Affaire Cva, Perron (Lega): «su certi documenti sensibili la politica non metta il becco»
Aggravi torna a ribadire l'esigenza di regolamenti interni alla società idroelettrica
Affaire Cva, Perron (Lega): «su certi documenti sensibili la politica non metta il becco».
Lo ha detto il consigliere leghista Simone Perron al termine dell’audizione in quarta Commissione dei dirigenti regionali Stefania Fanizzi e Valter Mombelli sulla risoluzione approvata dal Consiglio regionale riguardante gli approfondimenti su Cva.
Passo indietro
«Noi, come Lega, lo abbiamo detto fin dall’inizio – spiega Perron -. La risoluzione approvata in Consiglio Valle presuppone delle tematiche pericolose (tra queste la richiesta dei piani industriali ndr) ovvero il controllo della politica su dati molto sensibili. Chi l’ha votata (la maggioranza in prima fila ndr) si deve accollare le sue responsabilità. Ora, però, chi l’ha votata fa un passo indietro e certi documenti non li vuole più toccare per paura che escano sui media informazioni sensibili. Signori miei siete voi che volete che la politica metta il becco su dossier sensibili».
Noi riteniamo che su certi documenti è meglio non addentrarsi. Ci deve essere un’autonomia grazie alla direzione coordinamento (organismo regionale che detta le linee, gli obiettivi e gli investimenti delle sue partecipate ndr) altrimenti se i politici vogliono conoscere certi dati, lavoro che non ci compete, si va in panne. È meglio tenere le cose separate per il bene di tutti quanti» aggiunge Perron.
Finaosta, ruolo irrituale
«Abbiamo rilevato che il ruolo di Finaosta è stato irrituale – conclude il consigliere Perron -. Al posto di prendere decisioni si rivolgeva alla Regione per dirimere le questioni. La finanziaria regionale avrebbe dovuto prendersi le sue responsabilità. Invece si rivolegva al tavolo regioneale di risolvere i problemi. Cosa che non avrebbe dovuto fare. L’irritualità, da quanto emerge, è della Finaosta».
Aggravi chiede chiarezza
«I bandi di gara per le concessioni idroelettriche saranno indette dalla Regione che è il socio di Cva per interposta persona di Finaosta quindi non ci deve essere direzione coordinamento tra chi indice le gare e chi partecipa alle gare. Qualsiasi collegamento che possa generare la possibilità di impugnative va interrotto. Di fatto con l’uscita dalla Madia questo collegamento, che è la direzione coordinamento, è stato interrotto» sottolinea il capogruppo di Rassemblement Valdôtain Stefano Aggravi.
Nulla di nuovo è emerso sul tema degli emolumenti. «Le risposte sono state esaustive mentre sul tema delle pressioni non è emerso nulla di più di quanto già si sapesse» fa sapere il consigliere.
Regolamenti indispensabili
Torna a ribadire Aggravi che «nel momento in cui Cva ha cambiato pelle – nel maggio del 2022 -, diventando una società non più a direzione coordinamento pubblico, quindi non più ai sensi della Madia, avrebbe dovuto dotarsi di una serie di regolamenti per disciplinare questa nuova posizione affinché la società idroelettrica potesse informare correttamente Finaosta sulle proprie attività, per autodisciplinarsi come una società quotata».
Conclude: «questo conflitto, che sta diventando una querelle sugli emolumenti, si è generato perché non ci si è dotati di un regolamenti tra Cva e Finaosta. Non è cosa di poco conto e mi auguro si rimedi al più presto poiché dal 2022 Cva è radicalmente cambiata. I contrasti non fanno mai bene».
(da.ch.)