Un lungo applauso e occhi gonfi dalle lacrime: al Villair di Quart l’addio al pilota Massimiliano Ponzetti
Oltre 500 persone hanno salutato il 54enne scomparso domenica a causa di un malore durante un trasferimento del Rally Valle d'Aosta
L’applauso, commosso, all’uscita del feretro. Sguardi bassi e occhi gonfi. Il pianto del nipotino Gabriel, nato da poco. Il Villair di Quart ha salutato questa mattina Massimiliano Ponzetti, il pilota di 54 anni morto domenica a causa di un malore durante un trasferimento del 46° Rally Valle d’Aosta.
Al Villair l’addio a Massimiliano Ponzetti
Massimiliano Ponzetti sorride poco prima del via di sabato da Saint-Vincent con a fianco Mattia Pastorino (foto Mattia Pramotton)
Oltre 500 persone hanno portato l’ultimo saluto al 54enne di Charvensod. Il malore, durante il trasferimento tra la quarta prova speciale e il riordino di Aosta. Nonostante gli immediati soccorsi, Ponzetti è morto poco dopo l’arrivo all’ospedale Parini di Aosta.
In tanti, oggi, si sono stretti alla compagna Arezia, alle figlie Michaela e Noemi, ai fratelli Franco e Marco, al nipotino Gabriel.
Don Sergio Rosset: «Massimiliano poteva fare ancora molte cose»
Nell’omelia, don Sergio Rosset ha ricordato che «Massimiliano poteva fare ancora molte cose, non soltanto nel rally, ma soprattutto in quei rapporti di amicizia, di famiglia».
Il sacerdote ha riflettuto su alcuni sentimenti. «C’è la nostalgia, ma c’è anche il ricordo. Lasciando che nella nostra mente passi la vita del nostro fratello – ha detto Rosset -. Con i suoi momenti belli, ma anche le tristezze, le apprensioni».
Don Sergio Rosset ha parlato anche della passione per i motori di Ponzetti. «Io non me ne intendo molto di rally – ha ammesso -. Però c’è una cosa in cui il rally può essere paragonato alla nostra vita. Quante volte Massimiliano avrà corso, per anticipare questa o quell’altra macchina. Mi sembra di non sbagliare, il pilota di rally è molto importante, ma c’è una figura altrettanto importante, che non può mancare, il navigatore. Ha un compito molto prezioso, quello quasi di anticipare ciò che il tragitto prevede, così che chi guida sappia affrontare curve, ostacoli, pericoli».
Don Sergio Rosset: «C’è bisogno di qualcuno che ti aiuti nei momenti difficili»
Poi ha proseguito: «Anche la gara più ben preparata, non è mai ben preparata. E così è la nostra vita. Qualche volta rischiamo di trovare ostacoli, imprevisti, che magari non abbiamo messi incontro. Se non abbiamo la capacità di avere accanto il navigatore, facciamo veramente fatica. È difficile avere quella relazione bella, dove ci si può fidare, come tra pilota e navigatore. C’è bisogno di qualcuno che ti aiuta, soprattutto nei momenti difficili».
Quindi la conclusione. «Massimiliano è arrivato al traguardo della vita, dove riceverà il premio della fatica di ogni giorno – ha aggiunto don Sergio -. Per il Signore non c’è primo o secondo, siamo tutte persone che con fatica cercando di andare avanti e correre al meglio la propria esistenza. Questo addio è restituire a te, a Dio, qualcuno che ci è stato prezioso. Altrimenti non saremmo qui».
(t.p.)