti, dell’Inghilterra o della Germania.
Siamo una diaspora che non si ferma mai e dobbiamo spostarci.
Come diceva mio padre: bisogna attraversare il mondo con lo spirito valdostano e bisogna partecipare a questa festa per capirlo».
(giulia calisti)