Delitto di La Salle, la mamma di Teima: «Auriane aveva copia delle chiavi di casa, scappò con il cellulare di Sohaib»
Le parole dei parenti del 22enne, unico imputato del delitto
Dopo quelli dell’accusa e della parte civile, sono sfilati i primi testimoni della difesa di Sohaib Teima, nel processo per l’omicidio di Auriane Nathalie Laisne. I primi a essere sentiti sono stati i parenti del giovane, in carcere dal 10 aprile 2024.
Le parole della mamma di Teima
La mamma del 22enne, unico imputato per il delitto, ha fornito la sua versione dei fatti. Una ricostruzione diametralmente opposta a quella dei parenti di Laisne, che avevano riferito che la giovane fosse tenuta in casa contro la sua volontà.
«Auriane è stata da noi circa 4 mesi, in quel periodo c’era anche mio fratello – ha detto Atika Choukri in aula -. Era libera, usciva la sera e aveva copia delle chiavi di casa. Qualche volta litigavano perché lei voleva uscire e lui no. Nell’ultimo mese cercava un lavoro. Poi è scappata con l’iPhone di Sohaib, lui piangeva. Con la localizzazione abbiamo visto che era ad Ancona. Siamo partiti, ma non l’abbiamo mai recuperato quel telefono».
La deposizione
La madre di Teima ha ricordato anche i giorni di marzo e aprile 2024. «Lo sentivo tre volte al giorno, non mi ha detto che era andato in Italia con Auriane – ha aggiunto -. L’ho saputo dai telegiornali. Il 10 aprile è arrivata la polizia a chiedrmi dove era Sohaib. L’ho chiamato, mi ha risposto subito e mi ha fornito la posizione. Dopo l’arresto mi ha chiamato piangendo».
La testimonianza dello zio
La testimonianza dello zio di Teima
La difesa (avvocati Lucia Lupi e Luca Tommaso Calabrò) ha portato a deporre anche lo zio di Teima. «Ho conosciuto Auriane quando era stata in casa – ha affermato Omar Choukri -. L’ho vista un giorno che sono rientrato dal lavoro e mi hanno detto che era un’amica di Sohaib. Una mattina abbiamo scoperto che lei non c’era, Sohaib ha cercato il telefono per chiamarla e non l’ha trovato. Poi ha visto che il telefono era localizzato ad Ancona».
Il racconto del cugino
Il terzo e ultimo testimone della difesa sentito nell’udienza di oggi è stato il cugino, Bilal.«Ho incontrato tante volte Auriane, dormiva anche da noi – ha riferito -. Ho visto che litigavano, perché lei voleva che le dedicasse tutto il suo tempo. Auriane aveva crisi di gelosia».
Bilal si è recato a casa del padre della vittima. «Sono andato per cercare di pacificare le cose dopo la denuncia, per dimostrare serenità – ha specificato -. Sohaib il 9 aprile è venuto da noi per festeggiare la fine del Ramadan. Il giorno dopo abbiamo fatto un giro al centro commerciale, abbiamo mangiato la pizza e poi volevamo andare a giocare a bowling. Alla fermata del tram abbiamo visto due poliziotti in borghese. Ci hanno chiesto i documenti e poi hanno arrestato Sohaib».
Il cugino di Teima sul banco dei testimoni
Il processo è stato aggiornato al 16 settembre. Nella prima udienza dopo la pausa estiva saranno sentiti i consulenti tecnici e altri testimoni della difesa.